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Lettera aperta a Matteo Renzi



Caro Matteo:
Molti anni fa chi scrive ha avuto la ventura di essere nominato e confermato per dieci anni consigliere comunale per il Partito Liberale a Palazzo Vecchio, Firenze. Ero il piu' giovane tra i membri del consiglio, pieno di energia e di voglia di fare nonostante il mio partito fosse all'opposizione rispetto alle giunte di sinistra e di centro sinistra. Andavo nelle piazze dei paesi vicini a Firenze, dove solo gli attivisti del potente Partito Comunista organizzavano i loro comizi. Utilizzavamo una vecchia Fiat sul tetto della quale veniva montato un palchetto con i simboli del PLI. Due grossi altoparlanti alimentati a batteria. E gli raccontavo quello che, per ragioni di lavoro, vedevo in Unione Sovietica dove andavo a organizzare stand alle fiere internazionali. Non gli piaceva. Per tre volte i compagni mi hanno assalito di fronte all'ebetudine dei carabinieri presenti. Mentre ero ricoverato per le percosse, l'Unita' titolava a cinque colonne : "Oscar Bartoli il provocatore" . Beh, forse dal loro punto di vista avevano un po' di ragione. Porto ancora addosso dopo decenni i segni della loro persuasione politica. In quegli anni il Consiglio comunale di Firenze finiva le sue riunioni alle cinque del mattino, dopo avere discusso del Vietnam e di altre problematiche internazionali. "Asfaltare non e' amministrare" dicevano allora le sinistre. E trascuravamo problemi come l'ipotizzato aeroporto di San Giorgio a Colonica che avrebbe dovuto sostituire il pericoloso Peretola. Mai fatto perche sotto c'erano troppi interessi immobiliari. Poi la zona Blu, ovvero il centro storico cittadino chiuso al traffico, che vedeva la strenua opposizione dei commercianti che volevano parcheggiare la macchina davanti al negozio e via citando. Poi venne l'alluvione del 4 novembre del 1966 che dimostro' come i fiorentini, difronte alle tragedie, sanno ritrovare tutti insieme un incredibile spirito di corpo. Senza rinunciare allo sghignazzo come quando il presidente della Repubblica Saragat, venuto finalmente a visitare la citta' messa in ginocchio,  mentre transitava su una Campagnola in piazza Santa Croce, fu colpito da una cartata di mota che non era mota. Per non parlare delle signore impellicciate che venivano da altre citta' a vedere i fiorentini spalare il fango, che in quella melma, chissa' come, andavano a scivolare.
Tutte queste rimembranze da 'rinco' ci venivano in mente guardando in streaming SkyTV-Tg24 il confronto tra i cinque candidati alle primarie del PD. Lasciamo alla sensibilita' di chi ci legge il giudizio su chi sia stato piu' efficace. L'aspetto che vorremmo sottolineare e' che i cinque hanno svolto un ruolo importante di recupero della credibilita' di chi decide di fare politica. Non nel proprio interesse ma come missione a vantaggio della collettivita' per la quale si lavora. Dopo venti anni di ciarpame definito politica, all'insegna dell'arricchimento personale o del mantenimento del proprio patrimonio, dopo decenni di modelli di comportamento all'insegna del "tutto si compra e tutto si vende" i cinque concorrenti che si sono confrontati hanno mostrato la faccia pulita di un'Italia che vuole riemergere dalla mota e far vedere che ha il viso e le mani pulite e che sa spalare il marcio accumulato in tanti anni per ridare fiducia alle nuove generazioni e conforto a quelle mature e vecchie che continuano a sostenere il peso dei giovani che portano sulle spalle. Per quanto ci riguarda Matteo Renzi e' la migliore dimostrazione che ci sono buoni margini di speranza in Italia. Uno dei migliori sindaci che Firenze abbia mai avuto e lo dico da ex consigliere. Abile e, soprattutto, convinto comunicatore. Visionario, come si dice qui in America.
Matteo, come scriveva il Poeta: "Non ti curar di loro, ma guarda e passa." L'Italia ha bisogno di entusiasti come te. Basta svegliarli dall'ipnosi mediatica commerciale nella quale sapientemente i padroni del vapore li hanno fatti piombare per anni.
Con grande stima,
Oscar  
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Caro Oscar, 

conosco tuo figlio Max e leggo sempre volentieri il tuo blog. Abitando in Toscana e lavorando ad Arezzo e Firenze, ho apprezzato la bella lettera a Matteo Renzi. Piano piano ci avviciniamo all'american-style, ma siamo ancora molto lontani dall'american.life, un'America con tanti difetti, ma dove Rispetto e Libertà sono caratteristica di ciascuno.

Ti invio il PDF di un libro che ho scritto in questi giorni, "Italia che vorrei", un libro che perlopiù regalo

"Li.Be.Ri.Co., l'Italia che vorrei" di Pier Antonio Bacci per la Casa editrice OeO di Firenze. 

E' la visione di un "Italia che vorrei", un libro nato in seguito a tante riflessioni iniziate l'11 settembre del 2001, nel crollo delle Twin Towers, e culminate in una lettera inviata il 6 Dicembre 2011 al Presidente Giorgio Napolitano, una lunga lettera a cui il Quirinale gentilmente ha risposto. 
Non so se riuscirò mai a vedere quell'Italia che vorrei, trasparente, efficiente, onesta e seria, soprattutto libera, basata su LIbertà, Bellezza, Rispetto e Conoscenza, ma poterla sognare e poterla condividere è già segno di Libertà.

