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Carlo Botta a Washington

Chi conosce Carlo Giuseppe Guglielmo Botta in Italia? A parte alcune strade intitolate e il nome a qualche liceo, di questo precursore del Risorgimento italiano poco si parla.

Ci ha pensato l'Istituto italiano di cultura di Washington a rinverdire l'immagine di questo grande italiano con un evento organizzato presso l'auditorium dell'Ambasciata.

A illustrare la figura di questo scrittore e la sua opera monumentale, "Storia dells Guerra di Indipendenza degli Stati Uniti" pubblicata nel 1809, due secoli fa, hanno concorso gli interventi del professor Ugo Cardinale, direttore del liceo classico statale e internazionale "Carlo Botta" e docente presso l'Universita' di Trieste, il professor Luca Codignola, direttore dell'Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), e docente all'Università di Genova, il Dr. Maurice Jackson, Associate Professor del Department of History della Georgetown University, introdotti dal Dr. Giacinto Marra, instancabile segretario generale della fondazione Rubbettino.


Dagli interventi e' emersa la figura di Carlo Botta, laureatosi in medicina a vent'anni, imprigionato in Piemonte per un anno e fuggito poi in Francia dove, dopo alterne vicende, si arruolo' come chirurgo nell'esercito francese guidato da Napoleone Bonaparte, partecipando alle spedizioni contro Venezia e piu' tardi a Corfu'. Fervente ammiratore di Napoleone , piu' tardi comincio' a cambiare idea quando si rese conto che si era instaurata una dittatura. La sua "Storia della rivoluzione americana" voleva essere un esempio di perfetta gestione di una rivoluzione.

Carlo Botta e' stato accusato di avere scritto un'opera di eccessivo purismo liguistico.

Stabilitosi definitivamente in Francia per non correre il rischio di essere perseguitato in Piemonte per le sue giovanili esuberanze rivoluzionarie, continuo' la sua intensa attivita' letteraria e pubblico' il lavoro che gli ha dato grande conoscenza: la "Storia d'Italia dal 1789 al 1814".

Mori' povero in canna dopo avere dato migliaia delle sue pagine a un droghiere perche' vi avvolgesse pesci e spezie.

La sua "Storia della Rvoluzione degli Stati Uniti" fu tradotta in francese e poi in inglese.

Thomas Jefferson in una lettera a John Adams il 5 maggio del 1817 scrisse: "Sto leggendo la storia della nostra rivoluzione scritta da Botta."

E continua dicendo che il Botta ha adottato la vecchia pratica di mettere in bocca ai personaggi dei discorsi che mai hanno pronunciato, attribuendo motivazioni delle loro azioni che mai hanno avuto. (Un vecchio vizio italiano al quale si abbandonano molti giornalisti di oggi).

"Ma, conclude Jefferson ha dato a quella storia molti dettagli, precisione e verosimiglianza , meglio di ogni altro scrittore nel quale mi sono imbattuto."






"The Nixons - A Family Portrait"

Il Signor Nixon mi ha fatto una bella dedica al suo libro "The Nixons - A Family Portrait". Non si tratta di una seduta spiritica con il defunto presidente degli Stati uniti. L'autore di questo libro, presentato al Rotary Club di Washington, e' Edward Nixon il piu' giovane dei cinque fratelli.
Nei suoi 15 minuti di presentazione (al Rotary di Washington i tempi degli interventi al microfono sono calcolati al secondo per evitare che lo speaker si parli addosso) Ed Nixon ha parlato della sua famiglia, del padre che gestiva un negozio di alimentari, della madre il vero motore della casa, del fratello Presidente che lo portava in giro per l'America nei suoi spostamenti elettorali a conoscere gente e posti nuovi.
Ed Nixon si e' laureato alla Duke University e si e' specializzato nei settori industriali a protezione della natura. Nel suo intervento al Rotary, molto applaudito, ha ricordato quando ha piu' volte sollecitato il fratello maggiore Presidente a prendersi cura dell'ambiente. E proprio sotto la discussa presidenza di Dick Nixon e' stata costituita la EPA, l'Agenzia per l'ambiente. Tra i meriti di Richard Nixon la fine della guerra in Vietnam, il potenziamento dei diritti civili negli Stati Uniti, la difesa dell'Ambiente, e la riapertura dei rapporti con la Cina.
Purtroppo il personaggio Nixon era molto controverso: nello yacht presidenziale Sequoja aveva fatto fare un foro in un porta per filmare gli ospiti a tavola. Gli piacevano molto i vini francesi di annata che si faceva servire personalmente mentre ai suoi invitati riservava del vino comune messo in bottiglie francesi. Ma su queste particolarita' del carattere del Presidente Nixon il fratello Ed non ha fatto cenno.
Quanto al Watergate sono state scritte centinaia di volumi in tutte le lingue.

BERLUSCONI-MICHELLE OBAMA: che frittata diplomatica.

A conferma di quanto andiamo pubblicando da tempo. L'ultima spiritosaggine del Cavaliere ha reso ancora piu' difficile il gia' difficile rapporto con la coppia Obama.

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Guido Moltedo per "Europa Quotidiano"

