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Che avranno fatto i tremila massoni in una citta' come Rimini




Che avranno fatto i tremila massoni in una citta' come Rimini che tenta di uscire dal letargo invernale? Giovani e vecchi hanno partecipato a seminari il cui tema non era solo l'esoterismo ma i reali problemi in cuii siamo immersi.

Hanno parlato e discusso di "Cittadinanza e Responsabilita" perche' va bene protestare. Ma alla protesta bisogna far seguire subito l'impegno a ricostruire.

Si sono soffermati sul tema della "Multireligiosita' ed etica della cittadinanza", perche' la gente ignora che non si puo' chiedere di entrare in una Loggia se uno non crede in Dio. Nelle 'Officine' americane il cappellano inizia e chiude i lavori rivolgendosi al Grande Architetto dell'Universo che tutti ci unifica. Anche perche' e' un po' difficile andare da un Fratello ebreo o musulmano e dirgli che deve credere nel nostro dio che lava piu' bianco del loro.

Poi hanno ascoltato musicisti virtuosi che hanno eseguito trascrizioni delle arie di Giuseppe Verdi.

Hanno seguito con grande interesse l'incontro del Gran Maestro Raffi con la delegazione cubana della massoneria di quella piccola isola caraibica. Una massoneria di 'popolo' come e' stato sottolineato fatta di 28mila iscritti su una popolazione di pochi milioni di abitanti.

La domanda e' come sia possibile che in un regime totalitario sia stato concesso a questa Istituzione di vivere e prosperare. Una leggenda metropolitana (che non e' stata ricordata nell'incontro) vuole che Fidel Castro avesse avuto un suo amatissimo  professore di lettere che era appunto un massone. Va a sapere  se era vera.

I tremila massoni e loro signore e compagne hanno ascoltato un formidabile concerto di Ornella Vanoni, grande e sofisticata signora della canzone italiana che ha ricordato la differenza che passa tra un poeta che scrive canzoni e uno che scrive solo canzoni.

Ed il riferimento al suo passato grande amore con Gino Paoli era piu' che evidente.

Alla fine del lungo fine settimana di studi discussioni, confronti, dibattiti all'insegna della tolleranza (arte difficilissima anche per i massoni italiani) le trentacinque delegazioni estere venute da ogni angolo del mondo hanno portato non solo il saluto e il ringraziamento per l'ospitalita' ricevuta.

Ma hanno soprattutto sottolineato che il Grande Oriente d'Italia nell'arco degli ultimi anni ha saputo imporsi all'attenzione delle altre Obbedienze estere per la capacita' di affrontare i problemi della societa' senza chiudersi nei castelli della propria prosopopea iniziatica caratterizzata dai ponti levatoi tirati su.

Le testimonianze sono state molto incisive ed hanno messo in luce che tutto questo e' stato possibile grazie alla tenacia di un uomo come Gustavo Raffi che sta terminando una lunga grande maestranza ma che ha fatto uscire la massoneria italiana dagli anfratti di chi vuole mantenerla segreta e sotto traccia.

Il che conviene a chi, piu' che pensare al miglioramento morale dell'individuo, pensa invece a fare business. Come e' gia' successo in Italia gettando fango su tutta l'Istituzione.

Un lavoro difficile quello del Gran Maestro Raffi perche' anche nel Grande Orinte d'Italia ci sono numerosi talebani.