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Rod Rosenstein to resign effective May 11

Deputy Attorney General Rod J. Rosenstein, whose tumultuous two years as the second-highest law enforcement official in the government was marked by battles over the special counsel probe of President Trump, submitted a resignation letter Monday indicating he will leave the job in two weeks.
Rosenstein’s departure had been expected since the beginning of the year, but the date was repeatedly pushed back as special counsel Robert S. Mueller III wound down his investigation and compiled a report detailing his findings.
Since his first days on the job, Rosenstein’s role in the Trump administration has been controversial, from the firing of then-FBI Director James B. Comey in May 2017 to the conclusion reached by Rosenstein and Attorney General William P. Barr that the president had not committed obstruction of justice.
In his resignation letter to Trump, Rosenstein praised the president for his personal charm and policy goals.
“As I submit my resignation effective on May 11, I am grateful to you for the opportunity to serve; for the courtesy and humor you often display in our personal conversations; and for the goals you set in your inaugural address: patriotism, unity, safety, education, and prosperity, because ‘a nation exists to serve its citizens’,” Rosenstein wrote.

Largo ai vecchi....!


Joe Biden Wikipedia

Former Vice President of the United States
Joseph Robinette Biden Jr. is an American politician who served as the 47th vice president of the United States from 2009 to 2017. Biden also represented Delaware in the U.S. Senate from 1973 to 2009. A member of the Democratic Party, Biden is a candidate for President in the 2020 election.
Born: Nov 20, 1942 (age 76) · Scranton, PA
Height: 6' 0"
Spouse: Jill Biden (m. 1977) · Neilia Hunter (m. 1966 - 1972)
Children: Beau Biden (Son) · Hunter Biden (Son) · Naomi Biden (Daughter) · Ashley Biden (Daughter)
Education: Syracuse University · University of Delaware · Archmere Academy
Siblings: Valerie Biden (Sister) · James Brian Biden (Brother) · Francis W. Biden (Brother)
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Bernie Sanders Wikipedia

United States Senator from Vermont
Bernard Sanders is an American politician who has served as the junior United States Senator from Vermont since 2007. The longest-serving Independent in congressional history, he was elected to the U.S. House of Representatives in 1990 and caucuses with the Democratic Party, enabling his appointment to congressional committees and at times giving Democrats a majority.
Born: Sep 08, 1941 (age 77) · Brooklyn, NY
Presidential campaign: website · Wikipedia
Office: Senator I-VT (Since 2007)
Spouse: Jane O'Meara Sanders (m. 1988)
Children: Levi Sanders (Son)
Education: University of Chicago · Brooklyn College · James Madison High School

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Silvio Berlusconi Wikipedia

Former Prime Minister of Italy
Silvio Berlusconi is an Italian media tycoon and politician who has served as Prime Minister of Italy in four governments. Berlusconi is the controlling shareholder of Mediaset and owned the Italian football club A.C. Milan from 1986 to 2017. He is nicknamed Il Cavaliere for his Order of Merit for Labour, although he voluntarily resigned from this order in March 2014. In 2018, Forbes magazine ranked him as the 190th richest man in the world with a net worth of US$8.0 billion. In 2009, Forbes ranked him 12th in the List of The World's Most Powerful People due to his domination of Italian politics, throughout more than twenty years at the head of the centre-right coalition.
Born: Sep 29, 1936 (age 82) · Milan, Italy
Height: 5' 5"
Parties: Forza Italia · Forza Italia · The People of Freedom
Spouse: Veronica Lario (m. 1990 - 2013) · Carla Elvira Dall'Oglio (m. 1965 - 1985)
Partner: Francesca Pascale (Since 2012)
Children: Pier Silvio Berlusconi (Son) · Marina Berlusconi (Daughter) · Barbara Berlusconi (Daughter) · Eleonora Berlusconi (Daughter) · Luigi Berlusconi (Son)
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Donald Trump Wikipedia 

