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Fango, gli angeli e i media italiani

Quel rumoroso assoluto silenzio interrotto dalle donne che si parlavano sommessamente da una finestra  all'altra. Quello sciabordio. Fatto   di acqua putrida su cui galleggiava la nafta, le acque nere scardinate dall'alluvione. Questa era via Torta,  sette metri e mezzo l'altezza dell'acqua. Io per fortuna stavo al terzo piano e avevo l'acqua sotto il piancito.

L'Arno aveva rotto le spallette e su quella piena si erano riversate le masse d'acqua fuoriuscite dalla diga di Levane. 4 Novembre 1966.

Quando sei stravecchio e per tua fortuna il cervello continua a funzionare abbastanza bene, ti rampollano  lontani episodi che sembravano cancellati dal tempo e che invece ti sono tornati a memoria. Spinti da quelle immagini dei poveretti nell'Emilia Romagna salvati, affranti per aver perduto tutto quanto,...

Adesso scoprono che e' colpa della cementificazione. Risalire a vere o presunte responsabilità politiche e amministrative è lo sport nazionale.

Gli angeli del fango sono tornati di moda, grazie all'impegno di centinaia di ragazzi che hanno la vanga in mano. Cercando di alleviare la fatica di quelli che sono rimasti incastrati in questa bomba meteorologica che in 4 giorni ha riversato sei mesi di pioggia su queste regioni che sono il modello dell'organizzazione familiare imprenditoriale.

Quegli Angeli del fango mi ricordano le migliaia di ragazzi scioccati dalle informazioni video che vedevano sui loro telegiornali e avevano deciso di andare a Firenze la culla dell'arte per dare un vero e tangibile contributo. Di energia e di sostegno collettivo. Venivano. Da lontani stati dell'America pieni di voglia di fare, di conoscere, di amare, di fraternizzare.

 Questi Angeli del fango sono gli stessi di allora e mostrano a chi è buono solo a criticare la grande qualità umana che scaturisce nei momenti di desolazione generale.  

Così lontani con le loro vanghe e gli abiti ricoperti di fango dalla cultura audiovisiva della canottiera con lapislazzuli sbandierata in tanti insopportabili show televisivi.*

Ritornato in Italia dopo tanti anni d'America uno deve abituarsi ai media italiani, il che non è facile.

Sui quotidiani grandi o piccoli che siano ci trovi di tutto e il contrario di tutto.

La guerra in Ucraina tiene ancora le prime pagine, ma con grande fatica. 

È solo perché gli Stati Uniti hanno deciso di dare a Zelensky  un po' di aeroplani.

Il dramma dell'Emilia Romagna, tra qualche giorno passerà in quarta pagina lasciando spazio ai commenti di destra e sinistra sull'operato di questo governo Meloni che sembra aver capito da tempo come funziona lo spoil System. Che tanto fa inalberare le opposizioni.

Nei giornali italiani ci trovi di tutto compreso il problema della vaginite di cui eravamo all'oscuro nonostante la nostra lunga vita e che sembra invece essere un topico argomento nazionale. Su cui dedicare carta e inchiostro.

Dopo un mese e mezzo d'Italia non son ancora riuscito a farmi mettere Internet e telefono fisso. Please: non mi fate rimpiangere l'America.

Oscar

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Sic est, Oscar!

PS per il telefono non ti preoccupare: solo dopo due anni di proteste sono riuscito a farmi inviare la bolletta telefonica (da Vodafone) e per posta (2 euro) laddove tutte sono ormai inviate via mail.

Abbracci

Sandro

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