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Afasia politica

Dall'editoriale del Corriere della Sera firmato da Ernesto Galli Della Loggia stralciamo l'ultimo paragrafo:

"E così, più che espressione della politica in senso alto o dell’«antipolitica», come hanno sempre detto i suoi detrattori, alla fine egli (Berlusconi, ndr)si è ridotto ad essere (o ad apparire, il che è lo stesso) null’altro che l’uomo della non-politica. In numerosa compagnia, ahimè. La sua ormai lunga egemonia sul sistema politico, infatti, ha corrisposto alla — e si spiega con la —crisi perdurante e l’afasia politica di tutti i suoi oppositori. I quali mostrano di sapere solo parlare ossessivamente di lui e contro di lui, ma al di là di qualche banale genericità a base di «bisogna questo » e «bisogna quest’altro» — e naturalmente senza mai spiegare come o a spese di chi — non sanno andare. Sicché ormai il Paese ascolta anche l’opposizione nella più totale indifferenza, con un’alzata di spalle. Neppure da lei gli viene il racconto di qualche verità sgradevole, l’indicazione di una via difficile, una proposta nuova e ardita. Eppure nell’intimo della sua coscienza l’Italia avverte che questo solo sarebbe il modo per sperare di fare i conti con il mondo nuovo e aspro in cui essa è ormai entrata. Per farlo essa sarebbe anche disposta ad accettare medicine amare, se solo qualcuno gliene spiegasse però il senso e la necessità: se qualcuno le sapesse parlare di politica. Invece, come i malati avviati a una sorte rassegnata e infelice, essa si vede prescrivere solo degli zuccherosi placebo a base di nulla."

Ernesto Galli della Loggia
07 luglio 2010

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