Accogliendolo al G-8, prima che cominciasse il vertice dell'Aquila, Berlusconi prese da parte Obama e gli fece: «Ti prego, non dare retta alla stampa italiana, a quel che scrive sul mio conto. Robaccia». Il presidente americano, attonito, tagliò corto: «Non parlo l'italiano, non leggo i vostri giornali». Se cercava comprensione o, addirittura, complicità, il cavaliere fece un buco nell'acqua.
No, con Barack Obama proprio non va. E le ultime bravate di certo non l'aiuteranno a costruire quel rapporto personale che vantava di avere con George W. Bush. La sua ultima "wisecrack", spiritosaggine, ha fatto già il giro del mondo e all'ambasciata di via Veneto non c'hanno trovato proprio niente da ridere: «Ma che diamine gli passa per la testa, a Silvio Berlusconi?», si chiede Mary Vallis, del canadese National Post, una domanda retorica che sintetizza bene lo stupore che attraversa la stampa di tutto il mondo.
Dalla rete americana Abc all'indiano Hindustan Times, la Michelle «abbronzata» del comizio milanese di Silvio suscita sconcerto. Tanto più che tutti avevano notato, a Pittsburgh, sia lo sguardo del premier che si soffermava lungamente sulla mise della First Lady, con il presidente americano evidentemente imbarazzato, sia il fatto che Michelle avesse poi abbracciato e baciato tutti gli ospiti europei, per stringere diplomaticamente la mano al Silvio tricolore. Curioso che nessuno abbia spiegato al presidente del consiglio come quelle che a lui e ai suoi fan sembrano brillanti battute di spirito suonino come offese inspiegabili e oltraggiose oltreoceano.
Dare dell'«abbronzato » a un nero, spiega Judith Stiles, una giornalista statunitense attenta ai fenomeni razziali, è forse perfino peggio che dirgli «sporco negro». «Perché quest'insulto osceno comunque riconosce l'identità dell'altro, pur volendola sfregiare, mentre dargli dell'abbronzato è come dirgli "sei un bianco come noi, solo che hai la tintarella, insomma non sei un negro come quelli là"». Il cosiddetto subtext, il sottinteso, delle battute ripetute sull'abbronzatura di Barack e Michelle è dunque semplicemente micidiale per le orecchie americane.
In Italia non si coglie fino in fondo quanto sia profondamente razzista lo "spirito" del cavaliere, altrimenti si eviterebbe - sul fronte opposto - di fare a propria volta gli spiritosi per sottolinearne il fondo fascista. Ieri l'Unità aveva in prima pagina una foto di Michelle con il titolo «Abbronzatissima, ah ah». Certo, era chiaro l'intento dell'operazione, eppure l'effetto era opposto, rischiava di echeggiare proprio quel che si voleva deprecare. È come una battuta antisemita che uno vuole stigmatizzare con un'altra battuta, con il risultato di finire sullo stesso piano e amplificare quel che s'intende deprecare.
Tornando all'ottuso e razzista umorismo berlusconiano, si sente dire oltreoceano che questa volta il suo errore è doppio e imperdonabile. Passi per il primo scivolone, quando, appena eletto, definì Barack «giovane, bello e abbronzato». Il presidente se la legò al dito, anche se fece finta di non sentire. Allora, da parte italiana gli emissari di Berlusconi si diedero da fare per stemperare l'oltraggio, spiegando che davvero, nel linguaggio di Silvio, quello era un «complimento»
OBAMA E BERLUSCONI ALLA CASA BIANCA
Berlusconi - si disse agli stupefatti collaboratori del presidente - è un tipo che esibisce con orgoglio la sua perma-tan, l'abbronzatura artificiale che si porta tutto l'anno, ha un passato di cruise ship entertainer, di intrattenitore da navi da crociera, insomma è un irriducibile battutaro. È che adesso ha osato fare lo spiritoso con Michelle, che, peraltro, diversamente da Barack, ha un passato abbastanza tosto di vita nel ghetto. Per lei, sul colore della pelle, le battute li fanno quelli del Ku Klux Klan. E Michelle, poi, non è una semplice First Lady. È la più ascoltata e, ovviamente, assidua adviser del presidente. Insomma, il passo falso questa volta gli sarà fatale a Washington.

PIAZZA D’ITALIA-BEST OF ITALY EXHIBITION AT NIAF CONVENTION IN NATION’S CAPITAL

*Free Wine Tastings, Cooking Demonstrations, Musical Performances* **Celebrity Guests to Attend** (WASHINGTON, D.C. – September 29, 2009) Following the success of last year’s Piazza d’Italia, the National Italian American Foundation (NIAF) will again host a two-day exhibition showcasing the best of Italian food, wine, fashion and culture as part of the NIAF’s 34th Anniversary Awards Convention Weekend. Piazza d’Italia will be held on Friday, October 23 from 9 a.m. to 5 p.m. and on Saturday, October 24 from 9 a.m. to 1 p.m. at the Hilton Washington in Washington, D.C. Piazza d’Italia is free and open to the public.
LM Wines, the official wine sponsor, will offer tastings of wines from Italy’s various regions. Exhibitors include PepsiCo, Colavita/Perugina, Trello Chocolates, Bethesda Travel Center, Forzieri Fashions, Del Grosso Foods, and GS Gelato. Vendors will offer samples of olive oils, chocolates, gelato, pasta, and display top-of-the-line products from Italy. Piazza d’ Italia also will display a large variety of items from the Abruzzo region and the city of L’Aquila which was devastated by an earthquake earlier this year.
Additionally, guests can attend a luncheon with keynote speaker on Friday, October 23 from noon to 2:30 p.m., a seminar on the culture of food and wine from 2:30 to 4 p.m. and the screening of the documentary “Pane Amaro (Bitter Bread): The Italian American Journey from Despised Immigrants to Honored Citizens” by a NIAF grant recipient from 4 to 6 p.m. On Saturday, October 24, there will be a celebrity auction and luncheon from 11 a.m. to 2 p.m., a public policy seminar and a conference from 2:30 to 4:30 p.m.
Italy’s famed singer and songwriter Antonello Venditti will give an exclusive performance on Friday evening in the hotel’s International Ballroom. Venditti, one of this year’s gala honorees, will receive a NIAF Special Achievement Award in Music.
Exhibitor information, photos, floor plans, travel information, and exhibit space request forms can be found on the NIAF Web site, www.niaf.org/piazza.
For more information, contact Tom DiStefano at 202/939-3113 or piazza@niaf.org. For events and ticket information for NIAF’s 34th Anniversary Awards Convention Weekend, visit www.niaf.org/gala.

The National Italian American Foundation (NIAF) is a non-profit organization dedicated to preserving and promoting the heritage and culture of Americans of Italian descent.

Fatelo fuori!

Il presidente Obama si sta preparando ad andare in Danimarca a sostenere la candidatura di Chicago, la sua citta', per i giochi Olimpici. Nel frattempo le televisioni trasmettono a ripetizione le immagini girate da un passante dello scontro tra due bande rivali di ragazzi di fronte la scuola media superiore di Fenger sempre in Chicago, citta' nella quale il numero di adolescenti morti nelle battaglie tra gang giovanili e' in continuo preoccupante aumento. Il mese scorso una anonima fonte dello FBI ha fatto sapere che ogni giorno il Bureau scopre trenta tentativi di assassinio del Presidente Obama. E adesso scoppia lo scandalo di Facebook, il popolare social network. Un tale ha aperto una votazione tra i lettori chiedendo se siano favorevoli o no all'uccisione del Presidente. Prima che i dirigenti di Facebook facessero sparire questa sorta di indagine di mercato sembra che avessero gia' risposto circa 700 persone, in gran parte favorevoli alla eliminazione fisica dell'inquilino nero della Casa Bianca.Ed anche questa e' America!

