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Un grande fiorentino e un grande artista: Roberto Cavalli


 Ho incontrato Roberto Cavalli nell'arco degli ultimi 50 anni per due volte. 

La prima volta.

È un ricordo lontano: suonavo con la mia band in una balera estiva allo Osmannoro, a Sesto Fiorentino. 

Il palco dell'orchestra era a contatto con una stalla e quando mi  esibivo tentando di conquistare l'attenzione delle ragazze più belle cantando "All the way", la famosa canzone di Frank Sinatra, una mucca muggiva oltretutto con una sorprendente intonazione. 

Il mercato delle canzonette era stato sconvolto da un cantautore di Genova, Gino Paoli, con "la Gatta".

Proprio quella canzone mi veniva richiesta almeno tre volte a sera da quello che sembrava essere il leader di un gruppetto di giovanotti accampati, permanentemente ai piedi del palco dell'orchestra.

Poi sono venuto a sapere che il tizio era Roberto Cavalli la cui è ascesa come stilista di moda era gia' iniziata.

Il secondo incontro è avvenuto 40 anni dopo a New York.

Con mia moglie e mio figlio Max stavamo passeggiando sulla Quinta Strada. 

Sara' stato circa mezzogiorno di una bellissima giornata primaverile. 

Superiamo l'ingresso di un albergo dove una coppia era impegnata in una accesa discussione, lui inguainato in un abito di pelle nera, lei splendida e assolutamente normale.

Camminando superiamo la coppia e all'improvviso una voce squillante dice: 'Oscar Bartoli', lasciandomi come potete immaginare sorpreso. Mi sono fermato, dietrofront e mi sono diretto verso quel signore di pelle nera vestito.

Stupidamente ho chiesto: "Ci conosciamo?

"Sono Roberto Cavalli, Tu non mi riconosci?" 

A quel punto ho dovuto arrampicarmi in una serie di scuse, adducendo la mia scarsa frequentazione del mondo della moda.

L'incontro si è concluso con una stretta di mano e insieme a mia moglie e mio figlio abbiamo proseguito nella nostra passeggiata. 

La ragione per cui il mio importante interlocutore mi aveva riconosciuto stava nel fatto che a quel tempo a Firenze il mio nome circolava abbondantemente vuoi per il fatto che ero consigliere comunale per il Partito Liberale, vuoi per gli scontri con il Partito Comunista cittadino che non accettava che io organizzassi i comizi volanti nelle piazze in cui dominava da decenni. 

E di questa situazione diverse volte avevo pagato fisicamente le aggressioni dei militanti comunisti, finite in tribunale. Mentre i carabinieri presenti fingevano di non essere interessati alla vicenda.

Ho cercato dopo questo incontro newyorkese di vivacizzare il contatto con Roberto Cavalli, ma ho dovuto desistere per il muro rappresentato dai suoi assistenti.


Cavalli e' mancato nei giorni scorsi. Pace alla sua Anima.

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