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Aurora, Colorado: gia' visto, troppe volte.



Secondo una statistica, definita dagli autori 'approssimativa per difetto', sarebbero piu' di 400 milioni le armi a disposizione dei 311milioni di cittadini americani. Tra queste anche armi pesanti da guerra con le quali gruppi di fanatici in tuta mimetica si divertono a prendere di mira bersagli piazzati nelle anse dei fiumi. Qualcuno, ogni tanto, visto che non gode a sufficienza, si mette ai lati di un'autostrada per far fuori ignari automobilisti. Shock, orrore, pianto corale, pieta' per le vittime, affetto e vicinanza alle famiglie dei morti e dei feriti: la giaculatoria sperimentata in decine di altri casi a rilevanza nazionale si e' puntualmente messa in moto anche nella notte dell'eccidio al Cinema del sobborgo Aurora di Denver in Colorado. Tra qualche giorno i media metteranno in terza, quarta pagina il tragico evento e la gente scordera' anche questa azione tragica di un folle che ha avuto la possibilita' di acquistare su Internet armi e munizioni. Quanto ad una legge che controlli la diffusione ed il possesso di armi meglio non parlare. Non si deve disturbare il manovratore, ovvero la NRA, National Rifle Association, che distribuisce a repubblicani e a molti politici democratici milioni di dollari per le campagne elettorali e paga lautamente le agenzie di lobby di Washington per impedire che siano presentate proposte di legge che vadano contro gli interessi della categoria. E poi c'e' la cultura dei peggiori film western, diffusa specialmente nei paesi della Bible Belt, quelli nei quali vi sono stuoli di seguaci dei predicatori televisivi. In chiesa con la pistola nella fondina. Ed anche questa e' America.
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Posso suggerire un protocollo di ricerca indipendente in cui vengano ricostituite le genealogie di coloro che hanno compiuto azioni rilevanti sul piano criminologico e messi a confronto i dati più sintomatici e significativi anche in una prospettiva inter-etnica ed inter-culturale?
Ad esempio, e per semplificare: quante sono in percentuale le aggressioni stragiste agite da individui o gruppi di origine latina? quante da individui o gruppi di origine anglo-sassone, quante da individui o gruppi di origine afro-americana....? A partire da quale profondità di ascendenze eventualmente comportamenti di tal fatta si omologano? e via con domande di questo genere.
Ho l'impressione che i risultati sarebbero sconcertanti, soprattutto sotto il profilo della forza dirompente su certi storici pregiudizi.
Ciò non per una sorta di attitudine neo-lombrosiana o per ricreare pregiudizi speculari a quelli storici, ma per capire dove si annidano i complessi socio-culturali ( e combatterli efficacemente) che agiscono sotto la pelle della "normalità" come leve virtualmente in grado di attivare il comportamento sociopatico.

ebbì
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Sembra addirittura che il diritto a portare armi sia un diritto garantito dalla Costituzione! In certe zone degli USA non c'e' neppure bisogno di Internet, basta andare al piu' vicino shopping mall...
Rainbow
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EBBI' - ottima arzigogolatura concettuale; pero' dicci pure quale sarebbero i risultati che ella presuppone con sagace aggiramento prospettico quando sembri che sappia gia' del risultato finale.
ossequi
mari
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Gent.le Ebbi,                                                                                                                        Interessanti osservazioni meritevoli di ulteriori approfondimenti .Sono anche io convinto che da uno studio statistico ,come da Te suggerito, potrebbero sortir quelle risposte  che incosciamente rifiutiamo . Mi piacerebbe conoscere ,non da politico (mi sembra Tu non lo sia)ma da semplice cittadino quali possibili soluzioni Tu avanzeresti per evitare o far diminuire  drammaticamente  l'approviggionamnto do armi .La mia imprssione e' che continueremo a leggere sui  media  i soliti luoghi comuni all'indomani di tali tragedie ,con gli americani che proseguiranno a strapparsi (solo metaforicamente ) le vesti.                                                                                             Enesto P.
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Caro Oscar,

la sentenza del 2008 della Corte Suprema USA ha fornito un'interpretazione definitiva al Secondo emendamento della Costituzione che dal 1791 sancisce il diritto di portare armi. Questo significa che è stato riconosciuto un diritto inviolabile al pari di quello al voto e della libertà di espressione.

