Due anni fa i media
di tutto il mondo hanno annunciato che il colosso indiano Tata avrebbe messo
sul mercato con la sua controllata Tata Automotives, la macchina piu’ a buon
mercato del mondo chiamata Nano.
Il prezzo di
allora era 2000 dollari. Oggi per avere una Nano del modello base bisogna
calcolare 2700 dollari ai quali aggiungere l’equivalente in rupie di altri
mille dollari per tasse e assicurazione. Con un prezzo del genere tutti si
aspettavano un successo senza precedenti di vendite.
Ma non e’ stato
cosi’. Alla fine del mese di aprile 2013 le vendite della Nano si attestavano
in 253mila unita’ e stanno calando non per colpa della generale crisi del mercato
automobilistico in gran parte del mondo. Ma perche’ all’indiano medio che vuole
lasciare la due ruote, quella vetturetta non piace.
Le ragioni di
questo rifiuto sono soprattutto di carattere psicologico.
Sei mesi fa mio
figlio Marco ha acquistato una Nano, modello base e dobbiamo riconoscere che si
tratta di un’auto eccezionale con la quale abbiamo percorso oltre cinquemila
chilometri nel traffico terrificante di Bangalore, megalopoli di quasi nove
milioni di abitanti ed in continua caotica espansione.
Le dimensioni
della Nano sono generose, soprattutto in altezza. Quattro porte, un motore
bicilindrico di 620 cc raffreddato a liquido. Se qualcuno pensa a vetture
spartane tipo la Citroen due cavalli o la Renault R4 si sbaglia. La Nano ha
tutto quello che serve ad una automobile che voglia meritare questa
definizione. Manca il servosterzo. La velocita’ non supera i 110 KM piu’ che sufficienti in un paese come l’India
nel quale la velocita’ massima nei pochi tratti autostradali (interrotti dai dossi
e dai ckeck poitns della polizia) e’ di 80 chilometri all’ora. Nella capitale
tecnologica dell’India si procede a 15 KM all’ora. E nonostante questo i morti
nelle strade di Bangalore ogni anno superano gli 800.
Le ruote sono piccole
e questo penalizza il comfort tenendo conto dei dossi e buche. Hanno dimensioni
diverse tra le anteriori e posteriori. I consumi sono molto ridotti, 25KM a
litro.
Se uno considera
il rapporto qualita’/ prezzo il giudizio finale e’ piu’ che positivo.
Ma agli indiani
la Nano non piace. Chi ha deciso di imbarcarsi in un lungo pagamento a rate
preferisce una delle tante vetture proposte da una concorrenza vasta e articolata
anche se deve pagare qualcosa di piu’.
Di fronte al flop
di marketing i dirigenti della Tata stanno tentando di trovare strade alternative.
Hanno proposto nuove serie della Nano con sedili rinforzati quanto a selleria,
servo sterzo, radio, aria condizionata, vetri elettrici. Sta per uscire un
modello con motore diesel turbocompresso portato a 800cc.
Resta il fatto
che la Nano sarebbe sicuramente un successo in paesi in cui si sia raggiunta
una maturita’ motoristica e dove potrebbe ritagliarsi uno spazio tra i giovani
(prima auto), le donne e quelli che vogliono caratterizzarsi per una scelta
trendy.
In India l’auto
dei poveri non piace ai poveri. Ed il sogno del mitico ingegnere Ratan Tata di
creare una nuova Wolksvagen per il momento e’ naufragato sul rifiuto di qualche
centinaio di milioni di connazionali. Molti dei quali comprano le Jaguar, Land
Rover ovviamente prodotte dalla Tata.