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Obama? Che vada in albergo!

Lo hanno atteso in centinaia per ore al freddo di fronte all'ingresso dello Hay Adams, un albergo storico nel centro citta' di Washington. E quando finalmente il corteo di SUV ha scortato la limousine supercorazzata del presidente eletto, e' stato un tripudio di acclamazioni e battimani, che hanno sommerso le urla di un gruppo di manifestanti contro il massacro in atto a Gaza. Barack Obama ha raggiunto la sua suite dove alloggera' per un paio di settimane. Avrebbe dovuto essere ospitato nella Blair House, la dependence della Casa Bianca, come si e' fatto per tutti i presidenti eletti in attesa della cerimonia della inauguration.

Ma George W. Bush, forse sollecitato dalla moglie Laura, ha accampato la scusa che le stanze della dimora erano gia state impegnate da tempo con altri ospiti in visita all'attuale presidente. E quindi Obama poteva andare in albergo. E con questo gesto, mascherato con una scusa infantile, Bush ha posto il sigillo alla sua disastrosa amministrazione confermando la pochezza della sua persona e lo stile cafone di chi lo consiglia.

Al di la' dell'attesa per il 20 gennaio, giorno dell'inauguration, tutti qui a Washington sono convinti che questo giovane presidente e la sua bella famiglia riusciranno a colmare il gap tradizionale che ha da sempre contradistinto il rapporto tra il presidente degli Stati Uniti e la Capitale della Federazione.

Una citta' di quasi 600mila abitanti, in gran parte AfricanAmericans, divisa in due nella considerazione di chi abita temporaneamente alla White House: da una parte il quadrilatero politico di Washington. E dall'altra il Distretto di Columbia, il resto della citta', che non interessava soprattutto ai presidenti repubblicani che si sono sempre opposti al riconoscimento del DC come il 51mo stato federale, proprio perche' si tratta di un serbatoio di voti per il Partito Democratico.

Uno degli ultimi atti di Clinton presidente fu quello di scegliere per la flotta di auto blindate della presidenza la targa con il motto "No taxation without representation" che fu la bandiera che scateno' nel 1766 la rivolta dei coloni contro gli inglesi. Una targa adottata da tutti i residenti a Washington.

Oggi gli abitanti della capitale degli Stati Uniti, pur pagando le piu' alte tasse in America, non possono eleggere propri rappresentanti operativi al senato ed alla camera.

Obama sicuramente terra' conto di questa dicotomia e stabilira' un nuovo rapporto con Washington DC e con quella parte della citta' da sempre dimenticata dal potere politico.

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