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A chi dare il voto?


Sono un anziano liberale.

Quando avevo 14 anni frequentavo la sede del PLI a Firenze, ma solo perché si esibiva un trio di jazz che voleva imitare la band di Django Reinhardt, il chitarrista con tre dita che spopolava con il suo Quintette du Hot Club de France.

Tanto per dire: la potenza attrattiva della musica.

Dopo alcuni anni mi sono avvicinato di nuovo al PLI, questa volta sulla base di chiare convinzioni politiche.

Sono stato consigliere comunale a Palazzo Vecchio, a Firenze che non è l'ultimo dei villaggi, per dieci anni facendomi rieleggere nonostante il declino del partito.

Ho subito diverse aggressioni da parte dei comunisti di allora perché mi ero inventato i comizi volanti e andavo nelle loro piazze (dove nessun altro si sarebbe azzardato ad andare) montando su una vecchia Fiat un palchetto e informando i locali su quello che vedevo nell'Unione Sovietica dove andavo a organizzare padiglioni fieristici. E non gli faceva piacere sentirselo dire.

Tre assalti, di fronte a qualche carabiniere che faceva finta di non vedere, finiti in tribunale e assoluzione per i responsabili per 'insufficienza di prove'. Mi avevano mandato all'ospedale.

Negli anni della maturità, pur vivendo ormai all'estero da decenni, ho votato per il Partito Democratico, ma solo perché c'era Romano Prodi, persona che io stimo per quanto ha dato e sta dando all'Italia.

Adesso, impugnando il mio passaporto italiano, devo ammettere che sono profondamente disorientato.

Osservando la situazione geopolitica italiana mi chiedo dove persone come chi scrive di sostanziale formazione liberale possano orientarsi dando il proprio voto nella prossima importante scadenza elettorale europea.

Dico subito che non  voterò per il Partito Democratico perché l'apertura del suo nuovo segretario generale, Zingaretti, a quella frangia di comunisti, autori di una scissione che ha colpito soprattutto prima loro e poi il partito, mi crea una irriducibile reazione allergica.

Con tutto il rispetto per il signor Salvini e nonostante il 37% di consensi registrati a livello nazionale (tra i quali tanti dei miei amici e conoscenti italiani) non me la sento di dare il mio consenso a chi si sta adoperando per far franare l'Unione Europea.

Raccontare ai giovani e ai meno giovani di oggi che devono considerarsi superfortunati per essere nati e cresciuti in un contesto di pace che perdura da settant'anni sembra una scemenza da vecchi rincoglioniti.

Ma chi ha vissuto la propria fanciullezza in una Firenze dilaniata dal passaggio del fronte con i nazisti che hanno fatto saltare i ponti sul fiume Arno (meno per fortuna il Ponte Vecchio forse per un rigurgito morale del capitano tedesco responsabile della distruzione), lo schianto delle bombe dei bombardamenti americani, le macerie dei palazzi che all'improvviso aprivano nuovi squarci di luce nelle strade cittadine, i cecchini che colpivano le donne alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti, la fame, la fame, Madonna: la fame, bene: tutto questo me lo porto dentro avviluppato in un ricordo di terrore.

Dice: perche' non dai il voto ai Cinque Stelle? Non riesco a capirli. Non basta solo il 'vaffa' (che nessuno ricorda piu') per giustificare una scelta politica.

Dare il proprio voto a Berlusconi, pateticamente di nuovo sul palcoscenico della richiesta politica, passato sicuramente alla storia per essere stato un modello di comportamento inqualificabile che comunque ha permeato in senso deleterio una generazione, non è proprio cosa.

Restano le altre frattaglie mentre manca un sicuro riferimento di centro perché la confluenza del movimento di Calenda nel partito democratico non offre garanzie di tenuta.

Pertanto, per la prima volta in vita mia, dico a me stesso (agli altri non gliene può fregare di meno) che mi asterrò dal voto, sapendo di rinunciare al privilegio bagnato dal sangue di tanti soldati e cittadini italiani di avere la possibilità di vivere in un regime che garantisce la libertà.

