Dice che dipende
dal caldo torrido con punte oltre i 42. L’estate piu’ calda a Bangalore nell’arco
di 35 anni.
Dice che dipende
dalla dieta locale, molto speziata alla quale cerchiamo, quando e’ possibile,
di creare un’alternativa cucinando un pacco di De Cecco.
Ma il mio medico
americano interpellato via Internet ha detto che puo’ dipendere non solo dalla
dieta e dal caldo, ma anche potrebbe essere un problema al cuore, ai reni o al
fegato. Una cosa leggera.
Percio’: meglio
farsi visitare da un medico locale.
Di che si tratta,
vi state chiedendo? Mi si sono gonfiate le gambe. In genere questo succede a
chi, come il sottoscritto, fa lunghi voli in aereo. Ma l’inconveniente in
genere passa dopo qualche ora dall’arrivo.
Questa volta
invece le mie gambe hanno deciso per conto proprio di fare concorrenza al
classico zampone Fini.
Mae, la ragazza
di mio figlio Marco, prenota una visita da un cardiochirurgo al Fortis Hospital
che con traffico normale si puo’ raggiungere in venti minuti da casa. Ma
siccome il traffico non e’ mai normale, ma sempre impazzito, riusciamo a
raggiungere l’ospedale dopo un’ora, schivando le vacche sacre che pascolano
nella monnezza,opportunamente incendiata con copiosa produzione di diossina che
ai locali sembra fare molto bene; imprecando contro le migliaia di motorini che
ti passano da tutte le parti e contro i camion che iniziano un sorpasso proprio
quando tu hai deciso di iniziare a tua volta a superare un trattore che procede
a cinque all’ora e che si sposta a sua volta nel mezzo della strada per non
investire le sopramenzionate vacche e alcuni pedoni che
procedono nello stesso senso di marcia infischiandosene della propria sicurezza
perche’ tanto, anche se vengono investiti e muoiono si ritrovano fiondati in un
altro essere vivente (sperando che non sia una zanzara).
L’ospedale e’
dotato di un parcheggio multipiano molto comodo.
All’ingresso,
nella hall simile a quella di un buon albergo, ci rivolgiamo ad un banco dove
un’attenta signorina in sari ci dice nel suo incomprensibile inglese a quale
piano dobbiamo andare. Per fortuna ci aiutiamo reciprocamente con il body
language.
Terzo piano,
dipartimento di cardiologia. Sala di attesa molto vasta con televisore che
trasmette senza audio le ultime notizie ssulle votazioni appena concluse dello
stato di Karnataka, quello in cui viviamo con altri sessanta milioni di
indiani.
Una assistente
completa la nostra registrazione, dietro pagamento. Il medico ci riceve dopo
poco in un minuscolo studio.
Considera gli
arti gonfi, misura la pressione, mi palpeggia e dice che l’inconveniente e’ dovuto
al cambio di dieta ed al caldo opprimente.
Conferma che in
genere questo problema puo’ avere origine nel malfunzionamento del cuore,dei
reni o del fegato. Ma non e’ il caso mio.
Mio figlio non si
fida e chiede che siano fatti tutti gli esami necessari. Marco si e’ formato in
America dove e’ raro trovare un medico che sia disposto a fare una diagnosi.
Non si puo’ mai sapere, tante le volte che la diagnosi fosse sbagliata, ci
fossero delle complicazoni e il paziente decidesse di farti causa per danni.
Ma qui in India,
evidentemente, siamo su un altro pianeta e il Dr. Venkatesh, cosi’ si chiama il
mio giovane dottore, dimostra chiaramente di non gradire la richiesta. Ma
prescrive subito sei esami. Il fatto di essere straniero pone il
sottoscritto su una corsia preferenziale.
Vengo affidato ad
una bella ragazza in sari che mi conduce presso i vari laboratori dove sono
sottoposto a esame del sangue, urine, ecografia del cuore, elettrocardiogramma,
doppler delle gambe, sonogram dei reni. Passando davanti a decine di pazienti
molto pazienti che sono in attesa da qualche ora.
Spesa totale pari
a 124 dollari cui biosgna aggiungere i dieci dollari della visita del medico.
Il quale esaminati i rapporti e i diagrammi conferma appieno la sua diagnosi.
Tutto bene. E mi prescrive tre, dico tre, pasticche di diuretico per vedere se
queste gambie si sgonfiano.Acquisto le pasticche nella farmacia dell'ospedale pagando 14 centesimi di dollaro.
Personale medico,
paramedico, addetti alle pulizie ci salutano inchinandosi a mani giunte.
Le gambe sono
ancora un po' gonfie ma tra qualche giorno a Roma con una carbonara seguita da una
coda alla vaccinara, innaffiata da un bianco freddo dei Castelli, sono sicuro che tutto
rientrera’ nella norma. Del resto i medici hanno detto che tutto dipende dalla dieta.
Oscar