“The Soprano State” ovvero a ciascuno il suo
In un mio precedente articolo ho denunciato l’espressione “Ponzi scheme” con cui i mass media etichettano, all’unanimità, la gigantesca truffa di Bernard – Bernie per amici e correligionari – Madoff. Ma perché “Ponzi scheme” e non “pyramide scheme”, o meglio ancora “Madoff scheme”, visto che il suo autore è Madoff e non Ponzi?
Ponzi è un nome che chiaramente identifica chi lo porta come italiano. Meritiamo davvero noi italiani questo ulteriore “marchio di Caino”?
Se si approfondisce la storia della truffa basata sulla “piramide finanziaria”, si scopre che il “Ponzi scheme” è in realtà un “Miller scheme”. L’ispiratore di Ponzi fu molto probabilmente William F. Miller, contabile di Brooklyn, che nel 1899 truffò un milione di dollari col sistema della moltiplicazione degli “investitori”. Ma questo metodo truffaldino non era una creazione originale di Miller: la truffa della “piramide finanziaria” rimontava a ben prima. La troviamo del resto anche in “Little Dorrit” di Charles Dickens. E a sua volta – ci dicono – il personaggio del truffatore creato da Dickens, il banchiere Merdle, era almeno in parte basato sulle tresche del finanziere irlandese John Sadleir, morto suicida nel 1856. E mi fermo qui. Ma la genealogia del “Madoff scheme” (come sarebbe ormai logico chiamare questa truffa) risale a ben più lontano nel tempo.
Approfitto del tema “Madoff-Ponzi” per fornire un altro esempio d’infamanti stereotipi contro di noi. Di recente, la polizia americana ha messo in luce una serie di gravi atti di corruzione, malversazione, concussione, riciclaggio di denaro sporco, e persino di traffico di organi umani. Dove? Nello stato del New Jersey; “The Soprano State” hanno proclamato, gongolanti, i giornalisti.
Per i mass media, rispettosissimi dei diritti umani e quindi nemici acerrimi di stereotipi e pregiudizi, qualificare “terra dei Soprano” lo Stato del New Jersey è un fatto normale. Cosa volete: l’operazione di diffamazione che viene condotta da anni contro di noi e che ha la sua apoteosi nella sconcia serie “Soprano”, vero e proprio manuale razzistico, può dirsi pienamente riuscita.
Ma ecco che tra i criminali arrestati in seguito a questa operazione di polizia condotta nello “Stato dei Soprano” vi sono quattro rabbini ortodossi, accusati di riciclare denaro sporco in provenienza da Israele. Vi è poi un quinto rabbino, Levy Izhak Rosenbaum, che avrebbe diretto un traffico di organi umani, comprati per poco prezzo in Israele da lavoratori provenienti dal terzo mondo e rivenduti poi negli USA con enormi profitti.
Questi fatti si sono verificati nella terra dei cattolici “Soprano”, eppure vedono in primo piano i rappresentanti molto ortodossi di un’altra “parrocchia”. È proprio il caso di dire: non c’è più religione.
Questa vicenda si presterebbe magnificamente ad essere trasposta sullo schermo. Eppure su di essa non verrà mai fatto un film e, men che meno, una serie televisiva. L’ortodossia cinematografico-televisiva lo vieta. È molto probabile che si faccia invece ben presto un film su Ponzi, mentre si continuerà a presentare all’infinito sullo schermo, in uno schifoso, eterno gioco delle parti, la serie “Soprano”.
“Unicuique suum”, ovvero “ad ogni gruppo il suo ruolo cinematografico”. E a noi quello di Caino, naturalmente. Così ha deciso il gruppo dei fabbricanti di ruoli di Hollywood e dintorni, furbescamente indifferenti al fatto che la realtà, irrispettosa dei ruoli assegnati, segua altri copioni... Persino nel “Soprano State”.
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