Buona Pasqua ai miei connazionali a 7000 km da Washington e attenti, soprattutto, alla sorpresa che troverete nel classico uovo.

Oscar
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Buongiorno - 
ottimo blog - da un liberale quasi cinquantenne, mi sento abbastanza vicino alla sua analisi. 
Diedi il mio voto al PLI da diciottenne e da ventenne, per poi astenermi dal voto per quasi trent’anni, fatte eccezioni per una volta a Monti e una volta a Giannino e penso una volta a Forza Italia. 
Se Calenda (che ho conosciuto abbastanza bene quando era in Ferrari, persona seria e perbene) può rappresentare una speranza a sinistra, manca in Italia una destra moderna, conservatrice e liberale. 
Cordiali saluti e auguri di Buona Pasqua. 
Carlo
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Caro Oscar,

Ho letto il Tuo articolo come sempre ricco di contenuti e che sottoscrivere al 90%.

Non abbiamo altra scelta che l'astensione.

La parte che non condivido è solamente il Tuo giudizio su Prodi, al quale so legarTi un vecchio rapporto professionale e amicale. Purtroppo Prodi fu l'artefice del cambio Lira Euro a 2000 (mentre il marco cambiò a 1000), che rese tutti noi, proprietari di immobili e titolari di risparmio, poveri. Lui invece ottenne 2 (due!) mandati da Presidente Della Commissione UE.

Da quello sciagurato cambio, oltre che da Mani Pulite, discende la situazione attuale del nostro povero (ma straordinario) Paese.

Ti abbraccio,

Roberto

Oscar risponde:

Caro Roberto:
fermo restando che ognuno puo' pensarla come gli pare, resta il fatto che le affermazioni devono corrispondere al vero. 

Altrimenti si cade nella macelleria dialettica tipica di tanta comunicazione sociale italiana.

Romano Prodi ha avuto un solo mandato alla Commissione e, quanto al cambio dell'Euro, non e' corretto quanto da te affermato: era infatti utile e da tutti desiderato entrare con la lira più svalutata possibile rispetto al marco in modo da essere più concorrenziali. Ci siamo riusciti in pieno! Ti invito a leggere tutti ( ripeto tutti ) i commenti di allora

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Il suo imbarazzo e ‘anche il mio. La leggo da tempo ( inclusi i gialli) e direi che condivido quello che scrive ( eccetto la stima per Prodi, che ho incontrato due volte come Direttore di Assindustria Firenze a suo tempo e nell’attuale ruolo di Direttore Generale Finco. Un uomo apparentemente bonario ma in realtà rancoroso ed al di là di questa irrilevante notazione, un pessimo presidente Iri e non meno negativo - con eccezioni- presidente del Consiglio. Votare poi lo stesso partito che gli ha giocato il noto scherzetto alla Presidenza della Repubblica...). Zingaretti poi non ne parliamo , il peggiore dei tre alle primarie pd. La gente non imparerà mai a giudicare sui fatti e non sulle parole, a volte mi chiedo. Bastava osservare cosa ha fatto in Regione Lazio. Ma anche sull’altro fronte... mi sa che mi astengo anche io . Debbo dire che la Meloni la trovo lucida anche se un po’ distante...cordiali saluti Angelo Artale