Anche se la Corona d'Inghilterra da almeno due secoli non insidia più l'indipendenza americana, la gente, da New York a San Francisco, da Ripon a Flagstaff, è ancora paragonata alle originarie milizie civili a difesa della Patria.

Obama è impegnato per sostenere presso la cittadinanza multietnica americana  il valore prioritario dei principi di uguaglianza e fraternità, le libertà civili e i diritti politici che hanno ispirato i Padri fondatori della grande democrazia statunitense; impresa sempre ardua e pericolosa (vedi JFK). Ma le lobby della produzione e vendita delle armi, come in Italia (limitatamente alla caccia) non possono ulteriormente frenare i pubblici poteri in ordine alla necessità di impedire la prevaricazione degli interessi di pochi sul bene collettivo.

God save the President !

Dario, Torino - Italy

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Caro Oscar,  in effetti le armi sono troppe e una regolamentazione sarebbe opportuna, ma dubito che risolverebbe. Il problema sono i matti, che purtroppo è difficile individuare prima e che la stessa famiglia non sa o non ha coraggio di vedere.

Da noi, che di concessioni di porto d’armi siamo notevolmente parchi, i pazzi che proprio hanno deciso di fare una strage le armi se le fanno. Avrete sentito anche lì parlare di un certo Vantaggiato e delle sue bombe nel cassonetto della spazzatura o dei ragazzi che dai cavalcavia tiravano i massi sulle macchine in autostrada. Solo che qui il matto deve faticare e da voi si trova l’arma pronta.

Per amor di patria mi taccio sul diverso trattamento riservato al ladro che spara al tabaccaio e quello riservato al gioielliere che spara al delinquente.

Vedi Pierluigi Torregiani. A proposito Battisti che fine ha fatto?

Un caro saluto Kathia
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Rispondo a Mary e a Ernesto.
Gentile Mary, mi riesce difficile capire la ragione della sua evidente irritazione. Posso chiederle di spiegarmi perché tanta aggressività?
A Ernesto rispondo che mi fà grande piacere il constatare che si sia accorto del fatto che non parlo il dialettaccio brutto dei politici.
E tuttavia devo dire che politico sono, eccome. Lontano dalla vita pubblica, certo, oggi più che mai impraticabile, ma politico sono, anzi politicissimo, avendo nel cuore i problemi del nostro comune convivere e la coltivazione di idee per la creazione di destini migliori per questa nostra splendida e sfortunata umanità.
Devo dire che non c'è risposta politica in senso strettamente tecnico al problema che pone.
Perché la politica, così come praticata, è diventata l'arte del dominio degli uomini sugli uomini,strumento di potere,e in quanto tale fine tra i fini.
La risposta è nel sapere, in un progetto di educazione alla consapevolezza dell'irriducibile valore della vita e dell'esperienza umana.
E del diritto pieno di essere tra gli altri, tutti, tutti, con pari dignità e con irrinunciabile diritto al rispetto.
Da qui il rifiuto delle guerre e di ogni atto di aggressione di qualunque genere.
E una proposta di disarmo generalizzato.
Utopia? Sogno? Astrazione?
Non direi
Lavoro duro e difficile, questo si. E lungo, se non venisse in soccorso la consapevolezza del fatto che non c'è ormai quasi più tempo da perdere e che non c'è altra strada: il mondo intero è destinato al collasso se non si abbandona immediatamente i vecchi paradigmi che danno per scontato il fatto che il pianeta sia risorsa da sfruttare ad libitum e i pregiudizi che ci vogliono gli uni contro gli altri armati. E se non si assume consapevolezza del fatto che siamo uno con la persona che ci passa accanto, con il vicino di casa, con il lattaio dietro l'angolo come con il pescatore di gamberi di Mui Ne e il mercante di Damasco.
Non c'è più tempo ormai. Cambiare è imperativo. Categorico!

Unity in Light, Unity in Love, Unity in Unity.

Con affetto fraterno.

Ebbì

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