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Il prossimo anno vedrà molti sommovimenti nella carta stampata


DAGOREPORT

Il prossimo anno vedrà molti sommovimenti nella carta stampata. Giungerà a conclusione l’acquisizione del berlusconiano “Il Giornale” da parte degli Angelucci, già editori di “Libero” e “Tempo”.

Ma l’operazione è in stand-by in attesa del 12 febbraio, data fatidica per le elezioni della Regione Lombarda, roccaforte di vendite per “Libero” e “Il Giornale”.

SILVIO E MARINA BERLUSCONI

Gli Angelucci chiuderanno la trattativa con la Pbf di Paolo Berlusconi (75%) e la Mondadori (18,5%) a seconda dei risultati del bilancio 2022, ma soprattutto di come andranno le elezioni (una vittoria a sorpresa della Moratti potrebbe cambiare le cifre in tavola).

Il quotidiano diretto da Minzolini soffre di 10 milioni annui di perdite su 20 di ricavi. E Marina Berlusconi, in barba a babbo Silvio che non vorrebbe privarsene, non vuole più avere ‘sto macigno in bilancio.

SILVIO E PAOLO BERLUSCONI

Su “Il Fatto” di ieri Gianni Barbacetto ha scritto del tentativo fallito da parte di John Elkann di mettere le mani su “Il Giornale”.

In realtà il piano della Gedi, dopo la vendita de “L’Espresso”, prevederebbe anzitutto di disfarsi de “La Repubblica”, tenersi “La Stampa” e “Il Secolo XIX” e prendersi un quotidiano lombardo. Secondo il ragionamento di Maurizio Scanavino, i giornali locali vanno meglio dei nazionali.

JOHN ELKANN MAURIZIO MOLINARI

E qui entra in ballo Andrea Riffeser, a capo del gruppo QN (Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione), che vorrebbe vendere il pacchetto dei suoi giornali.

L’anno scorso il primo a farsi avanti, per poi dileguarsi, fu Caltagirone. Poi venne la volta della toccata e fuga di Cairo. Ora c’è in ballo Gedi di Elkann, interessata al meneghino “Il Giorno” e al bolognese “Carlino”. Ma Riffeser vuole vendere tutto il pacchetto Qn. Intanto quel volpino di Cairo resta alla finestra.

Ma prima di fare acquisizioni, per Torino c’è da portare a compimento la vendita del quotidiano diretto da Molinari. Cosa non facile. Scrive Fabio Pavesi su “Verità e Affari”: “Repubblica è la vera zavorra del gruppo. Si pensi che nel 2021 la Divisione stampa nazionale che raccoglie appunto il giornale fondato da Scalfari con i prodotti allegati e l’Espresso (venduto poi a Iervolino) su 222 milioni di ricavi è finita in rosso operativo per 20 milioni, seguita dalla divisone Gnn che raccoglie La Stampa, il Secolo XIX e i giornali locali anch’essa in perdita per 13 milioni”.

ANDREA RIFFESER MONTI

Negli ultimi mesi gli incontri tra il braccio destro di Elkann, Scanavino, e il vivace acchiappatutto Danilo Iervolino si sarebbero arenati di fronte alla richiesta di 40 milioni più i debiti del quotidiano di Largo Fochetti. Ci penserà il 2023 a sciogliere i tanti nodi della stampa italica.

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