President of United States
Donald John Trump is the 45th and current president of the United States. Before entering politics, he was a businessman and television personality. Trump was born and raised in the New York City borough o…
Born: Jun 14, 1946 (age 72) · Queens, NY
Presidential campaign: website · Wikipedia
Office: President of the United States - R (Since 2017)
Spouse: Melania Trump (m. 2005) · Marla Maples (m. 1993 - 1999) · Ivana Trump (m. 1977 - 1992)
Children: Ivanka Trump (Daughter) · Tiffany Trump (Daughter) · Donald Trump Jr. (Son) · Eric Trump (Son) · Barron Trump (Son)
Education: Wharton School of the University of Pennsylvania (1966 - 1968) · Fordham University (1964 - 1966) · The Kew-Forest School (1951 - 1959) · New York Military Academy (1959 - 1964)

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Joe Biden  (76 anni) inizia la sua campagna elettorale da Pittsburgh. Abbiamo un grande rispetto per questo uomo politico americano che incarna un modello di comportamento che, purtroppo, con l'attuale inquilino della Casa Bianca sembra essere tramontato.
Joe Biden è un senatore apprezzato unanimemente dai suoi colleghi anche da quelli repubblicani per la sua compostezza, disponibilità, immagine di un uomo tremendamente piegato dal destino se si pensa alla morte della prima moglie insieme alla figlia di pochi mesi causata da un camion che ha investito l'auto in un crocicchio. E poi la recente morte del figlio Beau, avvocato e destinato ad una fulgida carriera politica interrotta da un tumore al cervello.
Ma, lo abbiamo scritto recentemente, pesa la denuncia fatta da sette sue collaboratrici che hanno affermato di aver subito una diminuzione del proprio spazio fisico a causa delle smancerie del senatore. Un difetto questo dovuto ad una naturale predisposizione di Biden ad abbracciare il prossimo suo che confligge con la cultura imperante del 'do not touch me'.
Una volta decisa la propria discesa in campo nelle affollate primarie del partito democratico, il senatore e ex vice presidente Joe Biden si è slanciato in dichiarazioni auto flagellanti che si riferivano a lontane audizioni del Senato nelle quali era coinvolta la signorina, oggi professoressa, Anita Hill che aveva dichiarato (pensate allora, era il 1991) di aver subito avances dal giudice della corte suprema Clarence Thomas.
Joe Biden ha dichiarato di non avere sostenuto come avrebbe dovuto fare la giovane assistente nera del maturo supremo giudice anch'egli nero. Anita Hill gli ha risposto che delle sue tardive scuse non gliene puo' importare di meno.
Iniziare una lunga campagna elettorale con una sventagliata di scuse non è il massimo dell'efficienza di un marketing politico elementarizzato dal presidente Trump per almeno un terzo della popolazione americana che gode solo del pecoreccio.
Sarà dura per l'ex vicepresidente Biden riuscire ad affermarsi nelle primarie democratiche contro competitori dotati di energia, esperienza professionale, e una eta' molto distanziata dai suoi 76 anni.
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Quanto al senatore Bernie Sanders (77 anni) ricordiamo che i milioni di voti ottenuti nella passata competizione presidenziale del 2016 hanno rappresentato la mannaia sulle speranze della Hillary Clinton di diventare il primo presidente donna degli Stati Uniti. Siccome gli uomini politici vengono giudicati negli Stati Uniti, ma non solo, sulla base del body language, ci vediamo costretti a dichiarare che l'oratoria di questo uomo politico non ci convince del tutto essendo una rifrittura di luoghi comuni espressi con una gestualità che troviamo eccessiva.
