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Diario dalla California

Terroni Restaurant a Beverly Boulevard, Los Angeles. Frotte di bellissime ragazze che arrivano sbarcando da supermacchine guidate da giovani barbuti, oppure da taxi. Ed uno si chiede se le fanciulle sono stars, aspiranti tali, pronteatutto, o qualcosa del genere. Rumore assordante all'interno. Molti preferiscono sfidare, e' il caso di dire, il fresco della sera. Tanto ci sono i riscaldatori all'esterno. (A Washington nello stesso momento 35 gradi e 90% di umidita'). Troviamo un tavolo da quattro e lottiamo con un cameriere per aggiungere una sedia. Mai rompere la procedura in America. Si rischia di mandare in tilt il locale. Ordiniamo pizze (molto buone), birra italiana. Per quanto mi riguarda mi avventuro nell'ordinare al giovane e aitante manager italiano un calice di Pinot. Mi arriva un fondo di bicchiere (otto dollari). Assaggio: odore di tappo e gusto schifoso. Chiamo il cameriere, un ispanico, e gli dico di portami una birra perche' quel vino e' imbevibile. Sgrana tanto d'occhi. Il giovane manager italiano non si fa piu' vedere. Il caro amico belga che e' qui con noi con la splendida moglie Elisabetta mi ricorda quanto gli ha detto di recente un sommelier di un noto restaurant di Los Angeles:

"Quando apro una bottiglia, talvolta mi accorgo che il vino non e' dei migliori. Lo servo in assaggio al responsabile della tavolata. E questi puntualmente dopo essersi sciacquata la bocca con un sorso da intenditore, se n'esce con un: 'Perfetto! Serva pure'.
E, mi creda: mi succede un sacco di volte."

Guidare sulle autostrade di LA e' rischiare la morte. Nonostante il limite delle 55 miglia tutti vanno ad 80 e i controlli sono rari. Forse si tratta di una naturale reazione alle ore passate immersi in un tappeto di metallo spalmato su sei corsie quando ti capita di viaggiare nelle ore di punta, ovvero: il 70% della giornata.

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