Il PDF intero può essere direttamente e 
gratuitamente scaricato  dal mio sito www.baccipa.it 

Un abbraccio, Pier Antonio Ba

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Gentile Sig. Bartoli

Ha giustamente scritto: Basta svegliarli [gli italiani] dall'ipnosi mediatica commerciale nella quale sapientemente i padroni del vapore li hanno fatti piombare per anni.

Francamente non mi sembra un problema da poco, neppure per il pur sagace Renzi! Luigi Covatta, della mia area politica, commentando il cambiamento "estetico" degli anni '80 ha scritto :
"E' innegabile che l'Italia, negli ultimi vent'anni, sia stata vittima, molto più degli altri paesi occidentali, di una sorta di bulimia televisiva e telematica (cellulari)".
Che in pratica risulta in una regressione intellettuale e intellettiva la cui rapidità ha pochi esempi nella storia dell'umanità. Non ha idea di quante volte ho sentito l'aggettivo "cerebrolesi" rivolto agli italiani...
Sarei curioso di conoscere la sua personale ricetta.
Cordialmente,
Alessandro D'Ovidio
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Caro Bartoli, su Renzi ha ragione. Gli altri quattro non mi piacciono. Cesare Giussani
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Caro Oscar, le parole che scrivi sono esattamente quelle che abbiamo detto io e mia moglie (vecchio PCI lei vecchio PSI io) dopo la trasmissione Vogliamo tutti assieme mettere i talloni nella sabbia e impedire che questo punto sia cancellato dai vari bischeri che hanno già detto che B. sarebbe stato più bravo (ma quando mai, parlava sempre da solo) oppure che il Re (che sarebbe pensa te Bersani) non deve mai scendere a confronto (Sgarbi dixit). Ma questi la democrazia dove c. l’hanno studiata? Difatti se non c’è il re o qualche altra figura paterno-patriarcale non capiscono più nulla. E mandiamoli un po’ tutti a spalare la mota, iccome tu dici. Guido Martinotti
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Complimenti, Oscar, hai sintetizzato, la verità, e le soluzioni, in poche righe.

Questo,è veramente quello, che può, fare un Italiano che conosce il mondo.

Anch’io, sono un liberale come te, ma sono convinto che oggi nel nostro orizzonte cè solo Renzi, gli altri stanno tentennando troppo, vuol dire che sono ancora una volta un bluff.

Ciao con stima

Riccardo Concetti
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Grazie Oscar ;  mi hai confermato nelle mie sensazioni …….    Cari saluti    Marino Folgori
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Caro Oscar,

non c’è rimasto altro che la speranza. Su questa poggiano le residue energie, per fortuna ancora sufficienti a tenere il popolo italiano in civile coesione, nonostante sia ogni giorno sempre più minato da un progressivo impoverimento delle famiglie e delle persone che perdono il posto di lavoro. A parte i noti difficili casi di “Alcoa” e “Ilva”, ti faccio un esempio eclatante: la Richard Ginori che da oltre un mese ha messo in cassa integrazione i suoi circa 320 dipendenti. Ebbene, non siamo capaci, a tutt’oggi, di partorire un imprenditore italiano illuminato che riesca a rilevare questa storica azienda fiorentina, toscana, nazionale, conosciuta in tutto il mondo per la sua pregiata manifattura di porcellane che hanno adornato, da più di un secolo, le mense di Regnanti e Capi di Governo, e non solo.

In questa drammatica situazione, sono d’accordo con te: ci sono ancora “margini di speranza”. Guarda “Porta a Porta” di ieri sera (ore 23 circa in Italia): Matteo Renzi è stato ancora più efficace nell’esporre il suo programma di Governo. Speriamo bene.
Un caro saluto.
Savino Chiariello (Firenze) 
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Caro Bartoli,
ma quante lettere di plauso riceve! 
Mai qualche piccola obbiezione? (ebbene sì, con due b).
Io ne avrei trovata una: Matteo Renzi non mi piace. Ma proprio. 
Gli altri quattro, non c'è male.
E non giustifico la mia affermazione, come non  giustifica la sua Cesare Giussani.
Cordiali saluti, e comunque complimenti per il resto.
Sergio Pescatori

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Caro Oscar,
ci sara' opportunita' di votare alle primarie del PD anche qui a Washington? 
Cordialita',
Benedetto Vitiello
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Egregio Dott. Bartoli,
sono d'accordo con lei sulla valutazione di Renzi, anche al di fuori dello "show" assistito su Sky.
Se devo però dire la verità, i protagonisti (dei volponi della politica) di quella serata mi sembravano degli "scolaretti-secchioni" interrogati dal professore, con una differenza comunque: gli studenti normalmente non conoscono le domande a cui saranno sottoposti, in questo caso ne dubito.
La facciata di perbenismo delle buone intenzioni ha trionfato, a noi restano le chimere...come il solito.
Suo affezionatissimo lettore,
Massimo Rosa
Verona