Obama sostiene la candidatura di Chicago


HUFFPOST'S QUICKREAD...

Obama To Denmark: Plans Emergency Trip To Copenhagen To Pitch Chicago Olympics »


AP | JULIE PACE | September 28, 2009 at 09:22 AM

WASHINGTON — President Barack Obama will travel to Denmark to support Chicago's bid for the 2016 Summer Olympics, projecting the highest-ever White House profile in lobbying for the international event.

Valerie Jarrett, a senior adviser to the president, told The Associated Press Monday morning that Obama will leave Thursday and join his wife, Michelle, in Copenhagen, where they'll make the pitch to the International Olympic Committee. Obama would be the first U.S. president to actually appeal in person to the International...

Silvio Berlusconi calls Barack Obama tanned - again


Telegraph.co.uk

Silvio Berlusconi, Italy's gaffe-prone prime minister, has again referred to US President Barack Obama as "suntanned", days after being snubbed by Michelle Obama at the G20 meeting in Pittsburgh.

By Nick Squires in Rome
Published: 7:29PM BST 27 Sep 2009


Mr Berlusconi addresses a crowd of cheering supporters in Milan on Sunday Photo: AFP/GETTY
"I bring you greetings from a person who is called...a person who is sun-tanned...Barack Obama," the smiling 72-year-old politician told a crowd of cheering supporters in Milan on Sunday.
"You wouldn't believe it, but they go sunbathing at the beach together - his wife is also sun-tanned."


Michelle keeps Silvio at arm's length
He said his rapport with America's first black president was "easy-going" and described Mr Obama as a "fine man" with a good sense of irony, as the crowd chanted "Silvio, Silvio" and his campaign slogan, "Thank goodness for Silvio".
At the G20 meeting last week, Mrs Obama pointedly chose to shake Mr Berlusconi's hand rather than give him hug and a kiss on the cheek, as she did to other world leaders.
Mrs Obama's reserve may have reflected White House reluctance to appear too cosy with a man who has been dogged since April by scandals over his personal life, including accusations that he "consorts with minors" and that he slept with a high-class prostitute at his private mansion in Rome.
Mr Berlusconi, famed for his year-round tan, sparked international outrage last November when he first described Mr Obama as "sun-tanned".
Later that month he reiterated the remark, saying that anyone who found it racist had no sense of humour and was an "imbecile".
At the weekend rally in Milan, Mr Berlusconi told supporters of his People of Freedom party that his government had scored a number of successes since being elected last year, claiming that he had acted swiftly to tackle the effects of the global economic crisis and ensure that Italy had a more solid banking system than many other countries.
"And we have introduced a new element into Italian politics: morality," said Mr Berlusconi, whose estranged wife, Veronica Lario, 53, has suggested that he is obsessed with chasing glamorous actresses and showgirls young enough to be his grand daughters.

Un gruppo vocale incontrato a Grado

L'ultima gaffe del Primo Ministro italiano



"Non se ne puo' piu" - ci dice l'inviato di una importante testata giornalistica italiana presente a Pittsburgh per il G20.
"Anche questa volta Berlusconi ha voluto fare il clown con quel gesto che ha sorpreso e messo in imbarazzo le diplomazie italiana ed americana. E, guarda: queste sortite non sono casuali. Le studia a tavolino per avere i media che parlano solo di lui. Noi che lo seguiamo nei suoi viaggi all'estero ci attendiamo sempre che ci prenda in contropiede con qualcuna delle sue trovate. Ma ti rendi conto? trattare la First Lady come se fosse una delle sguinzie di cui si circonda. Mancava poco che le dicesse: 'Che bella gnocca!' Poveri noi. E lei non l'ha baciato sulle guance come ha fatto con gli altri premier, ma lo ha tenuto a distanza."

Meno male che c'e' Silvio

In Australia c'e' qualcuno che adora il Cavaliere. Pubblichiamo questo peana a Silvio anche se apparteniamo di diritto alla categoria dei 'farabutti'.
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Il Globo & La Fiamma - Australia

venerdì 25 settembre 2009

Per fortuna che Silvio c'e'!

