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Sutop (Thriller) Capitolo 1


Nota per il Lettore: Iniziamo la pubblicazione per capitoli di un 'giallo' ambientato nella Washington di domani (analoga a quella di oggi) e in altre localita' di continenti diversi.
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Sutop (Thriller) Capitolo 1

Leo Rasco
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“Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale”
Any Resemblance To Real Persons Or Actual Facts Is Purely Coincidental
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"La democrazia e' in uno stato comatoso e rischiamo veramente di trovarci avviluppati in un regime autocratico da cui sarà sempre più difficile trovare vie di fuga…"

Tony Brown era già al terzo bicchiere di un perfetto vino bianco francese.

"Beh, mi sembrano affermazioni un po' troppo lapidarie…", disse Tatiana Jusupov padrona di casa, che stava cominciando a temere che quella cena avrebbe potuto degenerare in qualche modo considerando gli antagonisti intorno al tavolo: Mark Cullinger, super repubblicano, consulente e ispiratore del presidente, ufficialmente alto dirigente della Black Delta azienda specializzata nella fornitura di mercenari pronti a tutto in qualsiasi quadrante geopolitico.

E di fronte Tony Brown, democratico con alle spalle lunghe collaborazioni con Obama, quotidiane marchette sulle televisioni liberali, abortito tentativo di essere eletto alla Camera in una votazione generale vuoi per mancanza di soldi vuoi perché non aveva trovato la giusta chiave di comunicazione con gli elettori indecisi, vuoi anche perché il suo linguaggio del corpo non deponeva a suo favore perché quando si impegnava in un discorso politico sembrava che avesse fatto una tirata di cocaina.

Tatiana Jusupov, padrona di casa, baronessa e ex moglie di un diplomatico (oggi coniugata fruttuosamente a un CEO di una società di investimenti), era esperta di relazioni sociali a Washington.

La sua casa, situata in un resort della Virginia, ospitava ogni settimana personaggi del mondo politico, dell'informazione, della scienza e, perché no?, anche dell'intelligence (sotto mentite spoglie).

E proprio perché era una donna non solo affascinante nonostante gli anni ma anche dotata di grande fiuto sociale, quella sera sentiva che stava maturando intorno a quel tavolo un epico scontro che avrebbe messo a repentaglio l'atmosfera di quella cena.

"Tatiana lascialo parlare… Adesso si è riscaldato… Chissà che cosa inventa ora…"

Così Mark Cullinger con il suo sorriso storto gettava benzina sullo scontro ideologico con il noto democratico di turno. A guardarlo capivi che era un soggetto infido e pronto a tutto.

"Il tuo ospite sorride e, Tatiana scusa il mio francese, mi prende per il culo ma sino ad ora non ha saputo dare risposte convincenti alle domande che gli ho posto: questo presidente (che ci umilia da otto anni e vuole cambiare la Costituzione) sta uccidendo la stampa libera al punto che, nei suoi comizi negli stadi, i giornalisti di testate liberali e indipendenti sono oggetto non più di critiche ma addirittura di assalti fisici. Le intemperanze dell'inquilino della Casa Bianca sono arrivate al punto che gli Stati Uniti sono ormai considerati una pericolosa macchietta che può innescare situazioni di deragliamento internazionale. Ovviamente con l'eccezione della Russia di Putin, l'arcangelo Vladimir, l'anziano Czar che comanda da una vita, punto di riferimento dell'amicizia e dell'affetto dei presidenti degli Stati Uniti…" Il volume della voce di Tony si stava alzando.

"Insopportabile rifrittura di luoghi comuni. Questo tuo ospite, carissima Tatiana, non si rende conto che la sua polemica contro il presidente è ormai stantia e messa fuori gioco dai grandi risultati ottenuti anche da questa amministrazione nel settore economico, caratterizzato oltretutto da un pieno impiego della manodopera che non trova paragoni nei decenni passati di boom economico."
Il sorriso obliquo di Mark Cullinger si andava cristallizzando sempre di piu'.

Tony Brown fremeva. La sua ragazza, una vistosa bionda super curvilinea, aveva appoggiato la sua mano su quella tremante di Tony, cercando di impedirgli di afferrare il calice del nettare bianco che la cameriera aveva provveduto a riempirgli di nuovo.

"Lasciami stare, please Mary, questo vino e' squisito…"

Gli altri due ospiti non avevano profferito parola preferendo stare ad osservare il violento scontro verbale tra i due che riproponevano su scala domestica la profonda frattura esistente ormai da anni negli Stati Uniti.

Impossibile avere un tranquillo scambio di opinioni rispettando il diritto di ognuno di esprimere il proprio parere soprattutto su tematiche estremamente importanti per la tenuta democratica della nazione.

