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Povera polizia del Campidoglio Americano

Definirlo uno spettacolo deprimente è poco.

L'audizione al comitato della sicurezza del Senato dei responsabili passati e presenti della polizia del Campidoglio e della sicurezza generale è stata la conferma confermata che quanto visto nei video dell'assalto dei terroristi domestici al Campidoglio il 6 gennaio trovava le sue ragioni anche nella responsabilita' di chi avrebbe dovuto impedire e opporsi alla marea di rivoltosi.

Facile a dirsi meno facile a farsi quando come è stato detto chiaramente dall'ex capo della polizia del Campidoglio, licenziato con furore da Nancy Pelosi, "Noi non siamo allenati a fronteggiare rivolte di massa".

Se a questo si aggiunge il fatto che con grande probabilità si era fatto sentire sui responsabili della polizia del Campidoglio e sul Sergente delle Armi (ovvero il responsabile generale della sicurezza di chi lavora al congresso parlamentari, funzionari, personale a vario titolo) il peso soffocante delle pressioni politiche di coloro che parlavano a nome di Trump è facile capire come i poliziotti in gran parte non si opponessero all'assalto dei facinorosi.

A questo si aggiunga poi il rimpallo che gli interrogati hanno esibito contestando tra loro la veridicità di telefonate fatte o smentite per chiedere l'autorizzazione a invocare l'intervento della Guardia Nazionale.

E poi l'accusa fatta all'FBI e alle altre agenzie di intelligence di non aver fornito sufficienti informazioni sulla pericolosità e la preventivata violenza delle migliaia di terroristi domestici che si apprestavano a dare l'assalto al tempio della democrazia americana.

Come abbiamo ipotizzato nella nostra miserrima capacità di intuizione subito dopo gli eventi drammatici del 6 gennaio risalta su tutto e su tutti il fatto che Donald Trump avesse sostituito pochi giorni prima la catena di comando del Pentagono ovvero del ministero difesa da cui dipende la manovrabilità delle operazioni della Guardia Nazionale.

Ecco spiegato perché le invocazioni telefoniche inviate da più parti (governatore del Maryland,  sindaca di Washington DC. eccetera) erano cadute nel nulla e prese parzialmente in considerazione soltanto dopo un paio di ore quando ormai il Congresso era stato invaso dalla marmaglia guidata da nuclei di ex militari.

Coordinati a livello interstatale, come è emerso chiaramente dall'audizione al Senato.

Hanno messo a rischio la vita del vice presidente repubblicano Mike Pence e della speaker ottantenne della Camera, Nancy Pelosi, portati in salvo per miracolo da agenti della polizia capitolina che rischiavano di persona prendendo iniziative personali.

Una ulteriore pagina depressiva dello scollamento di responsabilità operative venutesi a creare nel caos generalizzato della amministrazione Trump.

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Per chi preferisce ascoltare

https://youtu.be/a8ShPcfLWDg

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