E' uscito di scena come un capocomico al quale il pubblico ha tirato scarpe e urlato improperi. George W. Bush ha totalizzato la piu' bassa percentuale di consenso nella storia degli Stati Uniti (23%). Ma nella sua ultima conferenza stampa ha ribadito che i suoi otto anni di presidenza saranno giudicati dalla Storia. Ha provato a fare lo spiritoso con risultati disastrosi. Nonostante le sollecitazioni assillanti fatte dal suo ufficio stampa perche' i giornalisti prenotassero puntualmente un posto a sedere nella previsione di una grande partecipazione dei corrispondenti dalla Casa Bianca, all'inizio della conferenza stampa le ultime due file della saletta erano vuote e gli uomini di Bush si sono affannati a riempirle con stagisti ai quali e' stata imposta qualche cravatta. Questo incerto personaggio, oltretutto assediato da una sfiga permanente, ha costruito nella sua ottusita' una litania di errori che stanno avendo pesanti riflessi non solo sull'America ma su gran parte del globo. Come tutti gli stupidi George W. e' convinto di avere agito per il bene del popolo americano in quanto ispirato da Dio. E si tratta della piu' grande bestemmia se si tiene conto degli errori che sono stati compiuti dalla sua amministrazione sotto la sua guida (si fa per dire). Se ne va con le pive nel sacco strapieno di sconfitte, dopo avere lasciato una Nazione divisa per decenni in maniera inconciliabile. Non sentiremo la mancanza di questo tipo che ha distrutto anche quel poco di buono che suo padre, nelle varie missioni politiche e suo fratello come governatore della Florida erano riusciti a mettere insieme. Ed anche la sua ultima conferenza stampa ha confermato il detto popolare che e'meglio avere a che fare con un farabutto intelligente piuttosto che con un imbecille arrogante. Al primo si possono prendere le misure. Il secondo sara' sempre imprevedibile.
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