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“Tu quoque PD, fili mi...!”



In democrazia il popolo e’ sovrano. Ma e’ anche bue, in termini politici ovviamente.

La predicazione ‘sovranista’ che da tempo vanno facendo Lega e M5S ha perforato l’ombelico di larga parte degli elettori italiani che hanno dato una mazzata alla nostra democrazia, sia con il referendum del 4 dicembre sia con le elezioni del 4 marzo.

A livello planetario c’e’ voglia di uomo solo al comando, corsi e ricorsi storici.

Cina, Russia, Turchia, Filippine, India, Egitto e via citando sono sulla strada di una dittatura piu’ o meno mascherata.

Negli USA il consigliori di Trump, Steve Bannon, non tralascia occasione per illustrare il suo progetto-programma di supremazia bianca a livello mondiale.

Desta quindi molto sconcerto l’ipotesi che Salvini e DiMaio possano trovare un minimo spazio in comune garantito da anni di anti europeismo, no alla moneta unica, diffidenza verso la NATO, lecchini allo czar Vladimir.

Ne va di mezzo la pluridecennale contiguita’ con gli Stati Uniti i cui esperti di politica europea seguono con malcelato imbarazzo e timore i contorsionismi e le convulsioni della politica italiana.

Ma sperare in un ravvedimento della rappresentanza parlamentare appena eletta sembra essere impresa non da poco.

Sulle nostre gazzette e’ un ribollire continuo in questi giorni dell’assassinio della candidatura di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica perpetrato da 101 ‘onorevoli’ si fa per dire del PD dopo la standing ovation del giorno prima al teatro Capranica.

Si potra’ dire che di precedenti illustri di grandi eccidi e tradimenti la nostra storia e’ largamente piena a cominciare da Gesu’ Cristo e poi Cesare e Bruto.

Ma c’e’ tanta voglia di rappresentanti politici che pensino alla nazione e non solo alla nazionale.

Non e’ tollerabile che i politici rubino la scena ai comici. Quelli sono professionisti seri che hanno studiato.

Oscar