1) Egli ha rifiutato di approvare leggi sanissime e necessarie al pubblico bene.
2) Egli ha proibito ai suoi governatori di approvare leggi di immediata e urgente importanza, se
non a condizione di sospenderne l’esecuzione finché non si ottenesse l’assentimento di lui, mentre egli trascurava del tutto di prenderle in considerazione.
3) Egli ha rifiutato di approvare altre leggi per la sistemazione di vaste zone popolate, a meno
che quei coloni rinunziassero al diritto di essere rappresentati nell’assemblea legislativa – diritto di inestimabile valore per essi e temibile solo da un tiranno.
4) Egli ha convocato assemblee legislative in luoghi insoliti, incomodi e lontani dalla sede dei loro archivi, al solo scopo di indurre i coloni, affaticandoli, a consentire in provvedimenti da lui proposti.
5) Egli ha ripetutamente disciolte assemblee legislative solo perché si opponevano con maschia decisione alle sue usurpazioni dei diritti del popolo.
6) Dopo lo scioglimento di quelle assemblee si è opposto all’elezione di altre: ragion per cui il Potere legislativo, che non può essere soppresso, è ritornato, per poter funzionare, al popolo nella sua collettività, – mentre lo Stato è rimasto esposto a tutti i pericoli di invasioni dall’esterno, e di agitazioni all’interno.
7) Egli ha tentato di impedire il popolamento di questi Stati, opponendosi a tal fine alle leggi di naturalizzazione di forestieri rifiutando di approvarne altre che incoraggiassero la immigrazione, e ostacolando le condizioni per nuovi acquisti di terre.
8 ) Egli ha fatto ostruzionismo all’amministrazione della giustizia rifiutando l’assentimento a leggi intese a rinsaldare il potere giudiziario.
9) Egli ha reso i giudici dipendenti solo dal suo arbitrio per il conseguimento e la conservazione della carica, e per l’ammontare e il pagamento degli stipendi.
10) Egli ha istituito una quantità di uffici nuovi, e mandato qui sciami di impiegati per vessare il popolo e divorarne gli averi.
11) Egli ha mantenuto tra noi, in tempo di pace, eserciti stanziali senza il consenso dell’autorità legislativa.
12) Egli ha cercato di rendere il potere militare indipendente dal potere civile, e a questo superiore.
13) Egli si è accordato con altri per assoggettarci a una giurisdizione aliena dalla nostra costituzione e non riconosciuta dalle nostre leggi,
Platone:
Mio caro e tenero allievo di un tempo che fu: per quale ragione sei così preso da questa concione recitata oltre tutto ad alta voce disturbando la pace olimpica di questo luogo?
Questo EGLI tanto ripetuto e accusato è chiaramente riferito a quel grande personaggio su cui insiste la tua paranoia.
Colui che ha governato in maniera eccelsa la nazione americana per quattro anni e, stando a quello che si dice negli ambienti bene informati del centro destra, tornerà in trionfo alla Casa Bianca il prossimo agosto…
Fedone:
Il vostro rimbrotto, eccelso e unico grande maestro, mi coglie un po' di sorpresa. Evidentemente avete cancellato dalla vostra immensa memoria culturale la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti stilata il 2 luglio 1776 e ufficializzata il 4 luglio.
Ma mi fa piacere comunque constatare che anche voi, illuminata mente stratosferica, avete colto nella evocazione di quel documento (che resta la base su cui si fonda la grande e incredibile nazione degli Stati Uniti) riferimenti attuali al comportamento del precedente inquilino della Casa Bianca.
È evidente che le accuse pesantissime rivolte all'allora monarca dell'impero britannico sono facilmente adattabili ai tempi nostri quando si tratta di reagire collettivamente ai comportamenti criminali di chi sta al pottere.
Platone:
Caro Fedone, sono stato e sono il tuo antico maestro. E allora ti dico che tu ti stai avvitando nella tua forsennata acrimonia nei confronti di quel biondo presidente che ha introdotto nella gestione della cosa pubblica statunitense elementi di grande novità.
Il tuo sciatto e convulso liberalismo socialistoide non so dove vada a parare.