I media e la sinistra sono accecati dall’antiberlusconismo e non vedono la realtà. Non fanno che parlare di declino di Berlusconi e del suo dopo. Altro che declino! Come si fa a sostenerlo quando ancora gode del 68% del consenso degli italiani. La moribonda sinistra spera ancora in una “scossa” che faccia cadere il governo. Continuano a vendere la pelle dell’orso prima di averlo ammazzato. Campa cavallo che l’erba cresce! Non hanno capito che Silvio ha solo cambiato strategia e, come sempre, anche questa volta risulterà vincente. Invece di parlare di declino di Berlusconi, la sinistra deve solo augurarsi che questa sua nuova strategia non abbia lo stesso successo delle sue precedenti. A Porta a Porta, Berlusconi ha detto che le redazioni di giornali e tv sono piene di “farabutti” come lo sono alcuni politici, tutti “anti italiani”. A prima vista sembra che Silvio si sia fatto tradire dal “nervosismo”. Invece e’ bene che gli avversari si preoccupino perché Berlusconi sa sempre quello che dice e quello che fa. Quando decise di scendere in politica, Montanelli cercò in tutti i modi di dissuaderlo e gli predisse che non era cosa per lui. Il tempo ha dato torto marcio a Montanelli e ragione a Silvio. Lo stesso si potrebbe dire di tante altre occasioni. All’inizio nessuno riusciva a vedere gli sviluppi futuri, perché Silvio riesce a vedere piu’ lontano di tutti gli altri. La stessa “fondazione” del Pdl (dal predellino di un’auto), che sembrò più che azzardata, oggi e’ una solida realtà. Il partito ha vinto le elezioni con largo margine, facendo a meno di Casini. Berlusconi e’ senza dubbio un genio. Grandi uomini grandi difetti: il suo e’ di essere esageratamente narcisista. Non deve auto incensarsi, saranno i fatti stessi che lo indicheranno o meno il miglior premier italiano di tutti i tempi. Dovrebbe trattenersi di auto elogiarsi, infastidisce anche i berlusconiani piu’ convinti. Non si va lontano se non si e’ capaci di dominare i propri impulsi. Pero’ se, ad un dato momento, Berlusconi ha reagito energicamente trattando da “farabutti” i media ed i politici, e’ perché ha capito che questo era il momento di farlo. Ed e’ questo che bisogna capire e che dovrebbe preoccupare i suoi nemici. Per anni il suo carattere gioviale gli suggeriva di fare la parte dell’uomo superiore, di non reagire o reagire moderatamente. Ma recentemente c’e’ stata una straordinaria campagna di odio e diffamazione nei suoi confronti. Per molto tempo, troppo tempo, ha continuato a stare in silenzio. Fino al momento in cui ha capito che gli italiani cominciavano a dubitare che potesse difendersi. Magari c’era del vero in quelle accuse infamanti? Se non si difende e’ perché non può farlo, perché quelli dicono la verità? Berlusconi si e’ accorto che la precedente linea di comportamento non era piu’ adeguata. Meglio rispondere a muso duro ai media ed ai politici: ed e’ quello che ha fatto. Intanto ha querelato (citandoli soltanto per danni) i giornali La Repubblica e L’Unita’. Non si e’ impegolato in un’azione penale, dove il giudice avrebbe potuto insabbiare la querela ed archiviarla. Ha scelto la strada dell’azione civile impossibile da interrompere. Una volta tanto Berlusconi ha avuto per maestro, il “lider maximo” D’Alema. Nel 1997 Max intenta una causa civile, nientemeno, all’“Espresso”, per “aver rivelato la mappa della sua nuova casa” e chiede un miliardo di lire di risarcimento. Il 5 maggio a Montecitorio s-c-a-n-d-i-s-c-e, alla maniera dell’ex Duce: “L’ho detto una volta per tutte, con validità erga omnes, con valore perpetuo: quello che scrivono i giornali è sempre falso”. In un minuto sarebbe scoppiata la rivoluzione in Italia se una frase del genere l’avesse pronunciata Silvio. Alla fine di novembre 1997 “baffino” si scatena contro l’Ordine dei giornalisti. Bisogna abolirlo, dice Max, visto che non garantisce la correttezza professionale. Poi nel gennaio 1998 annuncia di aver trovato l’arma “finale” per sistemare i giornali “chiacchieroni”. E’ di una semplicità elementare: niente più processi penali ai giornalisti, bisogna instaurare “un sistema che consenta una rapida ed efficace tutela in sede civile e che preveda consistenti risarcimenti patrimoniali”. Detto fatto. Ecco, in data 10 febbraio 1998, la causa civile di Max al “Corriere della sera” per aver scritto “su un fantomatico piano D’Alema per il sindacato”. Richiesta: due miliardi di lire. La sinistra non va in piazza a protestare, ci mancherebbe altro, non si tratta di Berlusconi! Max pretende dal Direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli, anche il “giuramento decisorio”. Vale a dire che deve giurare di aver scritto la verità a proposito delle intimidazioni “dalemiane” sugli azionisti del Corriere. Quale sorte ebbe questa causa? Boh! Ma D’Alema aveva tracciato un solco che, nel 2009, anche l’odiato suo nemico avrebbe seguito. E’ proprio vero che c’e’ sempre qualche cosa da imparare anche dai peggiori! Sulla vita politica italiana e’ calata una spessa coltre di violenza mediatica. Ormai sembra che l’unico obbiettivo dell’opposizione (di quel che resta) sia quello di distruggere l’avversario con ogni mezzo. Non ha capito che gli converrebbe smetterla di continuare a criticare quel che dice o quel che fa Berlusconi cercando, piuttosto, di far sapere quel che farebbe se fossero al suo posto. Macché, si divertono ad organizzare un’altra “sceneggiata” delle primarie, diciamo pure che sono le “terziarie”. Sembra rivedere quel film dove il “rimpasto” si svolgeva tra gli stessi componenti del solito vecchio e traballante partito. Con la musica iniziava il “girotondo”, sempre piu’ frenetico, attorno ad un tavolo. Appena la musica cessava, ciascuno si sedeva nella poltrona al punto in cui si trovava. Questo e’ quello che sta accadendo nello “sbrindellatoPd. Si illudono che il Pd uscirà dal coma profondo in cui si trova con il nuovo “leader”. Non hanno capito che non si tratta solo della mancanza di leadership, che in parte e’ pur vero, ma che, accecati dall’odio verso Berlusconi, non sanno fare proposte che convincano gli italiani di votarli. I cosiddetti dirigenti del Pd non considerano che Berlusconi sia stato scelto dalla maggioranza degli italiani. Ogni insulto a lui rivolto e’ un insulto rivolto agli elettori che l’hanno votato, questi non voterebbero mai per quelli che li considerano dei fessi. Non vogliono ancora capire che la sinistra e’ ormai finita perché ancora rimane ancorata alla vecchia ideologia comunista. Un’ideologia che e’ rimasta immobile, che non si e’ saputa adeguare all’evoluzione dei tempi e della società. La lotta di classe c’era nel 1919, ma non c’e’ piu’ oggi. Il popolo non aspira più ad un pezzo di pane uguale per tutti, ma un tenore di vita adeguato alle proprie capacità, al proprio impegno e alla propria disponibilità al sacrificio. Non più livellamento verso il basso, ma a ciascuno secondo quello che si merita. Tutto quello che sono riusciti a fare i comunisti italiani, dopo la caduta del muro di Berlino, e’ stata la “svolta della bolognina” con Occhetto. Hanno cambiato la sigla da PCI a Pds, poi da Ulivo a Pd, ma la base ideologica e’ sempre la stessa e le facce sono sempre quelle. E Franceschini ha la sfacciataggine di dire “Dobbiamo dare una svolta al governo di questo Paese”. Ma quale svolta? Di ridiventare cattocomunisti? I cattocomunisti hanno avuto più di mezzo secolo per dimostrare se sapevano governare. Hanno chiaramente dimostrato di non capire e di non avere cura dei veri problemi del Paese, ma solo di guardare all’interesse del partito. Infatti, nella loro ideologia l’individuo non conta, conta solo il partito. Se ritorniamo col pensiero ai risultati dei loro governi, non ricordiamo altro che l’aumento delle tasse e l’aumento del debito pubblico. La ricerca del potere accaparrando tutte le cariche dello Stato. Il disastro del ’68 nelle scuole e nella mentalità generale. La ricerca del consenso con l’assunzione di massa di precari. L’ideologia statalista dell’assistenzialismo a scapito del debito pubblico da ripianare con altre tasse. Quelli del Pd dovrebbero comprendere alla svelta che, per aspirare a diventare alternativa di governo, debbono immediatamente abbandonare l’ideologia comunista. Debbono cambiare ancora una volta sigla al partito. Debbono cacciar via tutte le vecchie facce. Debbono capire che e’ ora d’ispirarsi a sistemi di gestione politico/amministrativa attuali e moderni. Per far questo sono costretti ad imitare Berlusconi, uomo pragmatico, che riesce a capire i problemi dei cittadini ed ha la capacità di risolverli in “tempo reale”. Gli italiani ormai hanno capito come si governa e come meglio funziona un sistema liberaldemocratico e non ci pensano neppure lontanamente di farsi governare di nuovo dai vecchi cattocomunisti. E sì, perché Casini, da buon Democristiano, e’ sempre alla finestra per cogliere la buona occasione di riabbracciare i “compagni” e, con il suo “grande centro” (o meglio: centrino), dare vita con loro ad una nuova riedizione di un governo cattocomunista. Per fortuna che Silvio c’e’!


