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Nomadi e zingarelli visti da Montreal

Nomadi e ordine pubblico

In Italia, gli zingari minorenni (Rom, Sinti, etc.) si consacrano, in una percentuale molto alta, all’accattonaggio, al borseggio, e al furto in auto e appartamenti. Tutto ciò sotto l’abile guida dei genitori e dei parenti. Quando non si tratta di clan malavitosi che li hanno rapiti o comprati.

So che ogni generalizzazione nei confronti di un gruppo etnico è pericolosa, ma sarebbe stupido ed assurdo negare questa evidenza (anche se io che generalizzo appartengo alla razza dei Soprano...)

Gli zingarelli godono dell’impunità perché minorenni. Inoltre, poiché non sono censiti in alcun modo, è impossibile risalire ai loro sfruttatori: il clan familiare, costituito spesso da delinquenti abituali che sfuggono anch’essi ad ogni controllo a causa del loro nomadismo.

Ma il nomadismo fa parte della loro diversità culturale da tutelare ad ogni costo in un’Europa dove invece è doveroso farsi beffe del perbenismo e del tradizionalismo delle popolazioni locali. Sicché nel disordine cronico italiano, dove illegalità, abusivismo e caos vanno di pari con una burocrazia perversa che si accanisce contro  i poveri cristi, gli zingari si muovono come pesci nell’acqua. Naturalmente, nel paese del buonismo e dell’autoflagellazione morbosa, ad esprimere tali giudizi si è immediatamente etichettati come razzisti...

 Cosa intende fare il governo Berlusconi per proteggere gli italiani e tutelare questi giovani che l’ambiente familiare incita al crimine? Il governo ha avanzato la proposta di censire i Rom. E come? Attraverso le impronte digitali.

È doveroso precisare che nulla è stato fatto finora, e nulla probabilmente si farà in un Paese dove, da tempo, la realtà delle chiacchiere ha sostituito l’azione. In Italia, infatti, la continua creazione di nuovi reati e il ricorrente inasprimento delle pene rimangono sterili riti canori, visto che nessuno poi sanziona i trasgressori...

Il governo sostiene che, prendendo loro le impronte digitali, sarà possibile identificare questi minori dediti al crimine, e risalire ai loro mandanti. La misura comporterebbe quindi una tutela non solo delle potenziali vittime dei furti, ma degli stessi bambini Rom, che attualmente crescono in una cultura in gran parte criminogena (sempre secondo i nostri biasimevoli e ipocriti canoni morali...).

Il voler prendere le impronte digitali ai minori di un gruppo etnico particolare non è certo un fatto di ordinaria amministrazione, a causa anche di certi fantasmi d’intolleranza e di discriminazione ch’esso evoca. Non sono stati gli zingari perseguitati dal nazismo? E difatti, nel Belpaese, contro la paventata misura si sono immediatamente scatenati il buonismo esterofilo e l’autoflagellazione, ingredienti base della psiche nazionale.

E a dire il vero, per introdurre un inizio d’ordine nella caotica Italia, invece di questa misura tutto sommato un po’ drastica, io inciterei la pletorica massa dei vigili urbani e le sterminate schiere di poliziotti dei vari corpi (l’Italia detiene il record mondiale per numero di tutori dell’ordine) a tenersi meno in crocchio, a parlare meno, e a fare un po’ più il loro dovere. E proporrei che si attuasse la tolleranza zero verso chi sale su un autobus o su un treno senza biglietto, visto che attualmente molti utenti viaggiano a sbafo. Si dovrebbero anche sanzionare i numerosi venditori ambulanti abusivi che spacciano prodotti contraffatti tra l’indifferenza di vigili e poliziotti. Andrebbe anche fatto rispettare l’obbligo della cintura di sicurezza per gli automobilisti. Solo dopo io passerei all’anagrafe dei Rom.

Ma campa cavallo...

Claudio Antonelli 

 


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