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Caro Oscar,
ti leggo sempre: con piacere, interesse e - se permetti - con un po' di nostalgìa.
In tutti gli anni( tanti ) trascorsi con gli studenti, parlando di Storia - e di Educazione Civica
che alla Storia non può che essere indissolubilmente collegata - ho cercato di spiegare, insegnare
che il voto è un diritto, ma insieme un dovere; che accanto alla libertà di scelta vive il dovere
civile di una scelta. Anche per i motivi - sacri, direi - che tu stesso richiami. Una scelta che dalla persona,
dal cittadino deve essere effettuata: votando , se non il meglio, il meno peggio. Chi poi neanche questo si sentisse di fare,  dovrebbe - almeno - andare alle urne per depositare scheda bianca o per annullare la scheda.
Così ho sempre insegnato ai giovani; e, ovviamente, per primi ai miei figli; così ho sempre fatto.
E così , finchè vivrò, farò. Sbaglio? Non sei d'accordo ?
Ho voluto dirtelo, ad ogni buon conto. E ti mando un abbraccio
Adalberto Scarlino, Firenze, Italia
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Caro Oscar,

ho appena diffuse su twitter la Tua lettera, aggiungendovi un titolo ancora più esplicativo: "Oscar Bartoli, nella sua Letter from Washington DC, si chiede: A chi dare il voto? E finisce per scegliere di astenersi, come ormai fanno da anni tanti liberali privi della loro casa oppure a disagio nelle case degli altri”.

Anch’io sono, come te, un liberale d’antan, e mi sto dannando perché vedo al centro del panorama politico un grande spazio per la nascita di un significativo movimento liberale, ma nessuno che prova ad occuparlo tra i tanti che avrebbero titolo culturale e risorse economiche per farlo.

Nel mio piccolo, coma hanno fatto anche tanti altri, isolati come me, ho creato un’associazione politica e un sito web “democrazialiberale.org”, sul quale mi piacerebbe che Tu, quando Ti va, potessi scrivere qualcosa, come contributo volontario e gratuito per non fare spegnere la speranza che ci accompagnerà per il resto della nostra vita.

Un caro saluto e buona Pasqua,

Enzo Palumbo
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Carissimi ,tanti auguri di Buona Pasqua! Noi torniamo a Lisbona a fine aprile e votiamo per Calenda. Non è il PLI né il PRI, ma almeno è per l’Europa! 
Enrico e Anna Maria.
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Caro Oscar, ti leggo quando me ne concedo il tempo e il lusso.

Fortunatamente non ho perso Il contropelo a Salvini della Murgia, rinviandolo poi a decine di amici, figli e conoscenti.

Purtroppo neanche io ho idea sul voto: e' un dramma, forse non sapendo scegliere meno peggio seguiro' il tuo lettore che descrive Calenda come una . brava persona. Ma dramma rimane.

Buona Pasqua,  

Roberto Paolieri

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Caro Oscar,
la leggo sempre volentieri condividendo spesso le idee espresse e quasi sempre le argomentazioni svolte ma questa volta mi stupisce la decisione finale sul non voto. La ragione del mio stupore è che non voto in questa situazione significa, nei fatti, sostenere il partito che otterrà la maggioranza dei voti.
Visto che non mi pare proprio che lei sia favorevole alla Lega, mi permetto di suggerire il voto a Calenda che mi sembrerebbe molto più coerente con le argomentazioni svolte.
Cordialmente,
Emanuele

Oscar risponde:


Le sono grato per il suo suggerimento.
Che non è escluso possa seguire una volta dileguati i fumi depressivi.
Buona Pasqua, Professore.
Oscar

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New providence 21 aprile 2019
Ciao Oscar,
Saluti dal New Jersey dove ormai spendo molto del mio tempo e cordiali auguri di buona Pasqua
Ho letto oggi su America oggi il tuo intervento che replica quando scrivi sul tuo blog
forse avrai letto che sono da alcuni anni il corrispondente da Milano di America oggi e miei contributi appaiono frequentemente sul giornale
Quanto tu scrivi mi trova assolutamente d'accordo e sono anche io tentato dall'estensione anche se il mio percorso politico nei decenni è stata un po' diverso dal tuo: infatti non ho mai svolto politica attiva ed ho sempre pervicacemente votato per il partito repubblicano fino a che all'orizzonte non sono apparsi prima  Prodi e successivamente Matteo Renzi di cui sono ancora un pervicace è convinto sostenitore
in tutto questo casino mi sostiene solo convinzione che l'Italia vive nelle catastrofi continue e permanenti da 2000 anni: deve crollare tutto proprio adesso, malgrado tutto l'impegno che ci mettono quelli al governo?

