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Bene Renzi, ma la Bce (per ora) rema contro





Guido Colomba 
Con il varo del Def la Terza Repubblica è divenuta operativa. Tuttavia ci sono due aspetti da valutare. Il primo riguarda i ritardi accumulati dalla Bce. Il secondo il fronte interno. In termini generali l'accoglienza riservata alla svolta riformista di Renzi è stata ottima. Sia all'estero che in Italia. Tutto lo scacchiere è in movimento: privatizzazioni per 13 miliardi, spending review (4,5 miliardi), lotta alla burocrazia e ai privilegi (stipendi dei dirigenti bloccati ai 238mila euro del Presidente della Repubblica), governance delle aziende pubbliche (fuori chi è indagato), lotta all'evasione. Per i debiti arretrati della PA quest'anno vi sono ulteriori 13 miliardi da aggiungere ai 47 già stanziati (di cui 23,5 erogati) Se verranno tutti spesi equivalgano al 2,3% del PIL. Insieme agli 80 euro al mese (sgravi Irpef) per i redditi sotto i 24 mila euro, si avrà una bella spinta ai consumi nella seconda metà dell'anno. Vi saranno resistenze? Certamente. L'opinione pubblica dà per scontato che le lobby e le corporazioni dei mandarini di Stato faranno muro contro muro (la Consulta nel frattempo ha bloccato le decisioni del governo Monti per ridurre le spese delle Regioni). Ecco perchè il 30% realizzato sarebbe un grande successo per Renzi il cui maggior merito è di avere introdotto una visione complessiva per cambiare il Paese. Tutto ciò è soggetto al condizionamento della Bce che continua a rinviare l'adozione di cartolarizzazioni e di QE (quantitative easing). La polemica col FMI, in corso da diversi mesi, è tutta qui. Sia Lagarde che Blanchard hanno sollecitato la Bce: a) a porre termine alla sterilizzazione nella creazione di moneta - circa 600 miliardi dei prestiti (Ltro) concessi alle banche sono stati restituiti- con il risultato che la liquidità è in netta diminuzione. b) avviare un QE, sulla scia di quanto fatto da Fed, Banca d'Inghilterra e Banca del Giappone, basato sull'acquisto di titoli di stato sovrani, di cartolarizzazioni e “less tight” requisiti di capitale. Oggi la Bce, dopo aver polemizzato con il Fmi, ha dichiarato che il Consiglio è "unanime" su questa linea di adottare, se necessario, metodi non convenzionali. Ma, si obietta, è più di un anno che si ripete questo ritornello. Nel frattempo, l'inflazione allo 0,5% equivale a deflazione. Si gioca sulle parole ma il potere d'acquisto delle famiglie è effettivamente diminuito. In Italia, anche a Febbraio, la produzione industriale è scesa. Senza un rilancio del manifatturiero il Pil non potrà crescere mettendo a repentaglio la manovra economica del governo Renzi. Purtroppo, a via Nazionale, vi è tutta una filosofia macroeconomica che si lega alla Germania. A Washington, non si nasconde la delusione per l'eccessiva prudenza di Draghi. Vi è poi un aspetto tecnico in tema di cartolarizzazioni che preoccupa l'Italia. Come ha detto Ghizzoni non vi sono asset tali da essere acquisiti come "sottostanti" (asset backed securities). Come mai? Eppure le pulizie di bilancio sono state massicce. A meno che oggi si paghi lo scotto, da Tremonti in poi, di lodare le banche italiane come solide e immuni da pericoli. Tesi sempre avallate dalla Banca d'Italia per poi scoprire, vedi  Mps e non solo, che la situazione era ben altra tanto da produrre oltre 150 miliardi di crediti in sofferenza. I margini di intermediazione sono diminuiti per la carenza di specializzazione nei servizi finanziari e nel trading proprietario che hanno sterilizzato il mercato dei capitali italiano. Nonostante ciò, vi è grande eccitazione per i massicci interventi dei fondi americani (solo Black Rock ha impegnato quasi 6,5 miliardi di dollari). Anche se l'equity Europa è in negativo per 1,3 miliardi di dollari con i bond in controtendenza di $2,3 miliardi (Atene è tornata sul mercato). In Italia la capacità produttiva inutilizzata rappresenta la cartina di tornasole per misurare le difficoltà delle imprese aggravate dalla forza dell'euro tornato a 1,38 sul dollaro. E' giunto il momento per l'Eurotower di allentare il credit crunch (es. -35% nell'edilizia italiana) e di immettere liquidità con continuità e lungimiranza.