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Sono incinta #2


Giuditta era una donna in carriera. Anche se qualche maligno sosteneva che "era una donna in corriera"

Una imprenditrice che aveva saputo creare in pochi anni una importante azienda specializzata nella comunicazione audiovisuale che si era aggiudicata commesse rilevanti da parte delle principali industrie italiane ed anche straniere. Giuditta aveva un talento naturale come pittrice. I suoi quadri sperimentali che univano tempera e acrilico avevano alte quotazioni sul mercato di New York.

Giuditta aveva conosciuto Mario in una località marina del Friuli Venezia Giulia dove questo giovane si esibiva con il suo quartetto allietando le notti delle fanciulle che stravedevano per lui. Perché  cantava le canzoni americane con un buon accento tanto da sembrare proprio un americano. Soprattutto " The End" di Earl Grant.

Giuditta era un tipo deciso. A lei quel Mario era subito piaciuto. Da morire e così senza troppi minuetti gli era saltata addosso. Giuditta aveva un corpo bellissimo., ma purtroppo il suo viso era deturpato da un naso eccezionale inserito in mezzo a due zigomi pronunciati.

 Mario, che non era certamente un diplomatico specialmente con le donne, una sera le aveva detto.: "Tu stai a Milano? Una città piena di ottimi specialisti nella plastica facciale. Perché non provi a consultarne uno? Per darti una aggiustatina. al naso? "

Giuditta era sparita per un mese. Ed era riapparsa. Con un nasino molto francese ed il viso assolutamente rimodellato. Un lavoro fatto dal chirurgo plastico di altissimo livello che le aveva dato un fascino inaspettato.

Il rapporto tra Giuditta e Mario proseguiva ormai da molti mesi.

Ogni venerdì pomeriggio Giuditta salutava i suoi collaboratori milanesi. Saliva sulla sua Giulia 1800 super elaborata da un tecnico di fiducia che stravedeva per lei. E in meno di due ore raggiungeva il suo amante che la attendeva in una suite dell'hotel Mediterraneo di Firenze, l'albergo più vicino all'uscita sud dell'autostrada del Sole.

Erano ore di sesso furioso specialmente da parte di Giuditta che si impegnava con una cattiveria come se avesse voluto distruggere fisicamente il suo giovane amico, che cominciava a sentirsi completamente svuotato da quella frenetica amante.

Giuditta alle spalle aveva un matrimonio naufragato con un un deputato democristiano che tanto aveva fatto per sposarla perche' assillato dalle sue evidenti inclinazioni omosessuali.

Un venerdi' pomeriggio Giuditta arrivo' a Firenze e anziche' richiudersi nel bagno per rinfrescarsi e prepararsi alla maratona erotica, appoggio' la borsa sul pavimento e si mise a sedere in una poltrona guardando Mario intensamente negli occhi.

Poi disse:" Mario, amore mio, non voglio crearti un problema....ma voglio dirti che sono incinta..."

Mario tento' di dire qualcosa ma si rese conto che stava balbettando.

"Ma come e' posibile, sapevo che stavi prendendo la pillola..." 

Giuditta rispose: "Ti sono grata che non hai usato la solita domanda che certi uomini fanno in situazioni come queste"

"Cioe' ?"

"Ma tu esci con qualcun altro?"

"Comunque, continuo' Giuditta, e' solo colpa mia. Ho voluto esagerare con il mio amore credendo di potere modificare una situazione che invece per quanto ti riguarda non ha la stessa intensita' del mio affetto."

Dopo cinque mesi Giuditta dette alla luce una splendida bambina, Manola, alla quale la mamma dedico' ogni energia e tutta la sua vita.

Manola si laureo' in architettura e divenne una professionista molto apprezzata in Italia e negli Stati Uniti.

Ogni tanto Mario, che nel frattempo si era sposato, riceveva da Giuditta qualche lunga lettera con la descrizione dei traguardi di Manola, che quanto ad amore sembrava non avere molto successo con gli uomini che incontrava.

Proprio come sua madre.



















































































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