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CHOOSY


Di un film (non ricordiamo il titolo) ci viene in mente una scena: un famoso regista caracolla in un mega party attorniato da fans, attori e attrici in cerca di scrittura. Una sguinza in particolare gli gira intorno e gli parla cercando di attirare la sua attenzione per qualche secondo. Il regista sfinito da tanto accanimento, alla fine si ferma e le chiede:
“Ma lei che fa?”
“Recito. Sono un’attrice.”
“In quale ristorante?” è la domanda lapidaria del terribile regista.

La battuta può sembrare triviale ma indica con crudezza qual è la realtà degli Stati Uniti.
A New York e a Los Angeles è normale vedere attori e attrici che servono ai tavoli, per riempire i tempi morti tra un contratto e l’altro. Si tratta di migliaia di professionisti pronti a lavorare a cento dollari al giorno in qualche filmetto di terza categoria. E se neanche questa opportunità si profila, allora vanno bene altri lavori. Anche i più umili.

In America, un paese che non è certo il migliore dei mondi possibili, vi è un grande rispetto per ogni lavoro fatto a qualsiasi livello. La cultura dominante impone che ragazzi e ragazze durante le vacanze estive non vadano a stravaccarsi sulle spiagge spendendo le notti in discoteca, ma si impegnino a fare qualcosa di utile, guadagnando quei soldi che sono la base su cui affermare un minimo di indipendenza dalla famiglia. Fosse pure quella di un magnate. Gli esempi di figli di potenti imprenditori o banchieri mandati a vendere copie dei giornali, fanno ormai parte di una solida cultura cinematografica.

Mentre in Italia la famiglia è il centro della vita sociale e il rifugio dove gli ultratrentenni trovano ancora accoglienza e ristoro, in America la cultura dominante è quella di buttare fuori dal nido i figli appena possibile per consentire loro di volare con le proprie ali.

Molti genitori vendono la casa e si rifugiano in un appartamento con una stanza da letto per non essere obbligati ad accogliere di nuovo a casa i figli. Egoismo, si dirà. Ma è vero che uno, una volta in mare, è costretto a imparare a nuotare. “Swim or sink” dicono i capiredattori ai neo giornalisti appena assunti.

Il Ministro Fornero ha scandalizzato l’Italia invitando i giovani a non essere ‘choosy’, che in Italia è stato tradotto ‘schizzinoso’, anche se il significato è quello di essere molto selettivi nelle proprie scelte, soprattutto di lavoro.

Eppure non ce la sentiamo di dare la croce addosso a questa signora che non tralascia occasione di dire come la pensa in una nazione in cui troppi dicono il contrario di quello che hanno in mente.

Ovviamente vi sono decine di migliaia di superlaureati costretti a mansioni precarie.

Ma ci chiediamo perché le badanti siano solo di provenienza romena o albanese. Perché anche qui negli States infermieri diplomati siano soprattutto indiani. Perché da anni nelle fonderie delle industrie metallurgiche del nord Italia i lavoratori siano in prevalenza polacchi, perché la raccolta dei prodotti del suolo venga fatta solo da immigrati illegali nord africani. Etc.

La risposta che ci siamo sentiti dare è che consegnare un pacchetto di cocaina, frutta ad un ragazzo 500 euro. Siamo convinti che la provocazione verbale riguarda solo un esiguo numero di manovali criminali i quali, chiaramente, non hanno problemi di ‘choosy’.  

Ma è altrettanto vero che un po’ più di flessibilità mentale non guasterebbe.


Qui negli States tutti sanno che il rischio di andare a pulire i cessi esiste per tutti. Specialmente per quelli che sono in cima alla priramide e che da un momento all’altro possono inziare una precipitosa discesa.

Dice: ma in Italia il mercato del lavoro è bloccato. Allora lasciate il campanile e volate lontano ad offrire la vostra preparazione, il vostro talento e energia immaginativa.