Giampiero Pallotta

The Soprano State

Claudio Antonelli ci manda da Montreal questo articolo che volentieri pubblichiamo e del quale condividiamo i contenuti.
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“The Soprano State” ovvero a ciascuno il suo

In un mio precedente articolo ho denunciato l’espressione “Ponzi scheme” con cui i mass media etichettano, all’unanimità, la gigantesca truffa di Bernard – Bernie per amici e correligionari – Madoff. Ma perché “Ponzi scheme” e non “pyramide scheme”, o meglio ancora “Madoff scheme”, visto che il suo autore è Madoff e non Ponzi?

Ponzi è un nome che chiaramente identifica chi lo porta come italiano. Meritiamo davvero noi italiani questo ulteriore “marchio di Caino”?

Se si approfondisce la storia della truffa basata sulla “piramide finanziaria”, si scopre che il “Ponzi scheme” è in realtà un “Miller scheme”. L’ispiratore di Ponzi fu molto probabilmente William F. Miller, contabile di Brooklyn, che nel 1899 truffò un milione di dollari col sistema della moltiplicazione degli “investitori”. Ma questo metodo truffaldino non era una creazione originale di Miller: la truffa della “piramide finanziaria” rimontava a ben prima. La troviamo del resto anche in “Little Dorrit” di Charles Dickens. E a sua volta – ci dicono – il personaggio del truffatore creato da Dickens, il banchiere Merdle, era almeno in parte basato sulle tresche del finanziere irlandese John Sadleir, morto suicida nel 1856. E mi fermo qui. Ma la genealogia del “Madoff scheme” (come sarebbe ormai logico chiamare questa truffa) risale a ben più lontano nel tempo.

Approfitto del tema “Madoff-Ponzi” per fornire un altro esempio d’infamanti stereotipi contro di noi. Di recente, la polizia americana ha messo in luce una serie di gravi atti di corruzione, malversazione, concussione, riciclaggio di denaro sporco, e persino di traffico di organi umani. Dove? Nello stato del New Jersey; “The Soprano State” hanno proclamato, gongolanti, i giornalisti.

Per i mass media, rispettosissimi dei diritti umani e quindi nemici acerrimi di stereotipi e pregiudizi, qualificare “terra dei Soprano” lo Stato del New Jersey è un fatto normale. Cosa volete: l’operazione di diffamazione che viene condotta da anni contro di noi e che ha la sua apoteosi nella sconcia serie “Soprano”, vero e proprio manuale razzistico, può dirsi pienamente riuscita.

Ma ecco che tra i criminali arrestati in seguito a questa operazione di polizia condotta nello “Stato dei Soprano” vi sono quattro rabbini ortodossi, accusati di riciclare denaro sporco in provenienza da Israele. Vi è poi un quinto rabbino, Levy Izhak Rosenbaum, che avrebbe diretto un traffico di organi umani, comprati per poco prezzo in Israele da lavoratori provenienti dal terzo mondo e rivenduti poi negli USA con enormi profitti.

Questi fatti si sono verificati nella terra dei cattolici “Soprano”, eppure vedono in primo piano i rappresentanti molto ortodossi di un’altra “parrocchia”. È proprio il caso di dire: non c’è più religione.

Questa vicenda si presterebbe magnificamente ad essere trasposta sullo schermo. Eppure su di essa non verrà mai fatto un film e, men che meno, una serie televisiva. L’ortodossia cinematografico-televisiva lo vieta. È molto probabile che si faccia invece ben presto un film su Ponzi, mentre si continuerà a presentare all’infinito sullo schermo, in uno schifoso, eterno gioco delle parti, la serie “Soprano”.

“Unicuique suum”, ovvero “ad ogni gruppo il suo ruolo cinematografico”. E a noi quello di Caino, naturalmente. Così ha deciso il gruppo dei fabbricanti di ruoli di Hollywood e dintorni, furbescamente indifferenti al fatto che la realtà, irrispettosa dei ruoli assegnati, segua altri copioni... Persino nel “Soprano State”.