A giudicare dalle indagini di mercato sembra invece che Bernie Sanders goda di largo credito soprattutto tra i giovani e questo ci fa capire che il nostro giudizio è non solo affrettato ma anche fuori tempo.
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Silvio Berlusconi (83 anni) molti guai corporali permanenti, decenni di manipolazioni della propria immagine fisica nel vano e costoso tentativo di inseguire una gioventù sfiorita da tempo.
Tutto il rispetto per una persona in tarda età.
Sono anni che scriviamo su questo personaggio che sicuramente passerà alla storia ma, secondo noi, non certo in termini positivi.
Berlusconi è entrato in politica per salvaguardare le proprie aziende, ha avuto intuizioni di marketing politico molto valide almeno per quanto riguardava i propri interessi strettamente personali.
Ha fatto promesse a larghe mani, che non sono state mantenute, ma, soprattutto, ha offerto alle nuove generazioni un modello di comportamento secondo cui tutto si vende e tutto si compra, a cominciare dagli affetti, dal proprio corpo o da quello delle persone che cadono nella ragnatela delle nostre persecuzioni erotiche.
Berlusconi con i suoi bunga bunga si è reso famoso in tutto il mondo e ha fatto sghignazzare intere nazioni riversando sull'Italia ondate di ironia devastante.
Chi scrive non gliene può essere grato perché le istituzioni italiane sono state ridotte a fango.
Si ripresenta adesso nell'agone politico anche se le prospettive di un rilancio del partito da lui fondato, Forza Italia, sono miserande.
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Donald Trump, meglio definito "mendacio man".
Tipico esempio da manuale di come il messaggio indirizzato al ventre di una larga fascia della popolazione risulti sempre pagante in termini di potere acquisito.
Donald Trump e' la splendida conferma di quanto il diplomatico francese Alexis De Tocqueville che scrisse "La democrazia in America" nel 1835, fosse riuscito a cogliere il significato di una democrazia tutta particolare nata da poco e proiettata a diventare il paese piu' potente del pianeta.
Il giovane Alexis, guardando alla nascente democrazia americana, ipotizzò la possibilità che sconfinasse in un "dispotismo addolcito", anticamera della autocrazia.
Ed è quanto stiamo vivendo oggi negli Stati Uniti.
I simpatizzanti dell'attuale inquilino della Casa Bianca sostengono che Donald Trump è un entertainer e come tale deve essere giustificato.
Ci risulta difficile assolvere uno che sostiene le donne devono essere "grab them by the pussy".
Uno che con la moglie che ha partorito da quattro mesi spende centinaia di migliaia di dollari per accompagnarsi con qualche professionista del sesso di alto bordo.
Uno che non nasconde le proprie simpatie per i movimenti sovranisti ispirato da quello Steve Bannon, oracolo ascoltato anche in Italia dei movimenti populisti.
Ma per non correre il rischio di essere considerato un eccessivo censore del mitico Donald, preferiamo riferire quanto su di lui ha detto il giudice Andrew Napolitano, ospite-pensate voi-addirittura della Fox news, la stazione prediletta dal Presidente:

