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Vertice europeo, "it's the economy stupid!" Nota di Guido Colomba
The Financial Review n.716) Cosa accadrà al vertice europeo del prossimo
dicembre? Sebbene il piano OMT - annunciato a fine agosto dal presidente della
Bce - sia rimasto sulla carta (nessun governo ne ha fatto richiesta) il
risultato è ampiamente positivo. Lo stesso Draghi, nel registrare le condizioni
più favorevoli rispetto a due-tre mesi fa, ha insistito su due punti: 1) le
attenuate tensioni sui mercati "di per se stesse sono equivalenti a
un'ulteriore espansione in termini di politica monetaria"; 2) ciò
significa per il futuro interventi di politica monetaria "meno straordinari"
con aspettative di inflazione "sotto controllo". I tassi sono rimasti
invariati allo 0,75%. In questo quadro si spiega il successo ottenuto a Berlino
da Draghi durante la sua recente hearing parlamentare. Ma spiega anche perchè
la palla sia ora passata in mano ai politici tanto che Draghi ha replicato al
primo ministro Rajoy che chiedeva garanzie per abbassare i rendimenti sul
debito spagnolo "di non poter fornire ex ante alcuna assicurazione". La
Bce ha messo a punto il suo piano, tocca ora ai Governi
decidere se richiederlo d'intesa con Bruxelles. Dopo, la
Bce si riserva di esaminarlo in piena autonomia. Egualmente
nessuna apertura è stata fatta all'ipotesi di partecipare a un'eventuale nuova
ristrutturazione del debito pubblico greco. Tuttavia un passo avanti verso
Atene è stato fatto. Draghi ha già detto che eventuali profitti sui bond greci
acquistati dalle banche centrali saranno trasferiti ai Governi. Saranno poi
questi ultimi a decidere se ripassarli al governo di Atene. Semmai, il tema
dominante in vista del vertice riguarda l'unione bancaria decisa nel giugno
scorso. Londra teme di essere messa in minoranza nell'Eba, l'authority bancaria
europea, e chiede adeguate garanzie. Un tema delicatissimmo che si intreccia
con la battaglia in corso per definire il nuovo bilancio comunitario valido per
i prossimi sette anni. Il governo inglese sa che il 47% dei cittadini
britannici vorrebbe uscire dall'Unione europea mentre solo il 28% è favorevole
a restarci. Cameron, al vertice straordinario del 22-23 novembre, si batterà a
Bruxelles per il congelamento del bilancio ritoccato solo per l'inflazione. Una
posizione che si scontra con quella degli altri partner europei. L'attenzione
si è spostata dalla eurocrisi alla crisi economica. Ma qualsiasi politica anticongiunturale
richiede un aumento dei mezzi propri. La
Commissione ha timidamente presentato questa opzione al
bilancio 2013-2020. A
Roma il ministro francese Bernard Cazeneuve è stato esplicito: "Occorre
rivedere il meccanismo degli sconti che va a vantaggio di alcuni Stati membri e
grava in modo sproporzionato su altri, come la
Francia e l'Italia". Al tempo stesso lil Cancelliere
tedesco Merkel avverte la durezza della opposizione socialdemocratica che
rimprovera l'analisi sbagliata dell'eurocrisi che ha danneggiato l'economia
europea e sta raggiungendo, come ha preavvertito Draghi, la stessa Germania.
Per Monti, che ha sempre insistito sulla visione europea per uscire dalla
crisi, è un risultato soddisfacente che però non toglie nulla agli effetti perversi
di un’ eurocrisi che poteva essere se non evitata almeno abbreviata. Il disagio
finanziario degli italiani, calcolato dall'Istat, è quasi raddoppiato in un
anno. Le famiglie in grado di risparmiare sono scese dal 35% al 28%. Ciò
significa che è aumentato il numero degli italiani (e delle imprese) non più in
grado di pagare le rate di mutui e finanziamenti. Di qui l'enorme aumento delle
sofferenze bancarie: i crediti inesigibili sono aumentati del 62% in due anni
passando da 71 miliardi a 115 miliardi. Nel frattempo, la spesa pubblica è
aumentata e, in presenza di un calo dell'economia, pesa ancora di più
proiettandosi al 128% del PIL. Ecco perché le dismissioni e la riduzione della
spesa pubblica sono ineludibili insieme al recupero della produttività. Torna
la vecchia battuta ai tempi di Clinton: "It's the economy
stupid!"(Guido Colomba) Copyright 2012 -Edizione italiana