Santa Fé, nove studenti morti +1 insegnante, 10 feriti tra i quali qualcuno in gravi condizioni. Preso il sospetto assalitore con nome greco, 17 anni, descritto come un monomaniaco che indossava lunghe palandrane secondo la moda dei killer iniziata con il massacro di Columbine.
Parole di circostanza del presidente che promette farà del suo meglio per risolvere questo grave problema della sicurezza nelle scuole. Affermazione questa fatta pochi giorni dopo il suo trionfale discorso alla assemblea della National Rifle Association, l'associazione dei fabbricanti di armi.
Diventa virale la foto della studentessa presa di spalle avviata a ricevere l'attestazione della sua laurea, che ostenta un mitragliatore AR 10 messo a tracolla.
Il popolo bue americano distoglie presto lo sguardo dall'ennesimo massacro di studenti, perché la morte di questi giovani e del loro insegnante non dice niente di nuovo in termini di comunicazione: una news che si scolora nel brodo allungato delle uccisioni che affollano il panorama sociale di questa America e che ormai non fanno più notizia.
Come non fanno più notizia i giovani studenti che cercano in qualche modo di organizzare una sollevazione dell'opinione pubblica contro un sistema caratterizzato da 450 milioni di armi su una popolazione totale di 327 milioni.
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Il popolo bue ingurgita fast food di fronte al televisore sempre acceso:
"Che palle questi ragazzi ammazzati a Santa fé, meglio sintonizzarsi sulle ultime notizie del prossimo matrimonio reale inglese.
E poi i media liberali e comunisti si sono già buttati su questo episodio di Santa Fé per invocare misure restrittive per l'acquisto e il possesso delle armi o addirittura della modifica del Secondo Emendamento della Costituzione americana.
Che palle i governatori di otto Stati su 50 della Federazione che dicono di avere approvato leggi che limitano la vendita e la circolazione delle armi.
Che palle questo incessante tambureggiare di notizie negative su questo presidente che fa cose per l'America e non discorsi.
Lui sì che dovrà avere il premio Nobel per la pace altro che quel negro che è stato installato per otto anni alla Casa Bianca.
Lasciamo sfogare le prefiche televisive di sinistra, tanto fra qualche giorno tutti si saranno dimenticati anche di Santa Fé come si sono dimenticati delle decine di altri massacri.
Che palle: per fortuna l'economia tira ancora e non c'è da preoccuparsi. Donald Trump ci protegge e mantiene le promesse fatte in campagna elettorale.
Quello che importa è la salute di Melania, lei sì che e' una first-lady, mica quella negra figlia di puttana che ha abitato per otto anni nella White House di Washington."
(Oscar)
caro Bartoli .:.,
vorrei dire la mia sul 2" emendamento che io giudico sacrosanto. Sara' pur vero che i pazzi USA usino le armi non come strumneto di democrazia ma per uccidere a sangue freddo, ma non mi risulta che in Svizzera, dove di armi ce ne sono, proporzionalmente al numero di abitanti, piu' che in America, accadano episodi come quelli del texas... quindi? quindi a monte c'e' una questione di educazione prima che di facilita' nell'acquisto di armi.
silvestro Silvestri
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Ciao Oscar,
nell'ultimo anno ricevo poche tue Newsletter, è una scelta
editoriale oppure sono andate perdute?
A proposito dell'ennesimo massacro di Santa Fè: è vero non fa più
notizia, tanta ormai è l'abitudine alla quasi quotidianità di questi tragici
eventi.
In televisione seguo da sempre la serie Homeland (non so anche in
Usa si chiami così). Proprio questi ultimi episodi narrano di un gruppo di
fanatici che, con ogni tipo di armi da guerra, sfidano la Cia, ingaggiando una
sparatoria mortale.
Chi non segue le vicende americane potrebbe pensare ad
un'esagerazione di fantapolitica, poi, però, le cronache confermano che
purtroppo è una realtà abituale, difficilmente da debellare visti gli interessi
multimiliardari che ci sono dietro.
Così un giorno sì e l'altro si compiono massacri.
Un abbraccio,
Massimo Rosa
Verona
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