Guido Colomba
A cosa servirà il
vertice di Bratislava? Si gioca di sponda. I governi hanno finora puntato
sulla Fed e sulla Bce. A loro volta le banche centrali, percependo che la
creazione illimitata di liquidità ed i tassi sotto zero non risolvono i
problemi, sollecitano i governi a fare la loro parte: cioè investimenti,
occupazione, riforme strutturali. Persino Juncker, autore nel 2014 di un
piano di investimenti ectoplasmatico (ma salutato dall'entusiasmo di molti
economisti), si rifà vivo dopo oltre due anni sollecitando mega investimenti
fino a 620 miliardi. Facendo finta che non esistano le regole imposte nel
2012 dal "fiscal compact" strenuamente difeso da Germania e Olanda,
suoi grandi elettori. Nel frattempo, la produzione industriale dell'eurozona
è scesa a luglio dell'1,1% a conferma che si gira intorno al palo di una
deflazione senza fine e di un progressivo schiacciamento della classe media.
Un flop totale. Ovviamente l'Italia, con i numeri del passato, è in prima
fila ma i famosi tecnocrati, che hanno una grande responsabilità in questa
situazione, si consolano sottolineando che "nel regno dei tassi bassi
tutti i BTp sono acquistabili dalla Bce mentre entrano nel pool solo i Bund
tra 8 e 30 anni" (re: IlSole24Ore, 9 sett. I.Bufacchi). Invece, la Bce sospenderà gli acquisti nel
marzo 2017 secondo il programma ufficiale... Dunque, grande incertezza. C'è
la precisa sensazione che il mercato metta in dubbio l'efficacia delle banche
centrali con l'aggravante dello "shadow banking" (banche-ombra) che
rappresenta una "bomba" potenziale di 28mila miliardi di euro. Un autentico
paradosso. In questi anni di crisi le Authority (Esa) hanno imposto alle
banche, con una pioggia di regolamenti, un severo "deleverage" che
si è tradotto in una ritirata dei colossi del credito. Ma questo vuoto
progressivo di mercato è stato colmato dai fondi di investimento e dai fondi
alternativi che sono cresciuti a livello esponenziale. Di qui l'allarme
espresso nel rapporto del 7 settembre: "Le dimensioni assunte in Europa
dallo “shadow banking” e l'interconnessione tra imprese finanziarie e creditizie
impongono controlli e regole" anticipando di fatto l'arrivo degli
“stress test” anche in questo settore. Ma perchè attendere otto anni? Forse
si potevano regolamentare al tempo stesso sia le banche che i gestori di
fondi. Le autorità europee di controllo solo ora scoprono che i vincoli
imposti all'attività bancaria hanno spostato i capitali su altri settori
speculativi scarsamente regolamentati ma di rilevanza strategica per la
sicurezza dei mercati. Il crollo dei rendimenti sta mettendo in crisi la
stessa capacità di onorare gli impegni pensionistici. La delega in bianco
operata dalla classe politica a favore dell'alta burocrazia europea (inclusa
quella delle banche centrali) è giunta al capolinea. “L’Europa è la
soluzione, non il problema e non finisce con Brexit” afferma Matteo Renzi
sfidando la vecchia guardia mitteleuropea. Tuttavia, non vi sono ricette
alternative immediate se non una attenzione mirata alla sostenibilità del
settore pensionistico anche in funzione della creazione di posti di lavoro
per i giovani. Le vere vittime della crisi europea.
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