Fedone:
Grande maestro di virile cultura: ma che cacchio state dicendo? Non vi rendete conto che la più antica e moderna democrazia, ovvero gli Stati Uniti d'America, è in grandissimo affanno e non è azzardato ipotizzare che possa scatenarsi una guerra civile, perché i 330 milioni di abitanti di quella nazione continente sono radicalmente divisi da una incomunicabilità che mette a rischio ormai la vita quotidiana di ogni individuo?
Il signor Donald Trump nelle elezioni del 3 novembre 2020 ha totalizzato 74 milioni di voti.
Se ne togliamo una trentina, riferiti a quelli che all'ultimo momento hanno deciso di dargli il loro consenso elettorale, restano oltre 40 milioni di fanatici, dogmatici, complottisti, mitomani seguaci di culti che inneggiano alla violenza, milizie armate pronte a entrare in campo ovunque.
Questa è gente che non crede nei difficili meccanismi di scelta e gestione democratica, ma vuole un uomo solo al timone anche se questo può significare l'annullamento dei fondamentali diritti costituzionali.
Platone:
Eh via, Fedone.La tua spigolosità stinge in un accentuato para-comunismo.
Che la gente voglia rioccupare il potere con i suoi uomini è perfettamente naturale considerato che quelle elezioni presidenziali sono state una truffa proprio ai danni di quella ispirazione democratica alla quale tu dedichi i tuoi incessanti inginocchiamenti quotidiani.
Fedone:
Splendido e una volta illuminato gran maestro: vedo che le ore passate di fronte al televisore, seguendo le fandonie di Fox News, hanno lasciato consistenti detriti obnubilando una mente un tempo preclara.
E sia ben chiaro che questo è un mio giudizio politico e non personale come si suol dire in Parlamento.
Tutti i tentativi messi in essere dal signor Trump e dai suoi accoliti sono falliti. Falliti i ricorsi nelle aule dei tribunali, fallita la speranza che la Corte Suprema, pur essendo a maggioranza repubblicana, avrebbe avallato l'accusa di elezioni truccate e rubate, falliti i numerosi riconteggi costati milioni alle varie amministrazioni comunali e regionali…
La 'grande bugia ', è vero, continua a imperversare tra milioni di cittadini invasati da questa comica figura del biscazziere newyorkese sul quale si vanno addensando nubi pericolose per accertate e consistenti evasioni nel pagamento delle tasse federali.
Al Capone fu sbattuto in prigione per questo e non per le centinaia di omicidi commessi.
Platone:
Caro il mio Fedone, le migliaia di persone che tranquillamente hanno invaso il Campidoglio,il 6 gennaio, portando oltretutto una nota di allegria in un ambiente ingessato e catalitico sono la dimostrazione che il volere del popolo presto si farà sentire su larga scala riconquistando quanto gli è stato estorto con la truffa e dando di nuovo un'immagine preziosa alla grande nazione americana.
Fedone:
Invaso tranquillamente? Quello è stato un momento tragico per la democrazia americana.
Il fatto che i repubblicani stiano cercando di annacquare le responsabilità dei rivoltosi istigati dall'allora presidente nulla toglie alla gravità dell'episodio che dovrà essere giudicato dalla speciale commissione creata dalla terza autorità dello Stato ovvero Nancy Pelosi.
Platone:
Bellissimo Fedone, tu e i tuoi sodali democratici americani non vi rendete conto che il mondo stta andando in un'altra direzione.
Ne pagherete sicuramente le conseguenze.
Fedone:
Gran maestro Platone, questa è chiaramente una dichiarazione di guerra, sia pure fatta con olimpica serenità.
Quanto al vostro amato personaggio dalla cotonatura arancione vi ricordo che si è ormai diffusa la convinzione che DT stia portando una terribile sfiga a chi lo aiuta, a chi lo ama, a chi lo circonda.
Tanto per citare, in galera ci sono andati i suoi più stretti collaboratori quali Steve Bannon, Roger Stone, Paul Manafort, Michael Cohen, Michael Flyin, Rick Gates, George Nader,George Papadopoulos, e adesso il suo grande capo della gestione finanziaria Allen Howard Weisselberg.
Il prossimo 4 luglio è una data sulla quale sarà opportuno che gli americani sinceramente amanti della loro nazione, facciano una profonda riflessione perché alla fine dei conti chi ci va di mezzo, come sempre succede, sono proprio loro, il popolo, "we the people'.
(Oscar)
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