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Il Naufragio del Titanic ‘Forza Italia’



 RMS Titanic 3.jpg

(da America Oggi)

Cristiano Del Riccio

Le immagini della disfatta e dello sfacelo si intrecciano nella loro grandiosa plasticita’. C’e’ l’immagine della nave Forza Italia che affonda e mentre tutti I passeggeri cercano di mettersi in salvo dalla imminente tragedia (scappando altrove) I violinisti del Cerchio Magico continuano a far finta di niente, suonando il Valzer dell’Addio circondati da uomini e donne in preda al panico e alla disperata ricerca di una scialuppa di salvataggio mentre il Cavaliere, a differenza del pavido Schettino, attende ormai rassegnato a pie’ fermo nella ormai deserta centrale di comando l’inevitabile fatale destino guardando con aria malinconica e addolorata le ancora luccicanti cristallerie, gli ancora lussuosi tappeti antichi e gli altri segni di una Grande Bellezza ormai sul punto di essere perduta per sempre.

Ma c’e’ anche l’immagine, altrettanto poderosa, della Caduta del Grande Impero, della invasione dei barbari nei palazzi di lusso (da Palazzo Grazioli a Villa San Martino) ormai ridotti a stalle e bivacchi per I cavalli dei selvaggi e poco educati rivoluzionari (niente cene eleganti per loro), di escrementi equini sulla moquette nei lunghi corridoi dove finora solo Dudu’ la faceva da padrone, di baccanali nella saletta elegante del bunga-bunga dove l’impianto stereo e’ usato solo per I canti della Armata Rossa (I soliti magistrati comunisti) e la barra verticale stile Topless Bar contro la quale si strusciavano le aspiranti veline, le rapaci escort, le proclamate mignotte e’ adesso adoperata per legare le briglie ai cavalli dei cosacchi del Don.

Vedere attraverso gli occhi del Cavaliere il malinconico tramonto di un impero sul quale non tramontava mai il sole dell’avvenire di Craxiana memoria, un impero ormai fatto a pezzi dai troppi figli, dai troppi debiti, dai troppi favori da restituire, dai troppi ricatti da subire, dalle troppe ambizioni mai giunte a buon fine, deve essere una esperienza devastante e profondamente malinconica per il quasi ottantenne ex-leader internazionale che e’ riuscito a fare dell’Italia, nei 20 anni esatti trascorsi dalla sua sportiva ‘discesa in campo’, un paese sull’orlo perenne di una grave crisi di sopravvivenza (certo non solo per colpa sua, e’ chiaro), un paese che e’ caduto in ginocchio e che, come il pugile andato al tappeto ma che non vuole disperatamente arendersi, cerca in qualche modo di rimettersi in piedi, barcollando e con il respiro mozzato, perche’ il conto dell’arbitro avanza inesorabile e il gong della salvezza e’ purtroppo troppo lontano e la sconfitta si avvicina e il pugile che si riteneva imbattuto e invincibile sta per andare inesorabilmente e inevitabilmente al primo definitivo Ko della sua vita.

E cosi’ scappano tutti dal Titanic che affonda e dal Grande Impero rimasto senza truppe e senza eredi mentre I barbari incalzano ovunque con l’intenzione di mettere a ferro e a fuoco tutto quello che e’ possibile distruggere. E al Mayday del Comandante Berlusconi, al Codice Rosso del generale Silvio, alla richiesta di un ultimo assalto alla baionetta, di una ultima carica dei 600, di una ultima disperata resistenza alle Termopili delle Elezioni Europee nessuno giunge piu’ a rapporto, nessuno risponde piu’ all’appello.
   Non risponde il Delfino designato Alfano, l’uomo ‘senza il quid’, che ha fondato un partito rivale. Non risponde il suo portavoce storico Buonaiuti che, dopo 20 anni al suo servizio, lo ha mollato di botto per passare alla concorrenza. ‘’Non andava d’accordo con la Franci’’, dicono I soliti super informati dando la colpa alla fidanzata Francesca, la Eva Braun del bunker di Hitler, pronta a seguirlo fino alla morte e oltre. Non risponde all’appello Claudio Scajola, il potente boss ligure, ritiratosi in campagna, novello Cincinnato per ‘’coltivare asparagi’’. ‘’Questa gente non la capisco – afferma rassegnato – stanno giocando il tressette a perdere’’.  Quasi tutti I senatori del Cavaliere meditano di rifugiarsi nella zattera offerta da Alfano. E allora, alla chiamata a rapporto, rispondono sempre in meno. E cosi’ l’ex-premier e’ costretto a ricorrere, per riempire in qualche modo le liste delle imminenti europee, a gente come la seducente Ylenia Citino, la ex-tronista di Uomini e Donne gia’ messa all’indice dalla gelosissima Franci che non vuole veder accadere un’altra Carfagna, un’altra Minetti, cioe’ donne messe in lista non proprio per il contenuto del loro carattere (come avrebbe detto il reverendo Martin Luther King). A gente come il giornalista Corrado Guzzanti, autore di un libro (Mignottocrazia) non proprio esaltante per l’inventore del Bunga-Bunga e per l’ideatore del partito Forza Gnocca (una idea poi fortunatamente rientrata) . A gente come la povera Alessandra Mussolini, la cornificata piu’ famosa d’Italia (il marito Mauro e’ stato implicato nello scandalo delle baby-squillo di Roma) che si e’ detta ‘’disponibile’’ a entrare in lista pur di restare pero’ nella capitale perche’ ‘’vuole essere vicina ai familiari’’ (e te credo).  Ma in conclusione la immagine piu’ malinconica, per il Cavaliere, non sara’ quella del Titanic che affonda o del Palazzo d’Inverno invaso dai barbari ma piuttosto quella dell’ex-uomo piu’ potente d’Italia, l’uomo che dava del tu ai Bush e a Obama, ormai ridotto a spingere le carrozzine di vecchini che potrebbero essere piu’ giovani di lui. Reagan sognava di sparire cavalcando nel sole morente della California.  Ignoro il sogno finale di Berlusconi. Ma certo non era questo. Perche’ il THE END del suo film ha tutto l’aspetto di un incubo diventato realta’.
Cristiano Del Riccio