infine ti segnalo che il 5 giugno prossimo terrò proprio qui a New Providence una conversazione dal titolo "visit  Florence with a Florentine"; Io mi diverto molto a prepararla, spero si divertiranno anche quelli che verranno ad assistere
Un abbraccio forte
Piero Piccardi
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Caro Oscar,

In fin dei conti credo che la cosa migliore sia ancora votare PD come ultimo baluardo contro un partito xenofobo, razzista e fascistoide come la lega, per conservare quella base di principi democratici e anche liberali che ancora esistono nel nostro paese.

Quindi fatti coraggio e vota, chi non vota ha perso in partenza.

Saluti

Ennio
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Caro Oscar,

La leggo molto spesso e con interesse. Questa volta mi sento di doverle una risposta. Premesso che condivido la sua analisi ( anche se sono parecchio più critica sia su 5s che su FI ), che sono una Liberal open mind ( alias senza preconcetti ) , che mi ritrovo a sentirmi " apolide politica " ora qui in Italia e che si tratta in questa tornata di valutare con un'ottica Europea , più che ristretta visuale italica ( anche se l'andamento potrà avere conseguenze pure nello scenario nazionale ), personalmente ritengo di basilare importanza rafforzare in UE il gruppo LIBERAL e cioè ALDE . Quindi, per chi vota in Italia, convintamente Più Europa,  il cui progetto per il futuro dell'Europa è ricco di contenuti chiari, dichiarati da lungo tempo e in linea con quanto Calenda propone  (Calenda  che pure io avrei votato se non si fosse fatto fagocitare e usare da Zingaretti & co., nuovo vecchio PD , come lo definisco io, che senza guida Renziana non mi va assolutamente di votare ).

Di certo è evidente che astenersi equivale a regalare vantaggio a quella gentaglia orrenda che ci governa ed in particolare ai sovranisti. La prego, non faccia questo errore. Da liberale scelga i libdem , i soli con ambizioso progetto lungimirante per un'Europa più forte e coesa.

Spero di esserle stata d'ispirazione.

Cordialmente,

Rossana Rossi
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Caro Oscar,
da buon musicista amante del jazz, saprai certamente 
che una buona band deve disporre di uno Steinway, 
di una Gibson ( possibilmente Les Paul), di un Selmer, di un buon contra basso
e di una batteria con rullante e piatti dalla sonorità adeguata.
Poi ci vogliono, come ovvio, anche musicisti capaci di suonarli a dovere.

Ciò premesso, nonostante la sostanziale esattezza delle Tue valutazioni 
politiche,  se l'idea è quella di rafforzare la band europea dei liberali,
l'astensione, ovvero il silenzio, non da' lo swing.
Emma Bonino, per noi Liberali, non avrà la sonorità esatta degli strumenti
che ho richiamato, ma potrebbe essere una variante accettabile.
Stando ai sondaggi, più Europa sta al 3,5% : è imperdonabile che,
da quelle parti, nessuno abbia pensato di contattare le varie tribù liberali,
tuttavia, sarebbe un peccato lasciare che il seggio della Bonino possa andare
a qualcuno che dell'idea liberale non conosce neppure le coordinate, o, se preferisci,
il "sound".

