“Madoff scheme”
Un noto finanziere di New York, Bernard L. Madoff, sarebbe l’artefice della più grande truffa della storia, essendo riuscito a sottrarre decine di miliardi di dollari agli investitori. In quale maniera è stato condotto questo raggiro? I mass media nordamericani hanno proclamato all’unisono: attraverso un gigantesco “Ponzi scheme”.
Nella penisola molti si chiederanno: ma cos’è un “Ponzi scheme?” Gli italiani infatti ignorano che al ladruncolo Carlo Ponzi, nato in Italia e trapiantato in America, figura minore del Ghota dei criminali e personaggio del tutto sconosciuto in Europa, è stata attribuita in Nord America la paternità di un particolare piano truffaldino, sorta di catena di Sant’Antonio, che è alla base di tanti “bidoni”. La truffa col metodo “piramidale” in realtà esiste da sempre ed è inoltre condotta quasi sempre da non italiani, ma i mass media, in Nord America, sono stati attratti dal nome “Ponzi”, così sonoro, così italiano. É quello che è successo anche ai nomi Capone, Luciano, Gambino, Genovese, Giancana, che oggigiorno evocano istantaneamente la violenza dei bassifondi americani. I nomi dei mafiosi Arnold Rothstein, Jack “Legs” Diamond, “Bugsy” Moran, Dutch Schultz, Mickey Cohen, Louis Lepke, Ben Siegel e degli altri criminali eccellenti di un’epopea che Hollywood non ha creduto opportuno celebrare, non hanno invece demonizzato i cognomi Rothstein, Diamond, Moran, Schultz, Cohen, Lepke, Siegel. Tutt’altro. Ed ecco che Ponzi, criminale di secondo piano, morto in miseria in Brasile nel 1949, si è assicurato l’immortalità grazie all’espressione “Ponzi scheme”.
Il nome di Franklin Moses, il governatore della Carolina del Sud dei tempi andati, corrotto fino al midollo, non ha dato origine ad espressioni idiomatiche. Cosa volete: è proibito confondere il sacro col profano... Sono quindi pronto a scommettere che, come Moses, anche Madoff verrà furbescamente ignorato sia da Hollywood sia dai linguisti compilatori di dizionari angloamericani.
Claudio Antonelli
Montreal (Canada)
Un noto finanziere di New York, Bernard L. Madoff, sarebbe l’artefice della più grande truffa della storia, essendo riuscito a sottrarre decine di miliardi di dollari agli investitori. In quale maniera è stato condotto questo raggiro? I mass media nordamericani hanno proclamato all’unisono: attraverso un gigantesco “Ponzi scheme”.
Nella penisola molti si chiederanno: ma cos’è un “Ponzi scheme?” Gli italiani infatti ignorano che al ladruncolo Carlo Ponzi, nato in Italia e trapiantato in America, figura minore del Ghota dei criminali e personaggio del tutto sconosciuto in Europa, è stata attribuita in Nord America la paternità di un particolare piano truffaldino, sorta di catena di Sant’Antonio, che è alla base di tanti “bidoni”. La truffa col metodo “piramidale” in realtà esiste da sempre ed è inoltre condotta quasi sempre da non italiani, ma i mass media, in Nord America, sono stati attratti dal nome “Ponzi”, così sonoro, così italiano. É quello che è successo anche ai nomi Capone, Luciano, Gambino, Genovese, Giancana, che oggigiorno evocano istantaneamente la violenza dei bassifondi americani. I nomi dei mafiosi Arnold Rothstein, Jack “Legs” Diamond, “Bugsy” Moran, Dutch Schultz, Mickey Cohen, Louis Lepke, Ben Siegel e degli altri criminali eccellenti di un’epopea che Hollywood non ha creduto opportuno celebrare, non hanno invece demonizzato i cognomi Rothstein, Diamond, Moran, Schultz, Cohen, Lepke, Siegel. Tutt’altro. Ed ecco che Ponzi, criminale di secondo piano, morto in miseria in Brasile nel 1949, si è assicurato l’immortalità grazie all’espressione “Ponzi scheme”.
Il nome di Franklin Moses, il governatore della Carolina del Sud dei tempi andati, corrotto fino al midollo, non ha dato origine ad espressioni idiomatiche. Cosa volete: è proibito confondere il sacro col profano... Sono quindi pronto a scommettere che, come Moses, anche Madoff verrà furbescamente ignorato sia da Hollywood sia dai linguisti compilatori di dizionari angloamericani.
Claudio Antonelli
Montreal (Canada)
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