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Le storie di Oscar # 13: "Dottore, sua moglie e' stata presa in ostaggio da un rapinatore in banca, ma sta bene..."


 L'alto dirigente dell'Iri (ma in effetti era alto solo 1 m e 65 sul livello del mare) stava consumando un poco sostanzioso pranzo nella mensa situata all'ultimo piano del palazzo in via Versilia a Roma. 

Una mensa prestigiosa dove talvolta capitava di trovarsi accanto anche il presidente del potente istituto para pubblico circondato dai suoi più stretti e altisonanti collaboratori.

Una mensa dove chi voleva, oltre al primo, secondo e contorno, poteva chiedere gratis frutta, dolce, caffè e ammazza caffè.

"Il dottor tal dei tali è desiderato al telefono…" gracchio' l'altoparlante.

 

"Nemmeno il tempo di mangiare un uovo sodo con insalata…" sospirò l'alto-basso dirigente che era a dieta stretta perché proprio per colpa di quella mensa aveva messo su ben cinque chili di troppo.

Si diresse verso un telefono interno ed alzo' la cornetta: "Dottore, (la voce era quella di una sua attempata segretaria che era di turno), sua moglie è stata presa in ostaggio da un rapinatore in banca, ma sta bene…"

L'alto basso-dirigente, affiancato da Vincenzo, un collaboratore lucano sempre pronto ad assistere il suo capo, si fece dire in quale banca la sua sposa era stata presa in ostaggio, in quali condizioni fosse (sembra che stesse bene ma non c'erano ulteriori particolari) e ordinò un taxi tramite centrale telefonica interna.

La vettura era già pronta all'ingresso di via Versilia e in pochi minuti scarico' i due passeggeri di fronte alla porta di sicurezza della banca Commerciale di Piazzale Flaminio.

 

La moglie un po' trepidante e il direttore dell'agenzia stavano attendendo il loro arrivo.

"Ma che è successo?", chiese abbracciando la bionda sposina l'alto-basso dirigente rinfrancato dal constatare che non c'erano danni fisici. Quanto a quelli neurologici ci avrebbe pensato dopo.

E qui cominciò la descrizione dell'evento fatta dalla signora che chiaramente aveva voglia di allentare la tensione accumulata con una illustrazione analitica di ogni minimo dettaglio.

"Dovevo versare alcuni milioni in assegni che le mie clienti mi avevano pagato (la signora era ed e' una nota creatrice di moda, ndr) e allora prima di andare a prendere a scuola i ragazzi mi sono fermata all'agenzia per fare questa veloce operazione bancaria. 

Ma veloce non era perché a cominciare dalla maledetta porta di sicurezza e poi tutti quei messaggi "apra il cassetto, metta  dentro ogni oggetto metallico, eccetera", sì insomma c'ho messo un po' a entrare dentro l'agenzia.

Mi sono messa in fila a uno sportello e siccome ero molto stanca, tenendo in mano i cinque assegni, mi sono appoggiata ad una sporgenza dello sportello attendendo che un giovane, molto elegante che mi precedeva finisse la sua operazione.

 

Lo sai che io sono un po' distratta e comunque, siccome gli stavo quasi di fianco, ho visto che quel tale metteva una borsa davanti al cassiere e l'apriva, tirava fuori una pistola e, siccome non penso mai male, mi sono detta che quello sicuramente era un portavalori.

 

Il giovane ha detto al bancario al di là dello sportello di riempire la borsa con il contante, e quello si è affrettato ad aprire il cassetto che aveva davanti tirando fuori mazzette di banconote.

Io continuavo ad essere appoggiata col gomito a quel parapetto di legno quando il giovane dopo aver chiuso la borsa strapiena di soldi mi ha puntato la pistola contro e mi ha detto: "Adesso tu vieni con me, non fare storie, " e mi premeva la pistola nel fianco.

A quel punto, nonostante la stanchezza, mi sono resa conto che mi ero infilata in una situazione non troppo piacevole.

Io e il giovane (aveva una bella giacca a quadretti con camicia di lino) abbiamo imboccato l'uscita che doveva essere salvaguardata dalla guardia di sicurezza che invece era all'ingresso.

"Gira a destra, non fare storie e cammina…" mi ha intimato il rapinatore.

Erano le una  e mezza e la strada era piena di ragazzi usciti dalle scuole che aspettavano i mezzi pubblici.

"Entra in quel portone… E non ti muovere per  dieci minuti altrimenti ti faccio fuori se esci prima…" ha continuato il tipo.

Ed io sono rimasta dentro quel portone, lui era uscito ed era sparito, credo che si fosse infilato in una Mini parcheggiata un po' più avanti .

Comunque dentro quel portone non ci sono rimasta per dieci minuti ma sono uscita dopo poco e visto che il rapinatore era sparito ho girato i tacchi e sono ritornata alla banca, tenendo sempre in mano i miei cinque assegni.

Fuori dell'agenzia c'erano diverse persone tra le quali anche il cassiere.

Sono entrata dentro e ad un impiegato ho detto che dovevo fare un versamento. Quello tutto eccitato mi ha detto che non era possibile perché avevano appena subito una rapina per milioni di lire.

"E lo dice a me che sono stata portata via sotto la minaccia della pistola e per fortuna poi mi ha rilasciato… " gli ho detto un po' incazzata, sai come vanno le cose in quei momenti e mi dispiace di essere stata forse un po' troppo violenta con quel poveretto…"

Fin qui la descrizione dell'episodio fatta dalla sposa ex ostaggio all'alto-basso dirigente dell'Iri che ascoltava trepidante la illustrazione del pericolo corso della sua amata mentre il direttore dell'agenzia saltellava da un piede all'altro cercando di nascondere una folle paura che ancora non riusciva a smaltire.

"Gentile signora", ansimo' il direttore dell'agenzia che non sapeva che pesci pigliare."Come possiamo esserle utili?"

"Le faccia fare quel cazzo di versamento visto che ha ancora in mano gli assegni e mandi alla signora un grande mazzo di fiori" intimò il prode Vincenzo che sapeva come risolvere le intricate situazioni.

"Dobbiamo chiamare i ragazzi che sono ad aspettarmi al Villa Flaminia", disse la signora ed il marito porse il pesante telefono portatile che gli era stato dato in dotazione da poco e pesava almeno due chili. 

 

 

Aiutò la sposa a comporre il numero di telefono della scuola e dopo qualche minuto la signora finalmente riuscì a parlare con il maggiore dei due figli, Maximiliano, al quale disse che era 'stata presa in ostaggio in banca ma che stava bene' e che sarebbe stata da loro in 20 minuti.

"Ostaggio? Ah va bene… Guarda che dobbiamo andare in piscina alle tre".  

L'adolescente Max era uno di poche parole.

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Alcuni giorni dopo le cronache locali del Tempo e del Messaggero riportavano che un giovane rapinatore di bella presenza armato di una pistola giocattolo era stato bloccato, grazie ad una fulminea operazione della polizia, in un'agenzia bancaria dove aveva preso in ostaggio una ragazza, risultata essere la nipote di un noto esponente democristiano . Il rapinatore sembra che fosse alla sua ottava esperienza. Fino ad allora gli era andata bene.

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Post Scriptum

Avete certamente capito che  l'alto-basso dirigente ero io e che l'ostaggio era mia moglie Franca.

Oscar

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Per chi preferisce ascoltare

https://youtu.be/69kFnGtw6Zk

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