“When the president asks his former adviser and my former colleague K.T. McFarland to write an untruthful letter to the file knowing the government would subpoena it, that’s obstruction of justice,” Napolitano said in his video. “When the president asks Cory Lewandowski, his former campaign manager, to get Mueller fired, that’s obstruction of justice. When the president asks his then White House counsel to get Mueller fired and then lie about it, that’s obstruction of justice. When he asked Don McGahn to go back to the special counsel and then change his testimony, that’s obstruction of justice. When he dangled the pardon in front of Michael Cohen in order to keep Cohen from testifying against him, that’s obstruction of justice. Why not charge him?”

Il successo dei populisti causato dalla frattura fra élite e popolo


Élite e popolo: la caduta delle protezioni dietro la crisi dell’Europa
Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero 
L’inizio della campagna per le elezioni europee ci obbliga, almeno per una volta, a riflettere non tanto sugli avvenimenti del giorno ma sui temi che più hanno determinato i cambiamenti della pubblica opinione e gli orientamenti politici nel nostro paese e, seppure in diversi gradi, in tutti i paesi europei.
Voglio subito anticipare che le riflessioni che seguiranno mi spingono a considerare come causa determinante di questi cambiamenti la caduta della protezione dei cittadini o, ancor più, la loro paura di essere di fronte alla sua caduta futura.
In primo luogo, anche se è già stato ampiamente ripetuto, è bene ribadire che la globalizzazione, che pure ha avuto l’immenso merito di togliere quasi due miliardi di persone dalla povertà, è stata portata avanti senza tenere conto delle conseguenze profonde che essa avrebbe provocato nelle strutture sociali dei paesi a più elevato livello di sviluppo.
Operando in modo congiunto con le inedite caratteristiche del nuovo progresso tecnologico e con il dominio della finanza sull’economia, la globalizzazione ha infatti prodotto una divaricazione tra ricchi e poveri che non ha precedenti nella storia recente. Se vent’anni fa gli analisti più raffinati paventavano l’arrivo della società dei due terzi (nella quale ben un terzo avrebbe avuto gravi difficoltà di inserimento) oggi stiamo entrando nella società in cui solo un terzo dei cittadini si sente pienamente inserito.
In essa il ceto medio viene spinto verso il basso, cioè fra coloro che, col proprio lavoro, non riescono ad arrivare ad un decoroso livello di vita. La compressione dei salari, la disoccupazione e il precariato, a cui si è aggiunta una dinamica depressiva nel ciclo degli investimenti pubblici, hanno messo ai margini una parte sempre più ampia dei cittadini.
Tutto questo ha provocato l’inizio di un indebolimento della protezione del welfare e una diffusa paura che questa caduta si accentui in futuro, accanendosi soprattutto  sui due settori che più proteggono i cittadini, e cioè la sanità e il sistema pensionistico.
Per un certo periodo di tempo il risparmio familiare e la solidarietà fra le generazioni hanno rallentato la caduta del sistema economico ma la durata della crisi ha mostrato sempre più i limiti di questo “welfare familiare”e ha messo sempre più a nudo i problemi dei due terzi perdenti.
