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Corte Suprema indiana: due pesi e due misure

I media indiani hanno al momento ignorato la notizia della decisione della Corte Suprema di passare la palla al governo perche' continui nella riecrca della verita' sul caso dei due marines italiani accusati dell'omicidio di due pescatori di un peschereccio dello stato del Kerala nel febbraio dello scorso anno.
L'unico paletto posto dal supremo tribunale indiano e' che sia costituito un tribunale ad hoc che deve seguire quotidianamente il caso. Nota questa che la dice lunga sulle interminabili lungaggini della burocrazia e della giustizia indiane.
Ma la Corte Suprema si e' distinta in un'altra decisione relativa al caso di violenza e stupro di una adolescente di unidici anni disabile da parte di un uomo di 52 anni che ha approfittato di lei molte volte e poi l'ha uccisa.
Ebbene: la Corte ha commutato la sentenza capitale in un doppio ergastolo nonostante l'aggravante della violenza sessuale su una minore disabile.
Per i nostri due fucilieri di marina aleggia ancora la minaccia della pena capitale, nonostante le assicurazioni fornite agli italiani nei mesi scorsi da rappresentanti del governo indiano e subito rintuzzate da ambienti della magistratura all'insegna del "Questo e' compito mio e me lo gestisco io."
La decisione della Corte Suprema adesso restituisce un minimo di chiarezza alla vicenda. Si tratta ora di vedere che piega prendera' l'istruttoria della NIA, agenzia dell'antiterrorismo indiano.