La ruota panoramica verrà smontata dopo domenica 16 gennaio, ultimo giorno d’attrazione. Ma Dario Nardella, sindaco di Firenze, non pensa affatto di scendere. Anzi.
«Anche perché da quassù la città si vede meglio, specie i monumenti. Quanto è bella, Firenze...».
Gira la ruota, quella che all’inizio qualcuno non voleva («i soliti personaggi dei salotti benpensanti») e che invece ha conquistato tutti. Gira, gira la ruota: e Nardella guarda lontano, fino al 2024. «Quando il Tour de France potrebbe partire proprio da qui, con una tappa speciale Firenze-Bologna. Sto lavorando a questo sogno insieme al governatore emiliano Bonaccini. Il Tour che scatta nel nome del “toscanaccio” Gino Bartali, di cui nel 2024 ricorreranno i 110 anni dalla nascita».
Firenze quando avrà un nuovo stadio?
«Il progetto che si aggiudicherà il restyling dell’Artemio Franchi verrà svelato all’inizio di marzo. La Giuria internazionale verrà infatti dal 2 al 4 marzo a Firenze e dirà chi ha vinto tra le 8 idee progettuali in gara».
Uno stadio in cui non giocherà più Vlahovic, però...
«E la cosa mi fa arrabbiare parecchio. Sono dalla parte del presidente Commisso e della società, contro i procuratori e tutti coloro che avvelenano la passione dei tifosi. La Fiorentina ha fatto bene la sua parte, Vlahovic avrebbe dovuto valutare e accettare certe proposte che pure gli sono state fatte. Invece solo “niet”. Brutto così, trovo offensiva tutta la vicenda: le storie d’amore nel calcio sembra non crescano più».
Lo stadio si farà bello, ma i viola dove giocheranno le partite?
«Eh, spero si possa restare a Firenze anche durante i lavori. Altrimenti dovremo andare altrove. Presto il Comune e la società si incontreranno, dal 2023 si parte con il cantiere. La squadra merita di stare in Europa».
A proposito di nomi e colpi di scena: chi le piacerebbe al Quirinale?
«Una donna sarebbe un grandissimo segnale, per l’Italia intera. Ma va fatta una riflessione, il Paese ora più che mai ha bisogno di persone che uniscono. Basta divisioni».
Una donna Capo dello Stato: che figura dovrebbe essere?
«Mi piacerebbe una Merkel. Estrazione politica di centrodestra però molto attenta a temi sociali e di inclusione tipici della Sinistra».
C’è un leader politico che sente spesso?
«Enrico Letta. Sembra scontato visto che guida il Pd, ma non è così: sono convinto che Letta sia una valore aggiunto per tutti».
E che vi dite?
«Che i sindaci vanno ascoltati di più, sono la vera novità del panorama istituzionale».
Lei è stato eletto due volte e sempre al primo turno...
«Mai accaduto prima a Firenze».
Quindi lei non divide: vuol fare il sindaco per sempre?
«Per sempre no. La dico tutta: non capisco perché in Parlamento c’è chi può fare il politico di professione e invece ai sindaci viene vietato di proseguire il rapporto con la città per più di due mandati. Lo trovo ingiusto, chiedo che finalmente si cambi questa norma».
Quindi spera di ricandidarsi?
«Se le norme lo consentiranno e i cittadini me lo chiedono, lo rifarei eccome».
Facciamo un gioco, immaginiamo il suo terzo mandato. Che Firenze vuole?
«Una capitale dei giovani. Anzi, la capitale degli Erasmus: bisogna raccogliere l’eredità lasciata dagli inglesi. Firenze si candida. Già oggi abbiamo 31.500 studenti stranieri e circa 20mila provenienti da altre regioni italiane.
Nei prossimi 5 anni, i ragazzi stranieri da ospitare a Firenze per i loro studi dovranno arrivare a quota 50mila. Sta per sbarcare l’Università di Tel Aviv, che varca i suoi confini per la prima volta e aprirà una sede a Firenze.
Arriveranno altre università dagli Stati Uniti, specie da Philadelphia. I giovani sono il futuro del mondo, innescano quel turismo colto che non viene solo per monumenti e storia ma che vuole trovare anche realtà digitali ed eco-sostenibili».
Per questo intende candidare Firenze a ospitare il Forum mondiale dell’Acqua?
«Sì. Anche questo avverrà nel 2024. L’acqua è la vera, grande risorsa insostituibile del pianeta».
Che vuol dire organizzare il Forum dell’Acqua?
«È come mettere su un super vertice con tutti i massimi esperti di risorse idriche del mondo. Una specie di G20, di Expo dell’acqua».
Cosa accadrà il prossimo 27 febbraio?
«Papa Francesco viene in città. La conferma mi è arrivata proprio ieri dal Cardinale Bassetti. A Firenze, Sua Santità incontrerà 100 vescovi del Mediterraneo e 100 sindaci per parlare di cultura, pace e ambiente. Vede che i temi si rincorrono?».
In casa sua, cosa le piace fare?
«Stare con i miei tre figli. La vera sfida non è fare il sindaco, ma il padre».
Poi?
«Prima di dormire, a tardissima sera, in questo periodo vedo la “Casa di carta” su Netflix. Mi piace».
La tv riesce ad ispirarla?
«Quasi mai. Però ci sono stati due film che considero importanti: “House of cards”, che mi evidenzia la politica che proprio non farei mai, e “La vita è bella” di Benigni, che mi suggerisce come l’amore sia alla base di tutto».
Vuol dirlo a qualcuno?
«Magari ai funzionari della burocrazia che bloccano troppe cose. Da agosto attendo un parere del Ministero dei Trasporti per la variante della tramvia del centro storico. E c’è voluto un anno e mezzo per sbloccare la Conferenza dei Servizi sulla tramvia di Bagno a Ripoli. Così non si fa più nulla».
Il Pnrr allora è destinato a fallire?
«Speriamo che non sia un’occasione persa. Senza una gigantesca semplificazione delle procedure, amministrare e soprattutto rispettare i tempi dei programmi è solo una pia illusione».
Tornerebbe a mettere una ruota panoramica a Firenze?
«Subito. Si tratta di installazioni temporanee, come si fa nelle più importanti città europee».
IL SINDACO DI FIRENZE DARIO NARDELLA
Da poche ore si è aperto in presenza “Pitti Uomo” alla Fortezza da Basso: un azzardo oppure un segnale di coraggio?
«Un bellissimo segnale, abbiamo fatto bene ad organizzare la manifestazione di riferimento della moda dei prossimi mesi. Come un bellissimo segnale è quello di Leggo, che da oggi apre una sezione interamente dedicata a Firenze sul proprio sito d’informazione leggo.it. Noi dobbiamo vivere, anche imparando a convivere con il Covid».
Scuole aperte o chiuse?
«Aperte, aperte. Sono d’accordo con Draghi. E bisogna andare anche a lavorare in ufficio, rispettando davvero tutte le regole» (Dagospia)
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