Translate

" Noi parliamo molto, ma siamo spesso analfabeti di bontà"



Un papa che dimostra tutti i suoi 84 anni, affaticato, a corto di fiato, ha voluto questa Messa della vigilia di Natale,  anticipata alle 19:30 ora italiana per consentire ai pochi partecipanti autorizzati di rientrare prima del lockdown. Noi l'abbiamo seguita da Washington alle nostre 1:30 del pomeriggio su Youtube.

Papa Francesco ha insistito perché, nonostante la maestosità della basilica di San Pietro, il tono  e la struttura della Santa Messa fossero in chiave ridotta.

I tempi tragici che stiamo vivendo non consentono certamente le grandiosità celebrative alle quali avevamo assistito in altre occasioni negli anni passati.

Questa Messa della vigilia avrebbe potuto essere celebrata in qualcuna delle tante chiese romane per l'assenza di orpelli, di super cori ridondanti, di pennacchi e ori sui cardinali.

Quando ha dato inizio alla lettura dell'omelia Papa Francesco ha ritrovato quell'energia che dal 2013 caratterizza il suo pontificato in mezzo alle immense difficoltà che si frappongono alla sua azione, in gran parte  determinate proprio da quella componente cosiddetta cattolica che trova tra i suoi esponenti di spicco l'ex Nunzio a Washington Viganò e il consulente di Trump Steve Bannon cui viene fatta risalire una campagna di manifesti murali contro Francesco oltre ad altre iniziative americane anti Francesco sostenute con abbondante disponibilità finanziaria.

Il messaggio di Papa Francesco è un messaggio di riscoperta della pace tra gli uomini, invito questo quanto mai attuale in un momento in cui, ad esempio negli Stati Uniti, il divisionismo politico e sociale ha raggiunto livelli di grande pericolosità per la salvaguardia di sicurezza delle stesse fondamenta democratiche.

Questa una parte dell'omelia di papà Francesco:


"La nascita di Gesù è la novità che ci permette ogni anno di rinascere dentro, di trovare in Lui la forza per affrontare ogni prova. Sì, perché la sua nascita à per noi: per me, per te, per tutti e ciascuno ha detto Papa Francesco nell'omelia della Messa di Natale anticipata alle 19.30 per consentire a tutti di tornare a casa entro le 22, orario in cui comincia il coprifuoco.

"Solo l'amore di Gesù trasforma la vita, guarisce le ferite più profonde, libera dai circoli viziosi dell'insoddisfazione, della rabbia e della lamentela" "Oggi Dio ci dice di non perderci d'animo, nelle prove è con noi", ha detto, "Dio ci libera dai circoli viziosi, dalla rabbia e dalle lamentele"

"Noi uomini parliamo molto, ma siamo analfabeti di bontà"

"Servendo i poveri ameremo lui, questo dice Dio"
"Aiutiamo gli altri invece di piangerci addosso"

Il "tenero pianto" di Cristo bambino "ci fa capire quanto sono inutili tanti nostri capricci. E ne abbiamo tanti. Il suo amore disarmato e disarmante ci ricorda che il tempo che abbiamo non serve a piangerci addosso, ma a consolare le lacrime di chi soffre"

"Il Figlio di Dio è nato scartato per dirci che ogni scartato è figlio di Dio. È venuto al mondo come viene al mondo un bimbo, debole e fragile, perché noi possiamo accogliere con tenerezza le nostre fragilità" - ha continuato il Papa nell'omelia della Messa di Natale. "Anche con noi Dio ama fare grandi cose attraverso le nostre povertà. Ha messo tutta la nostra salvezza nella mangiatoia di una stalla e non teme le nostre povertà: lasciamo che la sua misericordia trasformi le nostre miserie!", ha aggiunto il Papa.
"Dio ci ama da morire"

"Siamo figli amati": è questo il messaggio che porta il Natale ed è più forte di qualsiasi preoccupazione. Lo ha detto il papa nell'omelia della Messa di Natale. "È questo il cuore indistruttibile della nostra speranza, il nucleo incandescente che sorregge l'esistenza: al di sotto delle nostre qualità e dei nostri difetti, più forte delle ferite e dei fallimenti del passato, delle paure e dell'inquietudine per il futuro, c'è questa verità: siamo figli amati".
"Affamati di successo, restiamo con il vuoto dentro"

Il Pontefice tuona nuovamente contro gli atteggiamenti mondani, quelli che portano a dimenticare la mangiatoia di Betlemme e che ci fanno immergere in 'mangiatoie di vanità':  

"A Betlemme, che significa 'Casa del pane', Dio sta in una mangiatoia, come a ricordarci che per vivere abbiamo bisogno di Lui come del pane da mangiare. Abbiamo bisogno di lasciarci attraversare dal suo amore gratuito, instancabile, concreto. Quante volte invece, affamati di divertimento, successo e mondanità, alimentiamo la vita con cibi che non sfamano e lasciano il vuoto dentro! E vero: insaziabili di avere, ci buttiamo in tante mangiatoie di vanità, scordando la mangiatoia di Betlemme. Quella mangiatoia, povera di tutto e ricca di amore, insegna che il nutrimento della vita è lasciarci amare da Dio e amare gli altri. Gesù ci dà l'esempio: Lui, il Verbo di Dio, è infante; non parla, ma offre la vita".  

Quindi l'affondo a chi predica solidarietà ma poi non la mette in pratica: 

" Noi parliamo molto, ma siamo spesso analfabeti di bontà" (Repubblica)

No comments:

Post a Comment