Essi si sono sentiti abbandonati da un’élite che, pur lodevolmente sensibile al progresso dei diritti civili, non ha invece mostrato una parallela sensibilità nei confronti del degrado degli equilibri economici e sociali. Un’élite che, fondandosi sul successo della propria appartenenza ad una reale o presunta meritocrazia, tollera disuguaglianze che, al di là della loro legittimità, portano al crollo di quel senso di protezione che una società democratica deve produrre per potersi perpetuare.
I cittadini hanno progressivamente abbandonato i loro tradizionali leader non tanto perché li sentivano impreparati o disonesti ma perché li sentivano distanti, in quanto forniti sempre di un paracadute che li ha resi sicuri di fronte a una qualsiasi caduta del sistema scolastico, sanitario o pensionistico. Un’élite che, essendo cittadina del mondo, è per definizione protetta di fronte ai rischi della globalizzazione.
Di qui la comprensibile preferenza degli elettori per coloro che non si distaccano da loro per curriculum di studi, che non hanno esperienze professionali particolari e che, possibilmente, non parlano le lingue straniere. E quindi una profonda avversione, che si traduce in una radicale svolta politica, nei confronti di un’élite tecnocratica che ha prodotto disuguaglianze ingiustificate. Non importa se i rimedi proposti producano differenze ancora più marcate.
La “flat tax”, per esempio, abolendo la progressività delle imposte, aumenta le differenze di reddito e, riducendo gli introiti del settore pubblico, mette ancora più a rischio la sopravvivenza del sistema di welfare. A loro volta i pensionamenti anticipati drenano le risorse necessarie al funzionamento di un effettivo sistema di protezione per i più giovani.
Credo però che sia finalmente arrivata la consapevolezza della necessità di apportare le doverose correzioni ad un sistema che, procedendo come in passato, renderebbe tragicamente irreparabili le fratture che già abbiamo riscontrato.
Ad esempio, a livello europeo (l’unico possibile per essere efficace) è stato approvato un provvedimento che, con la protezione dei diritti d’autore, frena lo strapotere delle multinazionali dell’informazione, così come si è finalmente obbligato Apple a pagare uno straccio di imposta all’Irlanda che, con l’Olanda e il Lussemburgo, è sostanzialmente divenuto un paradiso fiscale.
A quest’inizio di una nuova consapevolezza nei confronti della necessità di una solidarietà europea si aggiunge il fatto che, dopo il disastro della Brexit, nessuno più parla di un’uscita dall’Euro e, tantomeno, dall’Unione.
Nella prospettiva di una nuova coscienza della necessità di mutare il rapporto fra élite meritocratica e protezione ha fatto infine irruzione la quasi incredibile proposta di Macron di chiudere l’ENA, cioè la scuola che è nata ed è cresciuta con lo specifico ed esclusivo compito di formare l’élite francese. Che sia anche questo un tentativo (non so se appropriato o no) di ricucire il tessuto sociale?
Per ora accontentiamoci di prendere atto della grande e stupefacente partecipazione di tutta l’Europa al dolore per l’incendio di Notre Dame, un dolore che ha messo in un’inaspettata luce le nostre comuni radici spirituali e civili. Mi auguro che questa rinnovata consapevolezza della condivisa appartenenza sia un segnale di risveglio di una nuova solidarietà fra la classe dirigente e il popolo europeo.


