Translate

PD come Poveri noi Democratici liberali

Domani assemblea del PD per decidere chi dovra' essere il segretario Caronte che dovra' traghettare temporaneamente , verso lidi unitari  un partito fatto di tribu' l'una contro le altre armate.
Chi scrive ha votato diverse volte a sinistra non perche' convinto della bonta' della sinistra che, a cominciare dal defunto PCI, di guai in Italia ne ha causati molti. Ed e' sempre stata in preda di un 'cupio dissolvi' che l'ha condotta alla drammatica situazione preagonica di questi giorni.
Il Paese e' ingessato per colpa anche di quei sindacati che hanno anteposto con miopia l'interesse degli occupati a quello di milioni di giovani che vogliono avere un futuro.
Ho votato a sinistra obtorto collo perche' il mio voto andava a Romano Prodi che giudico, per avere lavorato con lui per sette anni, una Persona per bene, onesta e di alta preparazione professionale e scientifica. Come dimostra l'apprezzamento di cui gode ai massimi livelli internazionali.
I 101 democratici che gli hanno votato contro nelle elezioni presidenziali sono l'esempio palpabile del degrado morale e della stupidita' politica che anima tanta parte del PD di oggi.
Ed ho votato a sinistra perche' non mi riconoscevo e continuo a non riconoscermi in quell'armata Brancaleone guidata da un personaggio squallido  ma abile nel gestire i suoi affari personali e circondato da una corte di figure che si caratterizzano per la volgarita' degli atteggiamenti.
Per chi puo' votare oggi un liberale? Questa e' la domanda di fondo che giro a tutti quelli che come il sottoscritto non sanno piu' come esercitare in maniera corretta il proprio diritto di scelta.
Si e' tanto parlato, anche troppo, di Matteo Renzi. Ma un voto dato a Renzi dove va a finire oggi in un contesto superagitato come quello del Partito Democratico?
Oscar
__________________________________________________


Caro Oscar,
a proposito del PD, sei stato molto efficace nel descriverlo, grosso modo, come un’accozzaglia di svariate “tribù” l’una contro le altre armate, cosa che ha determinato, in ultima analisi, lo sfascio in cui oggi il partito si ritrova. A mio modesto avviso, il PD in questi anni non è riuscito a elaborare una forte, propria identità, capace di amalgamare le varie anime di radice comunista, democristiana, socialista, socialdemocratica e anche liberale. Oggi, si pone  l’esigenza di chiudere con le singole “fedi” del passato e, attraverso una rinnovata dirigenza, recuperare e, come obiettivo, valorizzare ex novo i valori comuni quali la dignità delle persone attraverso il lavoro, la difesa dell’impresa pubblica nei beni essenziali (sanità, acqua, energia elettrica), l’onesta amministrazione del bene comune, nonché la drastica riduzione della spesa pubblica passando attraverso l’umiltà dei parlamentari di autoridursi come numero e di autolimitarsi ad uno stipendio dignitoso, al pari di un operaio specializzato. Insomma, il nuovo Partito democratico potrà qualificarsi come erede della tradizione di sinistra se la sua azione politica saprà realizzare detti valori, in primo luogo ponendo al centro il lavoro e la dignità delle persone.
Un caro saluto.
Savino (Firenze)