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Il dramma del terremoto in Abruzzo

Questa mattina a Rimini all'hotel Le Meridien siamo stati svegliati da strani rumori e dal letto che si stava muovendo come se fossimo stati su una nave da crociera. Immediatamente abbiamo capito che da qualche parte doveva essersi manifestato un tremendo terremoto. E i primi notiziari hanno confermato di quale gravita' fosse la tragedia che si e' abbattuta sull'Aquila ed una vasta porzione della regione Abruzzi. Man mano che le ore passavano diventava sempre piu' allarmante la dimensione del dramma vissuto da quelle popolazioni.
Quello che continua a stupire e' il fatto che l'Italia, paese sismico ed in particolare le regioni ad alto pericolo di sismiscita', non abbiano adottato quelle misure che in altri paesi, e ci riferiamo in modo particolare al Giappone, riescono a contenere in un numero limitato le perdite umane e le devastazioni dovute all'evento naturale. Si dice che molti dei nostri centri abitati sono di origine medievale e che non e' possibile affrontare le spese derivanti dalla messa in sicurezza di palazzi e chiese.
Ma la tecnologia e' andata molto avanti anche in questo settore della sicurezza e lo dimostra quanto fatto ad Assisi per il restauro e la messa in opera di sistemi antiterremoto per la basilica pesantemente danneggiata dal terremoto di anni fa.
Adesso si tratta di piangere e seppellire i morti, ma anche di programmare interventi razionali per prevenire finalmente il massacro di vite umane che le vicende geologiche dei nostri terreni fanno ritenere che siano facili, non dico da preventivare, ma certo da contenere.

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