Un caro saluto ,


Pasquale Dante - Palermo -

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Caro Oscar,
Condivido la tua analisi, anche perchè il liberalismo ci accomunava tutti da giovani: era in noi forte l'avversione per il comunismo di Baffone e per quanto il Migliore faceva come sua longa manus sull'Italia. Purtroppo adesso tutti i nodi del passato sono giunti al pettine: chiunque ci abbia governato dal circa quarant'anni ci ha portato su una china che ci fa scivolare sempre più. Tutti ci hanno messo del loro e adesso vale soltanto il detto che al peggio non c'è fine. Chi votare? L'Europa è quanto disse Metternich: una pura espressione geografica, dominata da Merkel e Macron. Noi esprimiamo nulla, quasi come gli altri partner. E' amaro aver visto Macron come il salvatore dell'Europa e constatare la sua continua nefanda azione verso noi Italia. Ma, del resto, ci hanno sempre dominato nei secoli e se non fosse stato per Napoleone III, i Savoia sarebbero rimasti arroccati nelle loro montagne e a difendere il Piemonte contro il Baffone asburgico.
Chi votare? Purtroppo, sfogliando la cipolla, rimane poco. Non sono mai stato legista, ma se il 37% porterà a far sentire la voce dell'Italia in Commissione, forse è una scelta: non è possibile assistere proni alla continua discesa dei vandali in Italia a comprare il poco che ci resta dell'industria ed a subire quanto accade in Libia, con un'ivasione biblica del ns. territorio che nulla ha a che fare con l'accoglienza francescana. L'Europa cadrà? Nessuno ci crede, come la storia del ritorno del fascismo. Qui il circolo di Benedetto Croce si interrompe: l'Europa non si può sciogliere nei fatti (v. Brexit!) e non esiste più un erede di Mussolini. Ma qualcosa in NS. favore ed in opposizione all'asse Parigi-Berlino occorre! Questo non disgrega l'Europa (già disgregata), ma ci porrebbe in pari dignità.
Un abbraccio
Aldo

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Oscar Risponde:
Come sempre sei molto 'articolato', ma stento a comprendere (colpa dell'eta').
Dare il voto a chi sta distruggendo l'Europa da tempo con una pervicace propaganda eversiva all'insegna dell'italico " non so quello che voglio, ma lo voglio subito"...mi sembra un tuffo carpiato.
Non dimentichiamo che siamo tra i pochi fondatori dell'Europa fatta da Uomini che sapevano dialogare tra loro per superare le reciproche  angolazioni. 
Alzare la voce in Europa se lo possono permettere coloro che, sia pure su versanti diversi, hanno lavorato in Europa. 
Non quelli che sono stati definiti "fannulloni" in assemblee plenarie per avere fatto sega alle riunioni per le quali erano strapagati.
Forse mi sbaglio e me ne scuso in anticipo. Ma noi americani siamo sempliciotti e miopi. E poi abbiamo qualche problema ingombrante a casa nostra.
Oscar
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Salve in Sardegna votero' per Riformatori Sardi. Grande impegno e dall'anima liberale. E' un peccato che non ci siano in Continente.....
Germana Manca

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Caro Oscar,

da inossidabile liberal, che si è formato tra gli altri con le idee di Piero Gobetti, Ernesto Rossi,  Piero Calamandrei, Ugo La Malfa, Paolo Sylos Labini e soprattutto Altiero Spinelli  - nostalgico per di più dei governi Prodi, poi Renzi, infine Gentiloni - non ho avuto alcun dubbio fin dal 5 marzo del 2018 (pomeriggio, perché la mattina erano ancora chiusi dopo il tracollo elettorale), da che parte stare e per che cosa votare: Partito Democratico-Siamo Europei. Con un totale e militante sostegno a Carlo Calenda.

Tuttavia, non ritengo che sia necessario ‘essere liberal’ per contribuire a dare un onorevole futuro al nostro Paese e quindi per non astenersi. Vi è infatti una motivazione semplice semplice, chiara chiara per andare a votare: “Because they are there!”.

Cioè perché quei due (Salvini e Di Maio) sono lì, al governo, e con quali impresentabili risultati e danni internazionali per l’Italia è sotto gli occhi di tutti. Inoltre, come anche tu scrivi amico mio, come  può esservi alcun altro (v. Berlusconi) in nota?

Un abbraccio

Sandro Petti
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Bell’articolo, vecchio compare !

Son del tutto d’accordo con te e la tua storia è la mia storia…

Un abbraccione !

Carlo