E del resto, trattandosi di persone chiaramente molto in là con gli anni, non avevano energie e tanto meno voglia di mettersi a competere con i due.

"Voi repubblicani, ma è proprio il caso di chiamarvi ancora così?, avete perduto il senso del vivere in una corretta democrazia. Affascinati come siete da chi parla al vostro intestino, anche se appartenete a un segmento culturale avanzato della società americana, in nulla vi distinguete dalle masse plebee più retrive e calcificate nella loro ignoranza strutturale…", Tony Brown aveva ripreso la sua filippica.

"Ma se, come lei dice, noi repubblicani che gestiamo questo paese da anni (prima con Donald Trump e adesso con Albert Smith) siamo gli artefici di tanti disastri per quale ragione continuiamo a godere della approvazione della maggioranza degli aventi diritti al voto? Chi vi impedisce di parlare, di manifestare, di urlare e sproloquiare, di mettere a repentaglio l'immagine globale di questa meravigliosa nazione con le vostre connessioni con nazioni all'estero che vi utilizzano per mandare avanti le loro guerre economiche? Voi democratici (meglio dire 'socialisti') siete la feccia della nostra societa' ", Mark Cullinger ormai ci stava andando giù di brutto.

La mano destra di Tony Brown si strinse intorno al calice che si spezzò ferendo il palmo con le sue schegge.

Afferrato lo spezzone del bicchiere Tony si alzò e, preso da uno spasmo di ira incontrollabile, tentò di sfregiare il suo oppositore che gli sedeva davanti dall'altro lato del tavolo.

Il personale di servizio si gettò su di lui mentre Tatiana andava alla ricerca di un kit di pronto soccorso per disinfettare le profonde ferite della mano del suo effervescente ospite.

L'episodio di violenza aveva annichilito i due anziani che sino ad allora avevano assistito con interesse al conflitto verbale tra i due esponenti del divisionismo americano.

Si alzarono in fretta, il marito aveva circondato le spalle della moglie con il suo braccio e si diressero verso un cameriere per prendere il proprio impermeabile e la pelliccia di visone.

Mentre Tatiana si cimentava con una pinza da unghie nel tentativo di tirare via dal palmo della mano le molte schegge di vetro, anche Mark Cullinger aveva recuperato il suo pastrano ed insieme alla moglie aveva lasciato l'abitazione.

"Sarà meglio che lei si metta alla guida", disse Tatiana alla bionda ossigenata compagna di Tony Brown solo da due mesi.

Mary fece di sì col capo e preso sottobraccio il suo irruente compagno uscì dalla casa avviandosi verso lo SUV parcheggiato poco distante in una piazzola.

Arrivati a casa Mary condusse il suo ubriaco amico in camera da letto.

Tony si lasciò cadere sull'ampio talamo mentre Mary gli sfilava le scarpe e i pantaloni coprendolo con il piumone.

"Adesso vado a prepararti una tisana, vedrai che ti farà bene…"

Dopo 10 minuti ritornò in camera e aiutò Tony a sollevarsi per sorbire la tisana che aveva preparato.

Tony Brown cadde in un sonno profondo.

Mary andò in bagno, si tolse la parrucca bionda e ravviò la sua capigliatura nera a caschetto.

Rientrata nella camera estrasse un paio di guanti di latex dalla sua borsetta, si avvicinò a Tony premendo l'indice sulla carotide.

Tirò fuori dalla borsetta un cellulare e compose un numero.

Al termine del messaggio della segreteria telefonica si limitò a dire, quasi sospirando,: "fatto." E uscì dall'abitazione badando bene a non lasciare tracce.

Infilatasi dentro la vettura di Tony si diresse verso il Reagan airport dove parcheggio' nel settore C.

Imboccata l'uscita per la aviazione generale superò il controllo di polizia esibendo il suo passaporto diplomatico polacco e si avviò verso il Falcon che attendeva con la scaletta abbassata ed i motori accesi.

Il Washington Post dedicò alla morte di Tony Brown per infarto cardiaco un breve articolo nella cronaca locale.
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Caro Oscar,

Ti leggo sempre con molto piacere perchè la tua prosa è tra il meglio che io possa trovare. Molto accattivante questo tuo nuovo impegno. Stai percorrendo le orme di Dumas, che pubblicava a puntate, per poi diffondere il relativo libro, pubblicato da più di un "traduttor dei traduttori d'Omero". Devi spiegarmi, però, il titolo SUTOP, che non riesco a decifrare.  Hai una previsione della cadenza delle puntate?

Un caro saluto

Aldo N.