Scriviamo dopo la conclusione della maratona di unidici ore del comitato Benghazi nel quale i membri repubblicani, presidente in testa, hanno cercato di 'grigliare' Hyllary Clinton.
I consiglieri democratici hanno tentato di arginare l'alluvione brutale di accuse personali alle quali l'ex segretario di stato e' stata sottoposta.
La Clinton, candidato democratico alle presidenziali del 2016, non ha mai perso il suo aplomb anche quando l'irruenza di chi le rivolgeva accuse e domande insinuanti di carattere personale avrebbe meritato qualche risposta pepata.
I commenti che stanno dilagando su tutte le TV vedono in larga parte un'approvazione generale per Hillary, con l'esclusione della solita Fox di Rupert Murdoc da anni assurta al ruolo di portabandiera del GOP, il partito repubblicano.
Come e' stato fatto notare autorevolmente mai nella storia del parlamentarismo americano si era arrivati ad un livello cosi' basso di comportamento da parte della maggioranza del comitato, chairman in testa.
Di fronte all'impassibile Hillary Clinton, si e' cercato di dimostrare che il segretario di stato che per quattro anni ha guidato la diplomazia americana, non aveva a cuore la sorte del suo ambasciatore e del personale che lo circondava. Decine di domande hanno preso come riferimento la mole di e-mail che la Clinton ha inviato utilizzando per errore anche un account privato. Ma la risposta e' stata facile: tutti quei messaggi sono a disposizione da tempo delle autorita' e di chiunque voglia consultarli.
Ma soprattutto ha spiazzato i suoi Torquemada la risposta secca data piu' volte dalla Clinton: il segretartio di stato non svolge il suo lavoro solo attraverso e-mail, ma soprattutto con riunioni dalle prime ore del mattino, telefonate sotto codice, incontri riservati.
Tutto questo quando non viaggia. E la Clinton e' il capo della diplomazia americana che ha viaggiato intorno al globo piu' di tutti i suoi prdecessori.