Qui a Washington lavorano in pianta stabile o temporanea centinaia di giovani che hanno lasciato l’Italia cimentandosi in una nazione in cui la competizione è estrema ma dove gli spazi professionali si aprono a chi ha voglia di spendersi.

E molti, tanti di loro sono riusciti ad affermarsi.

Agli inizi del '900 milioni di italiani sono venuti in America. Parlavano solo il  dialetto, non avevano istruzione, potevano offrire solo le loro braccia ed avevano paghe inferiori a quelle dei neri. Oggi i discendenti di quelle generazioni occupano i piu alti seggi della Suprema Corte Costituzionale, sono ministri, capi della CIA, imprenditori della Sylicon Valley, grandi attori,  famosi ristoratori, per finire con l'ultimo piccolo proprietario di una trattoria che e riuscito a crearsi una clientela selezionata. 
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Caro Oscar,
LA FORNERO USA DA SEMPRE IL LINGUAGGIO E L'ATTEGGIAMENTO RADICAL CHIC, TIPICO DI CERTI SALOTTI TORINESI SNOB, BEN LONTANI DALLA NOBILE COMPOSTEZZA SABAUDA. NON SI DICE CHOOSY; GIANNI AGNELLI AVREBBE DETTO "RIMBOCCHIAMOCI LE MANICHE" !
ABBRACCIONI - 

DARIO
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Caro Oscar
Vorrei ampliare il commento sul fatto che per molti lavori umili i nostri ragazzi non si fanno avanti.
Vorrei aggiungere che esiste anche il fatto che parte di tali lavori vengono dati in nero a cifre miserevoli. Gli extra comunitari hanno spese fisse minori( tipicamente non hanno la macchina, la TV , il computer, vivono in locali degradati con affitti bassi senza riscaldamento e arrivano da situazioni economiche disperate). Per loro anche il miserevole soldo in nero è un miglioramento . Per i nostri giovani il misero soldo non copre le loro spese base . Inoltre gli stessi imprenditori preferiscono scegliere manodopera straniera che accetta il nero, non protesta , non ricorre ai sindacati, può essere sfruttata di più perchè ha paura a lamentarsi e protestare.
Ancher questo è Italia
Saluti cordiali
Claudio 

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Caro Bartoli,



sono assolutamente d’accordo con il tuo articolo. La ministra Fornero, e tutti i ministri che ci rappresentano, farebbero bene ad esprimesi nella nostra lingua, evitando in questo modo che nella (inutile) traduzione si possano scegliere i sinonimi che più si adattano alla polemica. Ciò detto, il fatto stesso che molti lavori, come dici, vengano orma svolti da stranieri, mi sembra la prova che, più del lavoro, manchi a molti ragazzi proprio la volontà di adattarsi.Un diploma o una laurea non sono titoli nobiliari. In America, se non sbaglio, ancora si distingue tra professione e Job (to job: fare lavori saltuari) quell’attività provvisoria che, in attesa di un lavoro più consono, consenta di guadagnare quel tanto che serve per alleggerire il bilancio della famiglia, togliersi dalla strada, non cadere in pericolose tentazioni e confrontarsi con quel mondo del lavoro manuale attraverso il quale passano prima o poi tutte le attività intellettuali per diventare concrete. Ci sono migliaia di studenti che lavorando, si sono mantenuti agli studi. Possibile che nelle statistiche ufficiali compaiano percentuali che comprendono ragazzi che vanno dai 14 ai 21 anni? Dai 14 ai 16 anni, i ragazzi non dovrebbero essere a scuola?

Da alcuni anni, pare impossibile parlare di giovani, muovere critiche o semplicemente sollecitarli con una battuta spiritosa, senza che da destra e da sinistra si levi un coro di proteste. Difficile che a un provvedimento disciplinare nella scuola, non corrisponda una sollevazione da parte dei genitori e dei media. Sono tempi difficili ma, proprio per questo, un diploma o una laurea non dovrebbero trasformarsi in  un handicap o in un privilegio. Questioni elettorali: i ragazzi di oggi sono gli elettori di domani. Meglio stare ad ogni costo dalla loro parte, magari illuderli. Mi sa tanto che nell’inevitabile processo di rottamazione, oltre a numerosissimi politici, nell’elenco dovrebbero figurare anche molti opinionisti.

