Alle 22 40 ore di Washington si conclude il primo dibattito televisivo tra il presidente uscente Donald Trump e il vicepresidente Joe Biden.
Scriviamo a botta calda sulla scia delle nostre impressioni.
Un incontro-scontro preannunciato largamente dai due schieramenti per quanto riguardava le tematiche che sarebbero state affrontate dai due contendenti.
Siccome questi dibattiti televisivi funzionano soprattutto sul body language, era scontato che Donald Trump si sarebbe speso sino dai primi minuti del dibattito utilizzando la sua tecnica che si basa soprattutto sulle interruzioni apportate continuamente all'esposizione dell'avversario e su una eruzione di vocaboli con lo scopo di sommergere la capacità raziocinante del suo oppositore.
Per chi giudica questi dibattiti televisivi sulla scorta del linguaggio del corpo senza porre attenzione ai contenuti del confronto, si deve riconoscere che Donald Trump si è messo sotto un Joe Biden intimorito e infastidito dall'accanimento di Trump, un Biden con una meccanica di esposizione significativamente rudimentale caratterizzata da i soliti 'numero uno - numero due - numero tre', con numerosi inciampi verbali dovuti come è noto ad una balbuzie corretta quando era adolescente.
A vantaggio di Joe Biden andava invece, per sua fortuna, l'aver seguito il suggerimento di alcuni esperti che insistevano perché parlasse direttamente alla telecamera e quindi al pubblico che seguiva il dibattito, riuscendo a perforare l'attenzione degli spettatori televisivi ai quali questo anziano professionista della politica si rivolgeva con un atteggiamento pacato e convincente che contrastava con le continue eruzioni vocali di Donald Trump.
Sul piano dei contenuti i due contendenti hanno spazzolato le tematiche che sono all'ordine del giorno nello scontro quotidiano dei due schieramenti, repubblicano e democratico.
Donald Trump in chiusura dei 90 minuti di dibattito ha in pratica confermato di credere che le elezioni saranno caratterizzate da manipolazioni e da frode e pertanto si riserva il diritto dovere di poter contestare un esito che lo vedesse perdente.
Siamo curiosi di leggere quali saranno le dotte considerazioni che i pontefici del commento politico riusciranno a fare nelle prossime ore.
In tutta sincerità non crediamo che questo dibattito abbia smosso più di tanto centinaia o migliaia di voti da una parte all'altra, anche perché stando all'intensificarsi del numero di coloro che approfittano del voto anticipato e di quello per posta si rende evidente che l'opinione pubblica in larga parte ha già preso una propria decisione.
Resta da dire comunque che nel 2016 i votanti registrati erano 232 milioni (in America non si può votare se non si è registrati ufficialmente). Ma ai seggi oppure approfittando del voto postale hanno votato solo 139 milioni di cittadini.
Donald Trump è stato eletto con 63 milioni di voti mentre la Hillary Clinton ha ne totalizzati 65 milioni anche se i 3 milioni di differenza erano voti popolari e non contavano per l'assegnazione dei collegi elettorali secondo la costituzione americana che a detta di molti esperti andrebbe modificata.
In conclusione: un dibattito scontato nella forma e nella sostanza con due personaggi usurati nell'aspetto, nella gestualità, nella acrimonia e nella scarsa capacità di penetrare l'attenzione dei votanti.
Unico punto pieno a favore di Biden l'autodifesa di Trump accusato di non pagare le tasse che ha farfugliato una serie di arroganti giustificazioni che difficilmente possono avere fatto presa sulla audience, fanatici dogmatici a parte.
Oscar
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PS: I media americani nelle ore successive definiscono il dibattito come caotico. La maggioranza dei commentatori mette in evidenza che Trump, rosso in viso non solo per la lampada (la sua pelle si sta spappolando) ma per l'evidente eccitazione e con espressione corrucciata ha fallito nel confronto con Biden che non e' riuscito a far uscire dai gangheri come sperava. Trump ha cercato di usare l'unica arma dialettica di cui dispone che e' quella del dileggio e della collutazione verbale con scarso risultato.
Biden ha mantenuto un tono pacato, rassicurante, presidenziale nonostante la maleducata aggressione del contenddente.
I punti critici della posizione trumpiana: conferma delle sue simpatie suprematiste, tasse non pagate, mancato prossimo riconoscimento della vittoria del rivale (a qualsiasi costo).
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Stephen Collinson and Caitlin Hu (CNN)
Chaos on the debate stage
What a mess.
If you like the chaos, the insults, the rule-breaking and the fury of President Donald Trump’s White House term, you will have loved last night’s debate.
And if you had money on the President of the United States refusing to condemn white supremacists and threatening to take the election all the way to the Supreme Court if he loses, you’re counting your winnings right now.
To call Trump’s clash with Democratic nominee Joe Biden a debate might be to give it too much credit.
At the start, it seemed as if Biden might be blown away, as he blinked in the face of the President’s rants, interruptions, lies and complaints. But as the night wore on, and Biden held up, the story instead became all about the commander-in-chief’s extreme behavior onstage, which sometimes led to shouting matches with both Biden and the moderator.
Trump is trailing in the race five weeks from Election Day. Unless he can make good on his claims to have unearthed a “silent majority” of likeminded voters, he must reverse his losses among women and independents. But with a rule-flouting performance that was the personification of his Twitter feed, Trump likely exacerbated questions about his fitness for office — though his scorched earth approach will surely have delighted his loyal base voters.
It would have been an extraordinary performance for a down ballot candidate. Coming from a President in control of the nuclear codes, charged with navigating the country through the worst health crisis in 100 years, the most punishing economic slump in 90 years, and the deepest racial reckoning in 50 years, it was a little troubling.
The President's best moments of the night came when he appeared to silence Biden with his relentless attacks on "law and order" but, as has often been the case, he might have ruined his victories with his own instincts. Asked to condemn White supremacy, he instead equivocated on the Proud Boys group, a far right neo-fascist organization. "Proud Boys. Stand back, stand by," Trump said.
Under a barrage of heckling, Biden wasn’t especially impressive for much of the debate. "Will you shut up man?"he said at one point after Trump tried to talk over him. Biden did land some decent blows on Trump on the pandemic, health care and racial justice — if any voters could hear through the cacophony. And it wasn’t hard to look like a statesman compared to the demagogue with whom he shared the stage.
At the end of the night, for all the bitterness, the debate did serve one purpose — it clarified the question at the center of the election: Do Americans want four more years of the misbehavior showcased by Trump on Tuesday night?
In the meantime, no one who suffered through what CNN’s Dana Bash rightly called a “shitshow” will be looking forward to the candidates’ next clash on October 15.
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