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Da Washington a San Sano

Washington, ore otto del mattino. Squilla il telefono e sobbalzo nel letto. Mi sono addormentato all quattro perche' dovevo scrivere un paio di articoli per giornali italiani.
"Oscar, ci sei?" e' la voce di Federico Minghi che mi chiama da Siena con il suo inconfondibile accento.
"Certo che ci sono" - farfuglio con la testa impastata di sonno e di Melatonina per dormire. "Che e' successo, Federico?"
"Devi venire assolutamente: te, la tu' moglie, Max il regista"
"Venire dove, scusa?"
"A San Sano!"
"Ma io sono a Washington. Che ci vengo a fare a San Sano?"
"C'e' l'inaugurazione del nuovo ristorante. Una 'osa assolutamente fantasti'a. E te tu sei tra gli invitati scerti."
"Ti ringrazio molto per il pensiero. Ma io devo andare a Milano a insegnare al mio corso all'Universita' e poi devo prendere in carico una delegazione di americani che vogliono visitare Venezia, Ancona, Urbino, Rimini, Como....Insomma non ce la faccio."
Federico e' inflessibile e comincia sparare una supplica a raffica che, nonostante le brume mattutine che ancora obnubilano il cervello parzialmente sveglio, mi costringono alla resa.
Concordiamo che arrivero' il giorno dell'inaugurazione in tempo per la grande serata.
Ed anche mio figlio Max, il regista, arriva dopo poco da Roma.
Federico ci accoglie con calore, affetto e simpatia. Il tempo di metterci in 'business attire', giacca e cravatta, e ci avventuriamo nei saloni del maniero che Federico Minghi ha restaurato proiettando nel ripristino del rudere tutta la sua effervescente fantasia. A cominciare da quell'appartamento ricavato nella tinaia dove il tavolone centrale si apre, scoprendo un hot tub per la 'vino terapia' che fa impazzire gli americani, ma non solo.
Siamo in 230 provenienti da ogni angolo d'Europa ed il sottoscritto con moglie dagli Stati Uniti. La serata si snoda nell'assaggio di prelibatezze succulente che mettono in crisi la mia dieta, champagne d'annata, fritti raffinati al cartoccio, salami, finocchione, parmigiano stagionato. E poi una immensa torta finale che viene spolverata dagli astanti come se fossero ancora a stomaco vuoto. San Sano: occasione di incontri simpatici con gente di livello.
Notte nella suite della Torre ed il mattino successivo colazione insieme ad altri sopravvissuti e partenza per Venezia.
"Ma lo sai che strada devi fare per raggiungere l'autostrada del Sole?" mi chiede premuroso Federico Minghi al momento del commiato.
"Non temere", dico con una delle mie classiche rodomontate. "Ho il Tom Tom e in poco tempo saro' in autostrada."
Mal me ne incoglie: la gentile voce femminile che mi impone l'itinerario dal gps mi manda su strade secondarie. Mi tocca a percorrere itinerari per me sconosiuti della Toscana e solo dopo piu' di un'ora riesco a raggiungere la superstrada che mi porta a Firenze.
Ma guardando il bicchiere mezzo pieno e non solo quello mezzo vuoto, mia moglie ed io ci siamo immersi nella natura di questa splendida parte d'Italia, passando attraverso borghetti semi sconosciuti, a testimonianza di secoli di vivace cultura ed oggi meta definitiva per tanti americani facoltosi che trovano da queste parti un rifugio discreto alle loro depressioni ed all'ansia di vivere in una nazione, l'America appunto, che tutto omogenizza al livello piu'basso.
Grazie Federico Minghi da San Sano (Siena).
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