In America ci sono 30 milioni di diabetici e 80 milioni di prediabetici




Per  il Lettore italiano:

In America ci sono 30 milioni di diabetici e 80 milioni di prediabetici su una popolazione di 327 milioni di persone. Ma questa epidemia non riguarda solo gli adulti e le persone in la' con gli anni.
Il diabete investe oggi soprattutto milioni di bambini e ragazzi tirati su con cibi, dolci, caramelle strapieni di zucchero.
A questo si aggiunga il fast food e la incapacita' della popolazione americana di prepararsi da sola qualcosa da mettere sullo stomaco.
I media fanno il loro mestiere e sciacquano le meningi alla gente creando sempre nuovi bisogni e impellenze alimentari.
Ultimo, ma non ultimo Donald Trump che pubblicizza la sua dieta a base di hamburger, patate fritte e Coca Cola.
I suo medico afferma che il presidente gode di ottima salute.
Ma i dati sul suo diabete non sono disponibili.
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Merck and Viola Davis to Debut A Touch of Sugar During Tribeca Film Festival®




Acclaimed Actress Narrates Documentary Aimed at Confronting America's Type 2 Diabetes Crisis
KENILWORTH, N.J., April 25, 2019 /PRNewswire/ -- Merck (MRK), known as MSD outside the United States and Canada, announced today that its documentary film, A Touch of Sugar, will debut during the Tribeca Film Festival on Thursday, April 25 as a part of the company's program, America's Diabetes Challenge: Get to Your Goals. Narrated by award-winning actress and documentary spokesperson Viola Davis, the film dives into the type 2 diabetes healthcare epidemic that affects people in every community across the country, including Davis's own family.
Experience the interactive Multichannel News Release here: https://www.multivu.com/players/English/8481851-merck-diabetes-documentary-premiere/
"I'm one of the 84 million American adults living with prediabetes and I'm sharing my story for the first time in an effort to inspire others to take action against the type 2 diabetes epidemic ," said Davis, spokesperson for A Touch of Sugar. "My sisters are both struggling with type 2 diabetes and my aunt also died from complications of the disease. Growing up, we just said they had 'the sugar,' which didn't sound that concerning. But, when you look at the facts, there's nothing harmless about diabetes – it's a chronic disease that needs to be taken seriously if we're going to get it under control."  
More than 30 million American adults have diabetes – that's about 1 in 10 people – and 90 to 95 percent of them have type 2 diabetes. While many try to manage the disease by eating healthy, exercising and sticking to their treatment plan, about one-third of adults with type 2 diabetes are still not at their A1C (average blood glucose level over the past 2 to 3 months) goal. Living with the disease can be challenging, and there are many external factors that impact diabetes management. Through interviews with patients and their loved ones, doctors, patient advocates and thought leaders in the space, A Touch of Sugar highlights the often overlooked role that culture, community, social dynamics and stigma play in the epidemic.
"The American Diabetes Association is honored to participate in this important documentary, which demonstrates the resiliency of the human spirit and contests the national perception of life with type 2 diabetes," said Tracey D. Brown, film subject and CEO of the American Diabetes Association. "As someone living with the disease, I stand proudly with our community and encourage everyone to share what it's like to live with type 2 diabetes, so we can awaken the world to the everyday realities of this disease. Everybody's voice counts and matters."
A Touch of Sugar is told through the voices of patients united in their struggles with this chronic disease. As Shenekqual Robertson-Carter prepares for her wedding, Stewart Perry heads to Capitol Hill, Niurka Rodriguez provides for her family and Susie Katona searches for the guidance she needs, the film explores the many social factors that affect disease management and helps reinforce type 2 diabetes as an urgent public health issue that can't be ignored, especially among underserved populations. Through these stories, the film touches on pressing issues affecting patients and families nationwide, such as barriers to treatment, stigma, lack of access to care and nutritious foods, and the need for culturally relevant management tools.
"A Touch of Sugar is an honest depiction of life with type 2 diabetes that puts a much-needed spotlight on the real people affected by it firsthand," said Conrod Kelly, Executive Director, Diabetes Franchise at Merck. "Although the disease is a result of a combination of genetics, lifestyle and environment, there are steps we can take together to help reduce its impact on individuals and their families. With this documentary, Merck is dedicated to increasing awareness and inspiring action to ultimately confront America's type 2 diabetes epidemic head on – one community and one patient at a time."
People can learn more about A Touch of Sugar and how to make a difference in their communities by visiting ATouchOfSugarFilm.com. On the website, they can watch the trailer, start the conversation by downloading a discussion guide and find educational resources to help improve diabetes management.
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Le prove atomiche, per di più fatte consapevolmente sul proprio territorio, si pagano geneticamente e la bolletta è a carica delle generazioni discendenti. E solo l'inizio e il diabete è solo una delle tante disfunzioni (che incantano le industrie farmaceutiche.)
Paolo
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Egregio Oscar,

