Gentile Lettore - Lettrice di questo blog:
sono Oscar Bartoli fondatore di Letter from Washington.
Rientrato ieri sera a Washington dopo 20 giorni di peripezie in lungo e in largo nella nostra amata Italia.
Per fare cosa?
È presto detto: dopo 29 anni di America mi trasferisco di nuovo in Italia e precisamente a Roma.
La ragione di questo impegno finale, considerata l'età del vostro redattore, sta nel fatto che ormai negli Stati Uniti se non sei in grado di pagare le spese a copertura della fornitura di medicine speciali, se non sei in grado di vendere le ultime proprietà che ti rimangono, allora sei destinato a morte sicura senza alcuna alternativa sociale.
Nel caso mio, e vi prego di non generalizzarlo, mi sono trovato nell'impossibilità di pagare ogni mese 3800 dollari per ottenere una medicina volta a contenere l'avanzata di una malattia facilmente identificabile.
Si badi bene che questi 3800 dollari rappresentano l'equivalente finale del prezzo della suddetta medicina in larga parte già coperto da Medicare, l'assicurazione nazionale sanitaria americana.
In Italia questo medicamento viene coperto totalmente dal servizio sanitario nazionale.
Pertanto, quanto meno per coprire gli ultimi mesi o anni della mia vita, ho deciso di traslocare definitivamente a Roma.
Il mio ritorno a Washington e' per organizzare il trasloco totale che, come potete ben immaginare, non è cosa facile.
In questi giorni italiani ho avuto il piacere di riscontrare negli amici e conoscenti un caldo apprezzamento per la mia decisione di ritornare nella madre patria.
Vi posso assicurare che, anche se viviamo in un cinismo imperante, questa manifestazione di affetto da parte di tanti amici veri e fraterni mi ha confortato nel difficile momento traumatico di dare un taglio ad una vita condotta negli Stati Uniti come direttore dell'Iri America e dopo la privatizzazione di questo grande conglomerato finanziario - industriale, come corrispondente della Rai, docente alla Catholic University, privato cittadino americano, etc.
Felice di vivere nella capitale federale di questa grande democrazia, pagando le tasse sia italiane che americane.
Ad aprile completerò il mio trasloco nella bella casa che abbiamo preso in affitto a Roma.
Fino a che ne saro' capace continuerò ad annoiarvi con il mio blog che non vi costa nulla ma che sono onorato di scrivere se non altro per far sentire una voce assolutamente indipendente in un contesto mediatico troppo condizionato dal vile denaro.
Vi saluto cordialmente e a chi mi vuole bene (ed anche a chi mi vuole male) invio un abbraccio cibernetico.
Oscar
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Oscar carissimo,
ovunque sei stato, America o Italia, a svolgere insieme un lavoro nella stessa organizzazione o, poi, ciascuno per strade diverse, ci ha sempre unito un sentimento, quello che Mario Luzi ha chiamato “il filo d’oro della concordanza”. Non ho mai trovato nessun altra espressione per definire così bene ciò che ci ha legato e ciò che ci lega da sempre. E che lega non solo noi con te, ma, insieme a M. Rosaria, noi con Franca e noi con i tuoi meravigliosi figli Max e Marco. Questo è ciò che mette vita nei giorni: le amicizie e gli affetti veri.
Preparati ora - appena riatterrerai in un’Italia che avrei voluto tu trovassi molto diversa da quella becera, approssimativa e populista che troverai, a farci sentire il tuo strepitoso repertorio alla chitarra di canzoni di Frank Sinatra. Incomincia ad allenarti!
Con tutto il mio affetto
Sandro
Roma!
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