A dire la verita' non me ne sono accorto. L'unico sintomo che qualcosa non andava e' stato il treno che conduce la gente dal parcheggio sino all'ingresso principale del Paul Getty Museum. Eravamo un centinaio di persone stipate nei due vagoni della navetta. Il treno ha iniziato a muoversi. Ma dopo pochi metri si e' bloccato ed ha ripreso a ritroso a muoversi sino a ritornare in stazione. Siamo stati fatti scendere ed avviati verso un'uscita laterale sormontata da una stupenda statua di Henry Moore. La' ad attendere i visitatori una flotta di mini bus immediatamente dirottati dai loro percorsi lungo le strade della collina, proprieta' della Fondazione Getty. Nessuna informazione ufficiale e la vita si e' dipanata nel modo usuale. Non convinto della interruzione del servizio del trenino, ho chiesto ad una addetta all'informazione che cosa fosse successo. "Abbiamo avuto un forte terremoto e per precauzione abbiamo chiuso il servizio treno nel caso si fossero verificate altre ondate del sisma." Dopo qualche ora di visita al museo siamo ridiscesi ai piedi della collina, questa volta utilizzando il treno-navetta che era stato rimesso in servizio. E ci siamo resi conto che la misura precauzionale non era campata in aria: il percorso si svolge in gran parte su un viadotto in cemento. Ed istintivamente ci siamo ricordati delle immagini dell'ultimo terremoto a San Francisco quando i viadotti della autostrada si accartocciarono l'uno sull'altro seppellendo decine di auto e uccidendo i passeggeri. Dopo un mese dall'evento la circolazione stradale era riattivata. Ho letto poi che il terremoto di Los Angeles ha avuto un epicentro a 30 km dal centro della citta' e a 12 km di profondita'. In attesa del Big One.
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