Avrei pensato di piu' del 10% della popolazione,  se si considera che in Italia, patria della dieta mediterranea,  la percentuale nel 2016 era del 5% con un picco del 16% tra gli over 65.

Se consideriamo poi che un 30 % degli americani appartengono ad etnie afro e latino, dove l'alimentazione e' fuori da tutti i parametri di salute, direi che, paragonandoli all'italia sono ancora pochi.

In Italia, dal 2016, ultimi dati Istat di 3.2 milioni di diabetici, la situazione e' peggiorata con un forte aumento dell'obesita' e quando avremo i dati del 2019, dopo tre anni , avremo amare sorprese.

E non abbiamo ancora un 30% della popolazione, con abitudini alimentari come quelle sudamericane, messicane e africane che hanno invece gli Stati Uniti.

In conclusione, gli americani si difendono ancora bene, il Belpaese deve invece preoccuparsi in fretta.

Cordiali saluti

Giancarlo Belluso


How Trump may be making his own impeachment more likelyBy Greg Sargent (TWP)
Nancy Pelosi has rebuffed pressure to initiate an impeachment inquiry by arguing that there are other means of holding President Trump accountable for his corruption and wrongdoing — a goal that the House speaker herself has cast as imperative for protecting our democracy.
“We all firmly agree that we should proceed down a path of finding the truth,” the House speaker recently wrote in a letter to House Democrats. “It is also important to know that the facts regarding holding the President accountable can be gained outside of impeachment hearings.”
That’s true. But what happens if the White House will not allow Congress to get access to the “facts” that are necessary to carry out the task of “holding the President accountable”?
Trump, in a new interview with The Post, just made it overwhelmingly clear that he will henceforth treat the House and its reasonable oversight efforts as fundamentally illegitimate.
“There is no reason to go any further, and especially in Congress where it’s very partisan — obviously very partisan,” Trump said, referring to the latest round of oversight requests House Democrats have made.
Trump’s justification: The White House already fully cooperated with special counsel Robert S. Mueller III’s investigation (Trump actually refused to testify and tried to get Mueller fired), so there’s no reason to cooperate “any further” with Congress.
Thus, the Treasury Department just informed House Democrats that it will not meet the deadline of their request for Trump’s tax returns. While it’s still possible that this could change, this looks extremely unlikely, as long as Trump does not want his returns disclosed, which he adamantly does not.
Meanwhile, the White House is preparing to lean on former White House counsel Donald McGahn to defy a subpoena to testify before the House Judiciary Committee, to elaborate on the extensive testimony he gave to Mueller supporting the case that Trump obstructed justice. The White House may assert executive privilege.
But here’s the thing: If the White House continues down this path, it will make it still harder for House Democrats to resist an impeachment inquiry. Because if they launch one, their legal case for doing things such as compelling McGahn’s testimony and getting Trump’s returns will get even stronger than it already is.
Impeachment inquiry could strengthen Democrats’ hand
In requesting the last six years of Trump’s personal and business tax returns, Rep. Richard Neal (D-Mass.), the chairman of the Ways and Means Committee, noted that Congress needs them to conduct oversight into whether the IRS is auditing and enforcing tax laws against the president, and to inform relevant legislation.
The legal case for getting Trump’s returns is already strong. If a tax-writing committee requests an individual’s tax returns — say, those of Individual-1 — then the Treasury Department “shall” furnish them. Neal additionally provided a legislative purpose.
In rebuffing this request, Treasury Secretary Steven Mnuchin argued that this legislative purpose was a sham. Mnuchin said the returns must be “pertinent” to an inquiry that is “within the jurisdiction of the committee” and furthers a “legitimate task of the Congress.”
In saying this, Mnuchin actually revealed that an impeachment inquiry — which would constitute a legitimate congressional task — would strengthen that case, legal experts tell me.
“The response is that this request doesn’t relate to a legitimate inquiry,” Randall Eliason, who teaches white-collar crime law at George Washington University, told me. “If you had an impeachment hearing underway, and the focus was whether the president has financial conflicts or ties with foreign powers that are influencing his policies or compromising him in some way, then his tax returns become very relevant.”
This is also the case when it comes to McGahn’s testimony, legal experts say.
Joshua Matz, who co-wrote a good book on impeachment with law professor Laurence Tribe, told me that the House’s oversight role already provides a strong basis for subpoenaing McGahn. But if the White House asserts executive privilege, Matz said, an impeachment inquiry would constitute an even more powerful case for the courts to override it.
“There’s no doubt that the President has an important, legitimate interest in executive privilege,” Matz told me. “But in our constitutional structure, the impeachment power is mightier and more fundamental than virtually any interest that the President might raise against it.”
McGahn provided granular dramatization of Trump’s obstruction. Among other things, he recounted that Trump ordered him to fire Mueller, then directed McGahn to lie about it and create a paper trail covering it up.
Obstruction of justice has historically been an impeachable offense, confirming, as Adam Liptak puts it, that the “Constitution cannot tolerate” the “corrupt use of power to frustrate lawful investigations,” because this threatens “the constitutional order.”
Mueller did not indict, as per Justice Department policy. But his report identified repeated cases of obstructive conduct that Trump undertook with improper intent, especially including those involving McGahn.
The case for launching an impeachment inquiry is already strong based on what we know. If Democrats want to take intermediate steps like hearing from McGahn first, but the White House blocks them, an impeachment inquiry would then be the last resort — for sound structural reasons.
“The entire premise of the impeachment power is that in truly extreme cases of wrongdoing, Congress is our ultimate check on a rogue president,” Matz told me. “In carrying out this mandate, Congress has near-unlimited authority to engage in whatever fact-finding it deems necessary.”
A dilemma for Democrats
Perhaps Trump views an impeachment inquiry as a less bad outcome than releasing his tax returns. Or perhaps he hopes to run out the clock, gambling that Democrats won’t have the guts to pull the trigger.
If so, that creates a torturous dilemma. Democrats themselves say the full truth must be pursued, for the sake of the country. But if Trump blocks them from doing that, it would seem to force their hand and require an impeachment inquiry.
It really might come down to a choice between that and allowing Trump to neuter them entirely, in a way that — by their own lights — puts the country and the rule of law in extreme peril.