Cena 'elegante' e ristretta al Press Club di Washington, il santuario della stampa americana. Ospiti di un noto giudice e della sua consorte e ovviamente presenti altri giudici, imprenditori, avvocati di fama.
Il fatto di essere italiano suscita le solite battute sulla mafia che uno deve sopportare stoicamente, rispondendo che quanto a criminalita' organizzata l'America e' oggi un polo di riferimento per tutto il mondo con la mafia cinese, quella russa e soprattutto con 'Mara Salvatrucia' la pericolosa formazione gangsteristica salvadoregna che gestisce ogni aspetto della vita illegale degli Stati Uniti.
Anche se me l'aspettavo, le domande rivolte al sottoscritto si sono focalizzate poi su Berlusconi e sul fatto che sia ancora a piede libero dopo la condanna definitiva della Cassazione.
Non sono in grado di dire se i giudici interessati alla sorte del Cavaliere fossero quelli che avevano mandato in galera il deputato figlio del reverendo Jackson per evasione dalle tasse, oppure condannato uno dei rampolli della famiglia Kennedy, anche lui membro del parlamento, per abuso di droghe. Magari si trattava di quel giudice che aveva distrutto la luminosa carriera di un deputato che in un bagno pubblico, metre era seduto, aveva fatto 'piedino' a chi occupava l'altra toilette. E gli era andata male perche si trattava di un agente dello FBI.
Comunque i tre giudici presenti al dinner erano molto interessati al caso italiano che consideravano con il solito cortese sarcasmo che viene riservato al teatrino italico. Che tradotto in volgare significa: simpatici, ma non affidabili.
Il discorso poi e' andato sulle immagini diffuse dalle televisioni che mostravano un giovane che fronteggiava un carroarmato a braccia alzate al Cairo. Un ricordo della famosa protesta nella Tianammen Square di Pechino di molti anni fa. Con la differenza che questo giovane egiziano veniva colpito da una scarica di mitraglia partita dalla torretta del blindato.
E le centinaia di morti di piazza Ramses, sacrificati nella macelleria egiziana perche' convinti dal proprio credo religioso che quello fosse l'unico modo per sostenere e mandare avanti i loro ideali e la protesta politica.
A quei morti andava il rispetto degli importanti partecipanti alla cena elegante anche se non ne condividevano, ovviamente, le motivazioni.
Poi la domanda della staffa che ci e' stata rivolta da un giudice donna: " Quanti italiani sono disposti a farsi ammazzare per Berlusconi?"
Ci e' andato di traverso il boccone di salmone pasticciato che stavamo mangiando.
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Bartoli, sei stucchevole col tuo antiberlusconismo
conformista. Ma non vedi quanta merce scadente c' nella politica e nei sistemi giurisdizionali
del mondo? Berlosconi quello che e non
certo una pagliuzza, ma quante travi sono negli occhi di chi fa tanto lo
spiritoso o los chizzinoso? Ma poi, perche'
fermarsi alle "battute" e non affrontare il discorso
seriamente?
Carlo Majorana Gravina