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I bonus ai banchieri, intesa Obama-Sarkozy

I bonus ai banchieri, intesa Obama-Sarkozy
Guido Colomba
Verso un vertice europeo su “bad banks” e “bond europei”. Si apre la caccia ai colpevoli?


(The Financial Review) Dopo le parole del presidente Obama, dopo quelle del senatore Dodd, presidente della commissione bancaria e dopo le azioni del procuratore generale di New York, Andrew Cuomo, nessuno sarà più invulnerabile. A sua volta Cuomo ha aperto un'inchiesta su John Thain, ex ragazzo d'oro di Goldman Sachs ed ex presidente della Borsa di New York: aveva chiesto un bonus di 10 milioni di dollari per il suo lavoro, l'anno scorso, come a.d. di Merrill Lynch, salvata dal fallimento da Bank of America con un intervento statale di 15 miliardi. Sembra però che abbia minimizzato la dimensione dei titoli tossici al momento del salvataggio. Finora la giustizia aveva colpito i pesci piccoli. Gli unici due arresti di alto profilo sono stati quelli di Ralph Cioffi e Matthew Tannin, circa sei mesi fa, i due manager dei fondi immobiliari ad alto rischio di Bear Sterns. Poi si era fermato tutto e stava prevalendo l'idea di "archiviare" la caccia al colpevole per occuparsi della crisi. Ma Obama, la settimana scorsa, ha sbloccato la situazione descrivendo i "bonus" da 18 miliardi di dollari "vergognosi", un nuovo "apice di irresponsabilità". "Questa situazione -ha detto Dodd- fa infuriare gli americani. Il Tesoro dovrà escogitare un modo per recuperare il denaro già erogato, altrimenti non potremo chiedere sacrifici al contribuente". Una posizione che è destinata ad influenzare anche l'Europa (e l'Italia) apparsa molto distratta sull'argomento. Inoltre, l'ipotesi sempre più vicina della "bad bank", con pesanti oneri per i contribuenti, costringe a una posizione chiara sulle responsabilità dei banchieri. Sarkozy, dopo una lunga telefonata con Obama, vorrebbe ora convocare un nuovo vertice europeo il 22 febbraio per decidere cosa fare se un Paese membro della moneta unica, fosse colpito da una crisi sul proprio debito a causa della tempesta internazionale. Secondo "Le Monde", Sarkozy è allarmato dai differenziali sul debito dei Paesi dell'euro che si stanno allargando rapidamente. Sul piano istituzionale, occorre una forma di garanzia comune sul debito degli Stati dell'area euro, idea sostenuta da tempo anche dal ministro Giulio Tremonti. In pratica, un'emissione di bond europei (finora osteggiati dalla Merkel) sarebbe simile ai piani di sostegno promossi dal Fondo Monetario. Dunque, siamo giunti alla fase finale: per uscire dalla crisi occorrono accordi internazionali o pluriregionali.

Fonte: (R.F. N° 456 , 6/2/109 ore 11:05)

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