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Diario di un'estate in Italia: Poggio Aquilone


Poggio Aquilone, borgo medievale, in cima ad un monte, strada impervia, 30 abitanti, quando ci stanno. Siamo in Umbria, comune di Marsciano una cittadina che ha trovato una sua vocazione industriale. Guido e Manola Colomba ci hanno invitati nella loro casa, quattro camere da letto e quattro bagni, ricavati da un rudere in cui hanno riversato un sacco di passione e di soldi.
Sono molti quegli italiani che ritrovano una loro dimensione di vita, lontana dal frastuono delle grandi citta' e riscoprono il fascino di questi borghi medievali in cui il tempo sembra avere una cadenza piu' lenta del normale e tornano ad avere importanza abitudini dimenticate. Come quella di avere un orto, il gusto della bistecca di chianina che si trova solo da quel macellaio giu' in paese o il sapore delle salsicce arrostite sulla brace con quel profumo spettacoloso incrementato da qualche bicchiere di prezioso Sagrantino.
E Manola ci onvince a guidare alla volta di Montefalco dove arriviamo nel pieno di un rally di auto d'epoca che si ammassano nella piazza ellittica di questo straordinario centro.
Visita obbligata al Museo di San Francesco, basilica sconsacrata (perche'?) con i mirabili affreschi di Benozzo Gozzoli appena usciti da un accurato restauro. Decine di turisti stranieri, pochi gli italiani che si distinguono per il tono di voce squillante.
La vista dalla Ringhiera fa capire come, sia Benozzo che il Perugino, si ispirassero nelle loro composizioni alla visione di un panorama mozzafiato.
Lasciato Montefalco e' la volta di una visita al famoso Borgo dove si trova il Relais 'Il Canalicchio'.Perfettamente restaurato, quattro stelle, ambienti pieni di stile e clienti che vengono da tutto il mondo e lasciano sul libro delle firme composizioni elegiache trasognate.
I Colomba insistono perche' vogliono che gustiamo i manicaretti di un noto ristorante di Marsciano di cui omettiamo il nome per carita' di patria.
Siamo tutti oppressi da laute mangiate e Guido ordina un piatto di 'umbricelli', una pasta locale e, a seguire, un misto di affettati che gli viene servito subito.
Guido attende la sua pasta che non arriva e chiede ragione al cameriere che si stringe nelle spalle. Interviene il padrone del locale che, con fare burbero, spiega al Presidente Colomba che prima vengono gli antipasti, poi ci sono i primi seguiti dai asecondi. Ecco perche' a Guido e' stato servito per primo l'antipasto e fino a che non lo finisce non gli serviranno la pasta.
Ad appesantire la situazione ci pensa il sottoscritto che chiede ad una brunetta, slanciata che serve al nostro tavolo se sugli 'umbricelli' si deve mettere o no il parmigiano.
"Se le va lo metta!" risponde la tipa che deve avere frequentato dei corsi serali di 'customer satisfaction'.
"Se mi va faccio quello che mi pare con gli umbricelli.", rispondo forse in maniera un po' brusca. "Volevo sapere solo se il gusto del formaggio e' consentito sull'elaborato sugo a base di funghi ed altre prelibatezze." La brunetta fa spallucce e non si fara' piu' vedere, mentre il suo posto viene preso da una bionda e avvenente collega, sempre sorridente. Prima del conto le chiedo di quale nazionalita' sia. "Sono russa", dice e continua a sorridere, vivaddio.

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