Intervista del Ministro Scajola alla Reuters:

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* Italy agrees with U.S. view on energy imports reduction
* Gas operator, grid ownership split not priority in Italy
* Extension of car sector incentives in 2010 desirable

By Giselda Vagnoni
ROME, Sept 25 (Reuters) - Italy is set to sign a nuclear cooperation deal with the United States to enrol U.S. companies to help build nuclear power stations after a 22-year ban, Economic Development Minister Claudio Scajola told Reuters.
Scajola, who travels to the U.S. next week, said he and U.S. Energy Secretary Steven Chu would sign an accord for nuclear energy research and development cooperation and a declaration to encourage joint efforts to build nuclear power plants in Italy.
"These are agreements of high importance which open the way for new partnerships between Italian and U.S. companies useful to accelerate Italy's return to nuclear energy," Scajola told Reuters in written answers to questions.
He cited a partnership between Toshiba Corp <6502.t> unit Westinghouse and Italy's Finmeccanica unit Ansaldo as the example to follow.
Italy, the only Group of Eight industrialised nation without nuclear power, rejected it in a 1987 referendum after the Chernobyl disaster in Ukraine.
Italy aims to rebuild the sector and produce 25 percent of power from nuclear plants. That would help reduce Italy's heavy dependence on fossil fuel imports and cut carbon emissions.
Scajola said Italy shared the U.S. view, expressed by new Ambassador to Rome David H. Thorne in a newspaper interview last week, that Europe and Italy should boost energy supply security and reduce reliance on energy imports.
In July, Italy adopted proposals for a nuclear renaissance, but industry experts said the government faced an uphill struggle to find funds and sites for new plants. [ID:nL9243744] [ID:nL936038].
Several Italian regions have appealed to the Constitutional Court saying the new law scraps their right to give final approval to nuclear plants on their turf, Italian newspapers reported this week.
Scajola told Reuters the government would only have the upper hand in site allocation if it failed to reach agreement with local authorities.
The government has been studying various ways of covering investment risks linked to nuclear power which would involve private investors, such as creating consortia of energy producers and consumers, he said.
Italy's biggest utility Enel and France's nuclear power giant EDF agreed last month to set up a 50:50 joint venture to develop nuclear power in Italy.
INTERNAL MARKET ISSUES
Turning to the thorny issue of Italy's internal energy market, Scajola said ownership separation of gas operators and networks was "not a priority element for the market's opening compared with decisive factors such as diversification of infrastructure and supplies".
Energy regulator AEEG has for years urged dominant oil and gas group Eni to cut its stake in gas grid Snam Rete Gas to 20 percent from just over 52 percent to boost competition.
Responding to recurrent media and market talk of a possible break up of Italy's second-biggest power utility, Edison , Scajola said he hoped the existing balance between its core shareholders -- EDF and Italian utility A2A -- would continue.
Asked about Edison's desire to secure 15-20 percent in the joint venture between Enel and EDF, he said he was "in favour of strong participation of national and foreign companies in the new Italian nuclear renaissance."
Scajola said extending incentive schemes for new car buyers to 2010 was "desirable even though such intervention should be more targeted on the environmental side and coordinated on the European level".
Fiat Chief Executive Sergio Marchionne said last week the end to incentives would be disastrous.
(Writing by Svetlana Kovalyova; Editing by Victoria Main)
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Keywords: ITALY NUCLEAR/SCAJOLA
Friday, 25 September 2009 14:20:54RTRS [nLP470146 ] {C}ENDS

Giselda Vagnoni
Editor in Charge

General Stanley McChrystal a 60 Minutes


Il Generale Stanley McChrystal, comandante in capo in Afghanistan ha detto in una intervista a 60 minutes che l'aumento dell'offensiva di fuoco degli americani non porta a risultati positivi perche' le perdite dei civili aumentano in quanto i talebani si fanno scudo della popolazione locale e si mischiano tra la folla.

Il generale Stanley McChrystal si e' detto sorpreso per la violenza e gli attacchi portati dai talebani in diverse aree del paese.

David Martin, l'intervistatore, gli ha chiesto quale fosse il suo punto di vista dopo avere iniziato il suo nuovo incarico pochi mesi fa. Il generale ha detto che "le cose vanno un po' peggio rispetto a quanto mi aspettavo."


Resta da dire che se combattere una guerra tradizionale in quel paese non porta ad alcuna vittoria (l'esperienza sovietica insegna) bisogna chiedersi quale possa essere l'alternativa. Alcuni suggeriscono di trattare con i 'signori della guerra' quelli che gestiscono la produzione e il commercio dell'oppio. Una tattica usata dagli inglesi un secolo fa.


Watch an excerpt from the interview below. The full segment can be seen this Sunday on 60 Minutes.

Obama e il comportamento dei politici

Dall'intervista del presidente Obama con David Letterman su CBS

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"La stragrande maggioranza delle persone, repubblicane o democratiche, vuole solo buon senso, onestà e integrità... a Washington. La gente è infastidita da insulti e litigi e si aspetta di più dai propri rappresentanti. Ci tengo a sottolinearlo."

