A 17 anni l'aveva scampata bella perché impegnato in una delle frequenti scazzottate con gruppi di socialisti comunisti, questa volta al piazzale Michelangelo.
Era partito un colpo di pistola Beretta calibro 9 che lo aveva centrato per sua fortuna solo alla mano destra e meno male che era mancino..
Il Federale di zona aveva convocato i genitori di Sergio dicendogli che il partito era particolarmente fiero del comportamento del giovane camerata Sergio, ma, se gli consentivano un suggerimento personale, sarebbe stato meglio far andare Sergio fuori da Firenze da qualche altra parte perché rischiava veramente la buccia.
E così era stato: il padre di Sergio gli aveva trovato un imbarco per due anni.su una nave colombiana che batteva i mari del Centro Sud America.
E così Sergio si era fatto questo periodo molto duro come mozzo e ne aveva ricavato una ulteriore avversione nei confronti del prossimo suo che non condivideva le sue idee.
Poi era scoppiata la guerra e Sergio come sottotenente aveva fatto il suo giuramento al Duce e al re, sapendo che un giuramento è un atto fondamentale nella vita di una persona.
" Nel nome di Dio e dell'Italia giuro di eseguire gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze e, se necessario, col mio sangue la causa della Rivoluzione Fascista"
Sergio era stato mandato in Africa orientale, poi era stato fatto prigioniero dagli inglesi, passato ai francesi, e da ultimo scaricato in Utah in un campo di 'criminali' nel quale venivano inviati quei militari che si erano macchiati di omicidi nei confronti di commilitoni o che, come nel caso di Sergio e di pochi altri, non volevano rinunciare al loro giuramento e né pagavano le conseguenze in quanto non volevano essere inclusi nella categoria dei collaborazionisti.
Dopo sei anni di guerra e di prigionia Sergio era rientrato in Italia e aveva deciso di aderire alla Repubblica di Salò per dare concretezza al suo giuramento.
A Firenze aveva lasciato il figlio che praticamente non conosceva, un adolescente, tirato su dalla nonna e dalle sorelle in mezzo a infinite difficoltà.
Dopo qualche mese i familiari di Sergio se lo videro ritornare a Firenze smagrito, disorientato, costantemente attaccato alla sigaretta e alla bottiglia di vino.
Col figlio si era ristabilita una sorta di consuetudine dialettica anche se non si conoscevano per niente ed erano due estranei.
Alla domanda frequente: "Perché hai lasciato la Repubblica di Salò?" Sergio preferiva trincerarsi dietro un sorriso inespressivo condito con qualche sorso di vino.
Ma un giorno seppur a mezza bocca disse al figlio che aveva deciso di tornare perché non voleva ritrovarsi in quell'inferno.
"Quale inferno?", insisteva il figlio.
*Dovevo andare a cercare i socialisti e comunisti e ammazzarli con le loro famiglie." Questa è stata la risposta di Sergio.
Poi la sua vita ordinaria, era stata un susseguirsi di fallimenti continui sia sul piano sentimentale che su quella professionale.
Perché Sergio dopo anni passati nei teatri di guerra o in prigionia non aveva il minimo mestiere che gli consentisse di sopravvivere in una società che stava cercando di uscire a malapena dalla guerra civile.
Quanto al giuramento fatto a Mussolini il figlio che aveva nei confronti del padre un singolare atteggiamento fatto di forte critica e scarso, molto scarso affetto perché non puoi amare una persona che non hai mai conosciuto, gli chiedeva se ne era valsa la pena.
La risposta di Sergio scrollando le spalle era stata: "Mi consideri un coglione vero? E certamente lo sono però la parola data in quel giuramento aveva un significato che andava al di là delle persone alle quali il giuramento era rivolto, era giuramento a me stesso, al fatto che ho una morale nonostante i tanti errori che ho fatto e che continuo a fare, nonostante le miserie nelle quali mi sono trovato a dover sopravvivere sia nei campi di guerra che di prigionia che di vita reale. Adesso ti ho detto tutto. Non mi stimolare ancora con le tue continue domande.
E poi quando ho aderito alla Repubblica di Salò mi hanno costretto a fare un loro giuramento che dice così:. "A Dio presto questo sacro giuramento, che nella lotta per la mia patria italiana contro i suoi nemici sarò in maniera assoluta obbediente, a Adolf Hitler, supremo comandante dell'esercito tedesco e quale soldato valoroso sarò pronto in ogni momento a dare la mia vita per questo giuramento"
E questo per me era sinceramente troppo. Hitler aveva incendiato il mondo e ora ne pagavamo tutti le spese."
Sergio fascista integrale era il padre di Osca
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Un papà serio e onesto
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Non sapevo. Mi duole moltissimo. Ti stimo molto!
Mi sono permesso di citare il tuo testo in maniera - spero - completamente anonima per far capire a tanti ciò che nemmeno gli storici hanno il tuo coraggio di dire chiaramente ciò che è stato il fascismo ed il nazismo. Ciò che sta succedendo oggi dopo quasi 80 anni dalla fine di quell'incubo per tutta l'umanità (ma in verità le origini di quel male risalgono a più di un secolo fa) ci pone un problema enorme per tutti su questo pianeta. Brecht mi sembra aver suggerito che almeno negli gli Stati Uniti il fascismo sarebbe comunque "democratico." Ma come si manifesterà nel resto del mondo?
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