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Diario di un'estate in Italia: Fritto misto mare, prosecco e un coro eccezionale


Grado centro marino un tempo famoso perche' soprattutto i calciatori vi si recavano per fare le sabbiature che sembra siano la mano santa per sanare contusioni, strappi muscolari, recupero da fratture. I calciatori attiravano come mosche stuoli di belle fanciulle pronte a farsi sposare e raggiungere in poco tempo una agiata vita, almeno fino a che il pedatore del cuore ce la faceva a stare sul mercato.
Oggi Grado batte la fiacca, non solo per la crisi economica che ha dimnuito le presenze della clientela. Ma anche perche' questo paese di ex pescatori non ha saputo rigenerarsi come invece ha fatto Lignano (nelle sue versioni di Sabbiadoro, Pineta). Quelli che hanno la barca a Grado, appena possono dirigono la prua su Lignano, anche perche' i prezzi a Grado hanno continuato a lievitare nella convinzione generalizzata che bisogna spennare gli ultimi clienti.
"A Lignano ed in altre localita' della riviera, puntano su due fasce di clientela: i giovani e gli anziani. Si tratta di componenti della societa' italiana che vogliono, sia pure con motivazioni diverse socializzare. Qui a Grado pensano che i clienti non possano fare a meno di venire da queste parti. Ma la concorrenza e' spietata. A cominciare dalle localita' balneari della Crozia." Cosi' si esprime malinconicamente mio nipote Massimo che ha appena finito di restaurare da solo un potente motoscafo col quale propone di fare una visita ad una isoletta famosa per il suo ristorante La Ravaiarina.
Attracchiamo ad un barcone che funge da pontile e ci incamminiamo verso la bassa costruzione della trattoria.
Siamo ricevuti da un giovane cameriere scortese che ci dice che tutto e' prenotato. Poi trova un tavolo in ottima posizione.
Accanto a noi un gruppo di sei uomini di varia eta'. Cominciano a cantare sottovoce alcune canzoni friulane e degli alpini.
Sono molto bravi e si capisce che fanno parte di un coro. Il cameriere antipatico interviene dicendo che devono smettere di cantare perche' i clienti di un tavolo situato a 30 metri di stanza hanno protestato. Non e' vero, ma il tizio insiste.
Considerata la situazione scendiamo in soccorso del tavolo di coristi che nel frattempo si sono tenuti su il morale con qualche litro di ottimo vino, fritti misti eccezionali e spaghetti allo scoglio.
Il cameriere nevrotico viene messo all'angolo quando il manager del locale si unisce a noi ed e' ormai un turbinio di calici innalzati a festeggiare gli ottimi componenti del coro che, veniamo a sapere, si chiama Aris Avian ed e' diretto dal maestro Cescut che si definisce uomo di destra in mezzo ad un coro di sinistri. Ma la musica riesce a sanare tutte le differenze ideologiche.
Quando intonano 'Stelutis Alpini' mia moglie comincia a lacrimare e non e' solo colpa del prosecco ma delle parole di questa famosa canzone friulana che narra di un alpino morto sulla montagna che parla alla sua ragazza e le indica il posto dove e' la sua tomba sulla quale e' cresciuta una stella alpina che lei portera' poi sul cuore. Ed il suo spirito sara' sempre vicino alla fanciulla.
E dopo un ennesimo tintinnio di calici ci lasciamo sperando di rivederci a Washington per uno spettacolo da regalare ai friulani d'America

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