Ed anche questa e'...Marsala



Lorenzo Sammartano, giovane e aitante presidente del Rotary Club di Marsala mi ha invitato come speaker ufficiale ad una manifestazione incentrata sulla presentazione del mio libro "Ed anche questa e' America!". Occasione per scambiarci i guidoncini del Rotary Club. Porto a Sammartano un messaggio pieno di simpatia del presidente del RC Washington, il giovane JW Arnold.
Arrivo a Marsala dopo un'ora di volo da Roma-Ciampino con Ryan Air, e mi imbatto nei manifesti che Sammartano ed il suo affiatato team hanno distribuito nel centro storico di questa incredibile citta' che, purtroppo, e' fuori dai circuiti turistici come invece meriterebbe.
Ma prima dell'evento, che si tiene nel Complesso Monumentale di San Pietro, Lorenzo Sammartano mi da' una dimostrazione efficace dell'ospitalita' siciliana con l'aggiunta della caratura rotariana.
E cosi' mi trovo inserito in una atmosfera festosa che non lascia spazi all'iniziativa personale. In poche parole: sono un felice ostaggio di Lorenzo e dei suoi boys and girls rotariani. E la cosa, posso assicurare, e' entusiasmante.
Visitiamo come d'obbligo il museo Florio, con cimeli garibaldini, delle visite del Re e di Mussolini e approfondite illustrazioni dei procedimenti per ottenere il Marsala, conosciuto in tutto il mondo. Poi il museo di storia naturale.
Ed apprendo attraverso l'esposizione dettagliata della direttrice Bice Marino scorci della storia dei fenici che popolarono queste terre. La loro capacita' nell'essere per secoli sia audaci marinai che odiati e facoltosi mercanti.
E rimango a bocca aperta di fronte al busto di Venere trovato nel 2004 scavando sotto una chiesa paleocristiana. Al confronto la Nike di Samotracia e' roba da ridere.
Visita d'obbligo al sindaco Carini, che mi introduce nel suo studio dove posso ammirare un trittico di scuola fiamminga trafugato su commissione qualche anno fa e recuperato grazie alla bravura professionale dell'avvocato Milazzo, diventato poi il vicesindaco.
E finalmente alle sei e mezza del pomeriggio ci ritroviamo nella sala del complesso di San Pietro per la mia conferenza che viene introdotta e stimolata dalla giornalista Isabella Papiro, dinamica e simpatica che si e' sobbarcata quattro ore di macchina per venire da Ragusa.
La presentazione del libro, come del resto avvenuto puntualmente in altre numerose occasioni in diverse regioni italiane, fa scoccare la scintilla del dialogo col pubblico. E le persone intervenute sono tante al limite della capienza della sala e vogliono parlare dell'America di Obama . Ci sono presidi, il comandante dei vigili urbani, professionisti, membri del Rotary. Isabella Papiro, prima di inziare a pormi domande, mi sussurra: "Incredibile: in genere ad una presentazione qui riusciamo a mettere venti persone. Adesso siamo in 140."
E le domande fioccano dopo che ho cercato di delineare con onesta' luci ed ombre della vita vissuta negli Stati Uniti.
Un caleidoscopio di interrogativi e di risposte dal quale emergono alcuni dati di fondo: gli Stati Uniti non saranno il migliore dei mondi possibili. Ma in quella nazione continente le leggi ed i regolamenti vengono fatti rispettare (con le buone e con le cattive). La societa' americana vive permeata dalla cultura dela competizione che significa rifiuto di ogni tentativo di trovare scorciatoie per passare davanti agli altri. In poche parole la furbizia italiana non funziona da quelle parti. Funziona, invece, la meritocrazia ed il principio di responsabilita'. E ad esserne particolarmente felice e' la preside rotariana Giannina DeBartoli che ha creato la carta a punti del buon scolaro. Una sorta di patente che sta avendo un gran successo nella sua scuola.
Si parla delle tendopoli che sorgono nelle periferie delle citta' americane, grandi e piccole, causa prima dei pignoramenti delle abitazioni e della perdita di lavoro che rappresenta una tremenda costante della recessione. Obama ha detto che prima di parlare di luci in fondo al tunnel della recessione bisogna che le aziende comincino di nuovo ad assumere.
Alle otto di sera bisogna chiudere perche' il personale della sala non puo' fare straordinari. Ma la campana rotariana viene suonata dal presidente Sammartano quasi alle nove. Non senza avere ascoltato un brano suonato con perizia tecnica e capacita' interpretativa dal pianista Fabio Gandolfo e dal violinista Mauro Carpi che avevano aperto con musiche americane la manifestazione.
Ai partecipanti viene distribuita una copia del "Vomero", antico giornale cittadino che rappresenta il collante con i marsalesi sparsi per il mondo ed e' diretto dal simpatico Alfredo Rubino, uno che conosce gli aneddoti piu' singolari di questa citta'.
L'oratore viene catturato e portato di peso in un noto ristorante dove la giornata si conclude in un tripudio di manicaretti locali.
E penso agli amici americani che accompagno in Italia i quali sempre mi chiedono come facciano gli italiani a vivere cosi' 'splendidamente', circondati da stile, eleganza, donne bellissime, cibo incredibile. E, soprattutto: quanto guadagnano? Domande oziose e un po' provocanti che non tengono conto del fatto che gli italiani...sono italiani.
Ed anche questa e' Italia.
(O meglio: Ed anche questa e' Marsala).

DITTATURA A RETI UNIFICATE

Riceviamo dal Dr. Petti e volentieri pubblichiamo

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L’80% degli italiani si informa solo attraverso la TV

Riusciranno i nostri italiani a riaccendersi la testa?

Si, è veramente accaduto! E non è una storia raccontata e deformata dalla solita prevenuta e faziosa sinistra italiana. Una menzogna insomma dell’opposizione. E’ realmente accaduto che martedì 15 settembre 2009, una data storica da mandare bene a memoria, 13 milioni di italiani - seduti davanti alla TV per assistere a reti praticamente unificate al messaggio di Berlusconi “ospite” del salotto buono di Bruno Vespa - questa volta non abbiano capito niente di quel che stava dicendo! Non siano riusciti proprio a capire di che cosa stesse mai parlando, contro chi ce l’avesse, perché fosse tanto infuriato, si agitasse e – diciamolo – si mostrasse anche un pò isterico il nostro premier!

Dalla TV, prima di allora, non avevano saputo nulla di quelle cose, nessun giornalista televisivo, sia dei canali della RAI (con una sola eccezione, quindi passata sotto silenzio) sia di Mediast, gli aveva mai raccontato alcunché degli indicibili guai di cui Berlusconi stava in quel momento parlando, per i quali si stava infuriando: festini con compiacenti signorine vestite rigorosamente di nero – maggiorenni e pare anche minorenni - organizzati presso la sua residenza romana; frequentazioni di personaggi perlomeno discussi che gli avrebbero a ripetizione procacciato donnine e piaceri vari anche presso la sua residenza estiva; aerei di Stato utilizzati per tasportarle nel suo harem sardo, e così via.

Ma di che cosa diamine stava parlando? Ma come è stato possibile che la fida televisione non li avesse informati di tutte queste storie?

E così è effettivamente accaduto che chi di Tv aveva ferito, di Tv, quella sera indimenticabile, sia perito! Per aver parlato in TV di questi guai ad un pubblico incredulo e impreparato, che proprio lui Berlusconi aveva impedito venisse dalla TV informato. Imponendo un silenzio a reti unificate circa tutte le critiche gli erano state mosse sui suoi discutibili comportamenti privati e pubblici, censurati tanto dalla pubblica opinione e stampa internazionale, quanto dalla Chiesa italiana stessa.

