Questa e' la sensazione e l'opinione di chi scrive, nonostante il malanimo dimostrato nei commenti dai parlamentari repubblicani (un atteggiamento del resto scontato, visto che la defezione del senatore Specter passato nelle fila democratiche, ha messo in luce l'intima difficolta' del GOP a recitare una attendibile e razionale posizione nello scenario politico sconvolto dalla rivoluzione di uno sconosciuto nero chiamato Barack Hussein Obama).
E nonostante lo stitico apprezzamento di tanti democratici di Capitol Hill.
Obama ha dimostrato di essere un uomo di cultura, (dopo otto lunghi anni di un dislettico ignorante e incompetente), articolato (come si dice da queste parti), con una grande capacita' di interlocuzione che gli consente di essere convincente ed al tempo stesso prudente nei giudizi e nelle valutazioni.
Due i piccoli gioielli di comunicazione usati dal giovane presidente.
Quando il giornalista del New York Times gli ha chiesto se si sentisse umile, esterrefatto, sorpreso, etc. Obama ha tirato fuori la penna e si e' fatto ripetere gli aggettivi rispondendo con arguzia e intensita' ad ognuno di queste domande. Quanto al termine 'enchanted' ha preferito cambiarlo in 'grateful' , grato agli uomini e donne americani che stanno lottando in questa difficile fase congiunturale, ognuno al proprio livello di responsabilita'.
E quando un giornalista gli ha chiesto un giudizio sulle pratiche di tortura usate dal precedente governo, Obama ha cercato di svicolare, ma stretto alle corde dall'incalzare della domanda ha ammesso che si e' trattato di un 'mistake', un errore.
Tutti quelli che si sono sintonatizzati su CNN per dare il proprio voto (compreso chi scrive) hanno totalizzato un B+ nel definire la conferenza stampa del presidente.
Per quanto ci riguarda gli abbiamo dato un 'A' in piena convinzione.
Obama non parla a schiovere. Ma risponde su ogni tematica con dovizia di particolari, considerazioni e propositi.
Abituati come siamo a vedere e rigettare i tromboni di casa nostra, seguire questo giovane missionario della ricostruzione dell'America, ci riempie di ottimismo.
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