Ho segnalato nell’articolo
“La Trappola dello spread” (3 luglio)
che L’Austria ha denunciato Standard&Poor's per i suoi comunicati
allarmistici e non giustificati e che pure la Magistratura italiana ha aperto
un’inchiesta nei loro confronti.
Nel 1933 JP Morgan aveva
dichiarato: “Dal momento che non siamo
capaci come esseri umani di conoscere il futuro, abbiamo fatto molti errori di
giudizio, ma non di principio”.
I banchieri e i finanzieri
di oggi non possono ricorrere alla stessa giustificazione perché il loro
comportamento è basato sulla disonestà.
In tutto il mondo ormai si
reclamano nuove regole e si minaccia il ricorso alla Giustizia. Chiarita la
situazione è diventato urgente, al fine di ricostruire la credibilità del
sistema bancario e finanziario, altrimenti l’economia non può prosperare.
Anche l’Economist denuncia
lo scandalo della manipolazione del rating. Sotto i riflettori c’è la Barklay’s Bank: è la
prima che ha offerto agli inquirenti la
propria collaborazione. Ormai lo scandalo è fuori controllo e lo slogan “move
your money”, ben visibile sulle vetrine delle filiali della Barklay’s vengono
coperti da adesivi di denuncia e di richiesta che i dirigenti responsabili
vengano arrestati.
Anche negli USA, in Canada
e in Europa ci sono inchieste che potrebbero coinvolgere i più alti livelli
della finanza come City Group, JPMorgan Chase,
UBS, Deutsche Bank, e altri. Sono inoltre implicati dirigenti e
funzionari da New York a Tokio.
A differenza delle Borse
di New York e Londra, che sono attive rispettando le regole del Mercato Primario, quello
secondario non regolamentato fornisce invece alla speculazione una liquidità di
proporzioni astronomiche. Secondo le più recenti valutazioni il giro di affari
della finanza rappresenta fino ad 8 volte il PIL mondiale.
Il vecchio detto latino
“cui prodest” (a chi conviene) rappresenta un interrogativo che dobbiamo porci.
Abbiamo accertato che la finanza anglo-americana guadagna molto sul mercato secondario, nel quale operano
anche i paesi emergenti, i cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina,
Sudafrica). Pure loro hanno convenienza ad indebolire l’Europa. Contano sul
fatto che la bancarotta dell’UE e delle sua moneta sarà comunque evitata. Con
la pallina dello spread giocano alla roulette: guadagnano vendendo quando il
rendimento dei bond è alto, ricomprando quando si abbassa.
Ormai la speculazione
finanziaria finisce con l’influenzare perfino l’agenda economica e politica
dell’area a cui appartengono. Sono i “mercati” che si prendono la sovranità dei
Paesi. Dobbiamo chiederci chi sono i giocatori. Tempo fa Le Monde Diplomatique aveva pubblicato un articolo sull’argomento
con questo titolo: “Questi
sconosciuti che ci governano”.
Malgrado tutto, con
l’ottimismo della ragione possiamo affermare che stiamo attraversando una crisi
di crescenza. L’Europa è costretta a imboccare una nuova strada. La recessione
e la crisi dei debiti sovrani agiscono da acceleratore della Storia. Ciò
costringe a fare, nello spazio di settimane o di pochi mesi, dei passi in avanti in tema di rinunce di
sovranità e maggiore integrazione, cosa che molti pensavano possibile in un
tempo molto lungo.
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