E così è accaduto che proprio larga parte di quel “suo” pubblico, non capendoci un bel niente di ciò che stava dicendo e sentendolo ossessivamente sbraitare di queste cose, si sia infine annoiato e abbia cambiato canale, per distrarsi chi con una fiction, chi con una partita di calcio.

Si, è veramente accaduto che il grande Comunicatore quella sera non sia riuscito a comunicare, ed è soprattutto accaduto che, proprio lui …, sia stato spento!

Spento da quell’80% di italiani che per informarsi si affida solo alla TV, un intero popolo che vive in uno stato di “autarchia mediatica” - come la definisce Nadia Urbinati, una delle tante intelligenze italiane emigrate negli USA - chiuso al mondo del suo Paese e a ciò che del suo Paese il mondo dice e scrive. E così definisce la situazione italiana sempre la Urbinati in uno splendido articolo su “La Repubblica” del 5 settembre u.s.: “Berlusconi considera e tratta l’Italia come il suo cortile di casa: con collaboratori domestici o addomesticati che si preoccupano di allontanare ogni sospetto di dissenso, che confezionano notizie con lo scopo di nascondere la verità ai cittadini e passano leggi per accomodare il diritto alle necessità del premier; con intrattenitori e intrattenitrici che rallegrano la sua vita; con ministri che come ‘visir’ sfornano politiche che falcidiano la cosa pubblica, dalla scuola alla sanità, e dirottano risorse non si sa bene dove e per fare che cosa. Perché tutto questo si tenga, il dissenso deve essere azzerato con tutti i mezzi: dal mercato alle strategie intimidatorie. L’obiettivo è terrorizzare e ridurre al silenzio chi pensa liberamente per infine circondarsi di yes men e yes women. Che sia un segno di impotenza – conclude la politologa – invece che di forza è evidente, tuttavia per chi tiene ai diritti e alla libertà gli effetti di questo potere di dominio sono disastrosi”.

Ma dove sono finiti, ma come possono stare in silenzio, i molti liberali - presenti anche nel Pdl - convinti che i diritti di libertà siano un bene prezioso che non può essere sacrificato a nessuna maggioranza? O siamo piuttosto in presenza proprio di una dittatura della maggioranza?

Insomma, un Paese che tollera una dittatura televisiva a reti unificate può ancora considerarsi una vera democrazia?

Berlusconi conosce perfettamente una verità: la TV è ormai il luogo centrale dove si fa la politica. Ma che diamine di democrazia è quella dove il “luogo” della politica è di proprietà del leader del partito di maggioranza, che è anche Presidente del Consiglio?

Io amo i miei diritti, amo lo stato dei diritti, amo lo Stato di diritto. E penso che in una democrazia il mandato popolare legittimamente ricevuto con le elezioni non possa mai legittimare una qualsiasi forzatura al sistema di diritti, di principi e valori sui quali si regge la democrazia stessa.

Questa forzatura è in corso ed è il prodotto del Berlusconismo e della sua corte serva e obbediente che ci governa, “forma degenerata e degenerativa del bipolarismo” secondo Massimo Giannini.

Se un uomo del genere danneggia costantemente l’immagine del nostro Paese e toglie dignità alle istituzioni, se tutto ciò può accadere nella generale indifferenza, se può avvenire - senza incontrare alcuna vera opposizione - che venga demolito il sistema democratico liberale e lo stato di diritto, fondato sulla separazione dei poteri e sulle istituzioni di garanzia che ne sono la più alta espressione, allora è proprio vero che ogni Paese ha la classe dirigente che si merita.

C’è in Italia un grande problema di rinnovamento della classe dirigente e ci sarebbe davvero un gran bisogno di una generazione nuova. E di una politica che, andando tra la gente ed ascoltando la gente, torni poi nelle stanze delle decisioni e decida.

Ha scritto Alastair Campbell, uno degli uomini che più hanno contribuito al successo della lunghissima esperienza di governo del premier inglese Tony Blair, sulla situazione italiana: “Troppi politici parlano una lingua diversa dai loro elettori, quella delle élite. L’interlocutore principale invece non dovrebbe essere la classe politica o i media, ma l’opinione pubblica”. E ancora: “La chiave è rendere i dibattiti che si sviluppano nei partiti di interesse per la gente, per i non addetti ai lavori, e non solo fonte di infinito fascino e introspezione per la ristretta cerchia della classe politica…La strategia vincente è concentrarsi sulle questioni strategiche importanti, conquistando consenso politico e sostegno alla loro realizzazione. La tattica, quella di studiare il modo di comunicare adeguatamente al pubblico la strategia e le sue implicazioni politiche”. “Solo concentrandosi sulla strategia e sul lungo termine – sottolinea Campbell – si possono prendere le decisioni giuste giorno per giorno nel gestire il rapporto coi media. Si tratta della lente attraverso cui la gente guarda la politica. Se la lente è creata dai media o dagli avversari politici, non sarà quella desiderata. Createne quindi una vostra, e non smettete di graduarla”…

Povera Italia! Quanto siamo distanti da tutto questo!

Immaginiamo allora, per darci una speranza - noi che siamo testardi e liberali, che non vogliamo arrenderci e che non vogliamo diventare né cortigiani, né baccelli del cancro populista berlusconiano - una possibile via di salvezza. Proviamoci, almeno!

Sappiamo che il potere degli apparati viene meno quando i cittadini rivendicano la loro sovranità e decidono di esercitare attivamente il loro diritto di partecipare. In questo stesso momento crollano il qualunquismo e il populismo, che sono il prodotto della cattiva politica e dei suoi apparati.

Se, contro la dittatura televisiva a reti unificate impostaci dal regime oggi al potere. Se, contro l’arroganza di un potere sguaiato e privo di cultura politica, che vede il prevalere dell’ingiustizia sulla giustizia, la gente, noi cittadini, noi, riprendiamo fiducia nelle nostre capacità e nei nostri diritti. E se la politica che deve rappresentare questo interesse generale si fa carico di rimettere in moto un movimento civile di opinione che chieda “a voce alta” giustizia, libertà di stampa, trasparenza, rispetto dei diritti, se, se, se, se…, allora forse sarà possibile rimetterlo in moto questo nostro addormentato, docile, furbetto e un po’ codardo Paese.

C’è scritto nella nostra Costituzione.

Alessandro Petti