"Dottor Corsi, disse la zia Lea, questo bambino da giorni sta proprio male con febbre alta sui 38 e qualche volta anche di più. Ha difficoltà a respirare, tosse. Aggiunga che manca meno di un mese all'esame per l'ammissione alle medie… Mia madre ed io non sappiamo che fare. Mio padre e mio fratello, il padre di Lalli, sono prigionieri chissà dove… Continuano i bombardamenti su Firenze… E poi ci sono i duelli di artiglieria tra una sponda all'altra dell'Arno… Dottore ci dica lei…che dobbiamo fare!"
Il dottor Corsi era tutto mossettine, aveva anche la 'bissola' nella pronuncia. Chiunque lo vedeva era convinto di trovarsi di fronte a un omosessuale.
Ed invece questo pneumologo di grande esperienza, molto rinomato grazie al passa parola degli ex pazienti, era non solo sposato ma anche padre di quattro figli.
Si chinò sul ragazzino che da giorni era a letto e lo invitò a mettersi a sedere, in questo aiutato dalla zia Lea.
Stetoscopio, percussioni laterali al torace, "Dai Lalli, dimmi 33…!"
"Cara signora Lea, questo bambino si è beccato una bella pleurite essudativa con liquido che sta riducendo la già ridotta capacità polmonare…"
"Madonna mia, esclamò Lea, e adesso che facciamo, dottore?"
Il dottor Corsi era venuto con la sua borsa nera, dal manico consumato perché se la portava dietro in tutte le sue peregrinazioni in giro a visitare malati.
"Non è una cosa facile, signora Lea, ma ritengo che sia più che mai opportuno, considerate le condizioni del Lalli ed anche il prossimo impegno degli esami, praticargli una toracentesi…"
"E che sarebbe mai, dottore, questa toracentesi?"
Il dottor Corsi sospirò profondamente perché sapeva bene nella sua lunga esperienza di medico che la maggiore difficoltà per un serio professionista è proprio quella di informare i parenti del malato che in genere vogliono imporre la propria diagnosi ed anche la prognosi (si fa per dire).
"Toracentesi significa introdurre un ago tra una costola e l'altra, perforare la pleura ed estrarre il liquido che si è formato…"
La zia Lea rivolse il suo sguardo preoccupato alla nonna Emma che assisteva impietrita seduta in un angolo della sala da pranzo.
"Se non c'è altro da fare dottore, noi siamo nelle sue mani…"
"Bene, allora procediamo. Spero di avere con me tutto il necessario. Il ragazzo deve essere messo a sedere sul tavolo della sala da pranzo che mi sembra robusto. Lei signora Lea deve prenderlo per le spalle e lui deve inclinarsi leggermente verso di lei. E' molto importante che durante la procedura il Lalli sia assolutamente immobile, altrimenti potrebbero esserci seri problemi…"
La sala da pranzo, come del resto tutte le finestre dell'appartamento situato a un mezzanino di Borgo Pinti numero 31, dava sul cortile giardino dei conti Geddes da Filicaia. Ed era un grande vantaggio perché almeno non c'era il contatto con la realtà della strada fatta di macerie, fogne intasate, lezzo degli animali morti ma anche di qualche civile dimenticato negli anfratti di un edificio colpito.
La grande finestra - porta era aperta, vetri incollati con la carta per evitare che potessero cadere in frantumi a causa degli schianti delle bombe sganciate dagli aerei americani.
Il Lalli fu preso in braccio dal dottor Corsi che non fece troppa fatica perché quel giovane era ridotto pelle e ossa a causa della dissenteria e per quella malattia polmonare che lo assediava da qualche settimana.
Gli venne tolta la camiciola e la giacca del pigiama. Il dottor Corsi cominciò a spennellare con tintura di iodio la schiena del ragazzo.
Neanche a farlo apposta iniziarono a ululare le sirene di allarme antiaereo che imponevano alla cittadinanza di uscire da casa infilandosi nel più vicino rifugio.
"Questi figli di buona donna, snocciolo' tra i denti il dottor Corsi, hanno trovato proprio il momento adatto..Signora Lea, se vuole andare giù nel rifugio me lo dica subito… Secondo me bisognerebbe andare avanti con la toracentesi… "
"Non c'è altro da fare, dottore" disse Lea che stringeva con energia le spalle del Lalli che aveva comunque appoggiato il suo volto contro la sua guancia.
Il dottor Corsi aveva iniziato un monologo tecnico per ricordare e ripercorrere passo passo la procedura che conosceva bene ma che in quel frangente doveva per forza di cose essere modificata. Meglio dire: semplificata.
"Sono rimasto praticamente senza anestetico locale lidocaina 1%, questi sono gli aghi da 25-gauge e da 20 a 22 di calibro e siringa da 10 mL.
La pelle è quella di un bambino e quindi, nonostante la lunga degenza al letto, lo hanno sempre tenuto pulito e non dovrebbero esserci problemi di infezione.
Signora Lea faccia mantenere al Lalli la posizione con il torso flesso leggermente in avanti e le braccia appoggiate e lei lo tenga saldo.
Lalli dimostrami che sei un vero uomo e che sai sopportare un piccolo dolore che adesso sentirai nella parte destra del tuo corpo."
" Dottore che mi stai facendo? - disse il Lalli con un filo di voce aggrappandosi alla zia- Ho paura, ho paura, dottore.."
Non riusciva a piangere perche' era troppo debole.
"Lalli, io lo so che sei forte, anche se sei malato, ora. Fidati di me, siamo in guerra, tu sei un soldato come il nonno e tuo padre..
Lasciami continuare a ricordare quanto imparato ai tempi dell'università…vedi quanto e' importante studiare...Allora: il fascio neurovascolare intercostale si trova lungo il bordo inferiore di ogni costola. Pertanto, l'ago deve essere posizionato sopra il bordo superiore della costola per evitare danni al fascio neurovascolare.
Il dottor Corsi nel suo studio sottopose il ragazzo a diversi esami radiografici con la sua attrezzatura che aveva acquistato a caro prezzo dai tedeschi prima che scoppiasse il secondo conflitto mondiale.
Dopo pochi anni questo pneumatologo se n'andò all'altro mondo per le lesioni procurategli dai raggi X s' del suo apparecchio estremamente sicuro.
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Video-Audio per chi non vuole leggere
https://youtu.be/RCmt-se-Q_c
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Grazie e a presto, con nuove, incredibili avventure,
Emanuela, che ti abbraccia da Los Angeles
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