Un plauso e un cordiale saluto.


R.F.Tagliati 
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Caro Oscar,



condivido al 100%.

Bravo!

Marco
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Mah, la Fornero ha il dono dell’espressione infelice (mi ricorda un po’ la Susanita di Mafalda). Ma certo Agnelli le maniche non se l’è rimboccate
molto vista la parabola Fiat (magari Ghidella…)
Essendo italiana e avendo figli , mi chiedo se le colpe siano dei figli o dei genitori e mi rispondo che dipende da come li tiri su da piccoli e in questo senso il familismo italico è terribile. Quanto agli Usa mi risulta che anche da voi i figli  comincino a restare in casa per mere ragioni finanziarie
Ma  la generazione che viene avanti, i ventenni intendo, sono molto più in gamba di quanto  i vecchi suppongano. La generazie più choosy sono  i quarantenni.

Ciao
s

Susanna Pesenti
L'Eco di Bergamo
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Gentile Oscar,
non ho il piacere di conoscerla di persona.
Credo di avere scoperto il suo blog per caso, su segnalazione di un amico, e da allora ricevo le sue email.
Ho 27 anni, vivo e lavoro a DC, dopo giri per il mondo, e mi ha colpito moltissimo il suo ultimo pezzo su Choosy; la cosa che preoccupa dell'Italia credo, e' la completa mancanza di voglia e coraggio per mettersi in gioco, consapevoli che grandi imprenditori come un Bianchi, o un Giovanni Rana, hanno iniziato riparando biciclette o facendo le tagliatelle nella propria cucina.
Spero di avere il piacere di incontrarla presto,
Nicola
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Caro Oscar,
    leggo in ritardo il tuo messaggio Choosy ma ho il vantaggio di varie risposte. Tutto bene ; tuttavia mi viene in mente che La Sig. Fornero  or Mrs. Fornero somiglia ad un allenatore di calcio, che non ha praticato tale sport; Salvo Il Sig. Arrigo Sacchi, non mi vengono a mente altri bravi coach che non hanno praticato  il soccer.
Infine per molti attuali ministri, fra cui Mrs.Fornero mi sembra che essi identifichino la realtà di molte aree italiane come simile a quella di altre parti del mondo, come composata da tanti triangoli equilateri, (tre angoli e tre lati uguali). La realtà di tutti i giorni é invece fatta di triangoli scaleni ( tre angoli e tre lati tutti diversi).
Mi posso sempre sbagliare e mi scuso per la digressione geometrica , geografica e geodetica.
Pino da Pisa
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Caro Bartoli,
Lei (sia lei Bartoli che lei Fornero) è completamente fuori strada. Il punto è un altro. Il ministro del lavoro di un paese che ha dal 20 al 30 per cento di disoccupazione giovanile dimostra di non conoscere la realtà che deve governare se pensa che il loro problema nasca dal fatto che sono "choosy"(ma parla come magni, te lo dice un vecchio amico e collega che insegna storia americana da 45 anni nella tua stessa università). Sono circondato da giovani laureati con 110 e lode che per 300 euro al mese sarebbero felici di venire a spazzare le scale di casa mia ogni giorno dell'anno. Pensi piuttosto, il suo governo, a dare il buon esempio infliggendo ai propri amici i sacrifici che impongono a persone socialmente ed economicamente più deboli!
Gian Giacomo Migone
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Caro Oscar, il mio usuale grazie. Su "choosy" concordo con tutto quanto scrivi, un po' meno con i commenti che hai ricevuto. La Fornero é una gran donna, ma alla quale rimprovero, come Ministro, lo svarione grave sugli "esodati". La molta teoria talvolta fa fare errori gravi. Circa Oscar Giannino ne sono un convinto supporter. Non male la nota su Obama ed il figlio di Romney. Ti auguro una buona notte. 
Maurizio.