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Il serpente nero in casa


Un urlo disperato arriva dal salotto.

Mi precipito in aiuto di mia moglie Franca che trema, sconvolta e sta quasi per svenire: "Dio mio, Dio mio… Un serpente nero!!!"

"Un serpente, in salotto, come è possibile, ma ne sei proprio sicura?!"

"Eccolo, sei sempre il solito agnostico che mette in discussione quello che dico io…" continua a esclamare con affanno la mia compagna di una vita.

"Dove mai può essersi nascosto questo serpente…?",

Cerco di assumere un atteggiamento responsabile anche se-detto tra noi-pure io sono notevolmente impaurito.

Ma cerco di darmi un contegno da vero uomo che affronta le situazioni più critiche senza lasciarsi trascinare dalle emozioni.

'Sti cavoli', c'ho una paura fottuta.

"Amore, dico alla mia sposa: cerchiamo di ragionare con calma. Il serpente chiaramente è entrato dal giardino quando tu e la donna delle pulizie avete portato fuori delle piante. Che colore ha e quanto è lungo? "

Franca è riuscita a recuperare un po' di fiato ma il grande spavento può averle rialzato sicuramente la pressione.

"Ti ho detto che e' nero"

Mi aggiro tra i mobili antichi del salotto, residuo di alcune case possedute a Firenze alla ricerca della bestia.

Ma del serpente nessuna traccia.

"Dove potrà essersi cacciato ?", azzardo timidamente.

La mia sposa dimostra anche nei momenti di terrore di avere quel quid che manca a suo marito che, a parte i pennacchi della passata dirigenza imprenditoriale, quanto a buon senso è ormai abbastanza carente, complice soprattutto l'età e i numerosi acciacchi.

"Guarda-dice Franca-credo che si sia infilato sotto il grande divano di pelle…"

"Ma il divano è alto nemmeno un centimetro da terra e l'ho spostato  per qualche metro sperando eventualmente di farlo uscire."

"Devi alzare quel divano, suggerisce la sposa, così potremo vedere se è rimasto lì sotto…"

Nonostante il mal di schiena mi avventuro nella alzata del divano…

"Eccolo, è lì, lo vedi…?"

Il serpentello nero è acciambellato in tondo.

Afferro uno spazzolone che mia moglie ha provveduto a trovare da qualche parte e colpisco il rettile più volte anche se il suddetto fa capire chiaramente che non ha alcuna intenzione di andare serenamente all'altro mondo.

"Prendi un coltello da cucina, uno di quelli grandi…", suggerisco.

La mia metà provvede con celerità e mi porge una sorta di mannaia con la quale mi avvento sul serpentello che, poveretto, proprio non vuole darmi la soddisfazione di farmi sentire quasi un eroe nei confronti della mia adorata mogliettina che ormai ha recuperato gran parte della sua energia psico fisica.

"Beh, adesso basta con quel coltellone, non vedi che è morto? Mettilo in questo sacco di plastica e portalo nel bidone della spazzatura fuori della casa.

Eseguo premurosamente nonostante un nubifragio che sta per abbattersi sulla capitale degli Stati Uniti.

Ma detto in confidenza, avere ghigliottinato il serpente nero non mi ha dato alcuna intima soddisfazione.

Poveretto: il piccolo rettile voleva scoprire un po' di mondo e l'ha pagata cara.

Ed anche questa è America.



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