(Dal Corriere della Sera 'The Italians')
Caro Beppe, vorrei avere un parere sulle affermazioni dei nostri governanti secondo i quali la nostra situazione economica è migliore di quella di altre nazioni europee. Il vero pericolo è oggi rappresentato dalla deflazione. Unico sistema per contrastarla è effettuare grandi investimenti pubblici e offrire così lavoro, guadagno e capacità di spesa a un gran numero di persone. A parer mio, per l'enorme debito pubblico accumulato, l'Italia è il paese che potrà effettuare il minor investimento, e di conseguenza quello che si troverà in maggiori difficoltà. La strada che si prospetta è essere acquisiti in parte o in toto da aziende straniere. E' quanto sta succedendo, non ti pare?
Giuseppe Boffi, boffig@yahoo.it
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Caro Giuseppe, io la vedo così. Abbiamo alcuni (noti) punti deboli: mancanza di materie prime, che ci espone agli umori di Paesi poco affidabili; debito pubblico, che succhia risorse; politica impicciona e pasticciona; pochi investimenti per infrastutture (a causa di procedure lente e manine svelte). Abbiamo anche punti a favore: propensione al risparmio; diffidenza verso il credito al consumo; cautela nell'indebitamento; gusto per la casa di proprietà; inventiva imprenditoriale; famiglie allargate che consentono sinergie e risparmi.
E' un riassunto brutale, d'accordo: ma credo che perfino Julius Pugnax Tremonti sarebbe d'accordo (adesso: nel Dpef 2004-2007 anche lui aveva pensato di "convertire in reddito parte della ricchezza immobiliare" per sostenere i consumi). Col ministro concordo su un altro punto: bisogna tornare a un'economia basata sulla produzione. Gli imprenditori tornino a fare gli imprenditori, e non i finanzieri o i concessionari. Le banche tornino a fare le banche: i nostri soldi servono per finanziare le imprese, non per giocare coi derivati e farsi belli con gli azionisti (se va bene; ultimamente è andata male).
In quanto al pericolo di "essere acquisiti in parte o in toto da aziende straniere": a parte Alitalia - che c'è costata una fortuna e finirà ai francesi, felici d'acquistare solo la ciccia - mi sembra che il rischio sia ridotto, rispetto al passato. Dollaro e sterlina sono deboli, le multinazionali zoppicano. Solo i fondi sovrani hanno i mezzi - ma hanno la voglia? - di fare shopping nel mondo, oggi. Perfino i cinesi hanno deciso di concentrarsi sulle faccende di casa (smetteranno d'acquistare il debito americano?).
Per riassumere: non credo siamo messi peggio di altri. Il nostro primo problema non è l'economia. I guai stanno nella maleducazione civica (notevole), nell'autoindulgenza (imbarazzante), nella politica (autoreferenziale), nell'amministrazione (goffa, talvolta corrotta), nella giustizia (lenta), nel disinteresse per il lavoro dei giovani. Così molti scappano: prima da sud a nord, poi all'estero.
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